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6-7 marzo 2021 – Libere di lottare! Convegno marxista sulla condizione femminile

Pubblichiamo la risoluzione votata nel congresso nazionale di Sinistra Classe Rivoluzione (dicembre 2020) sul nostro intervento fra le donne.

Se è valido in generale che la condizione femminile è un indicatore del livello di civiltà di una società, nell’attuale crisi del capitalismo, una delle più profonde della sua storia, vediamo un peggioramento nella vita delle donne della classe lavoratrice che colpisce molteplici aspetti e si presenta in forme particolarmente acute.

Le lavoratrici sono le più colpite dalla crisi economica e dal crollo dell’occupazione (nonostante il blocco dei licenziamenti) che ha riportato al 48,4% il livello di occupazione femminile nel nostro paese, già fanalino di coda in Europa prima dell’emergenza sanitaria.

Il peso della pandemia ricade sulle donne

I lockdown e le chiusure delle scuole hanno aumentato il carico del lavoro domestico. Un aggravio di fatica che si è andato sommando all’aumento delle pressioni sul lavoro, se pensiamo che le donne sono una componente fondamentale di tutti quei settori che si sono dimostrati essenziali durante l’emergenza sanitaria: la sanità, le pulizie, la grande distribuzione solo per citare quelle attività che non solo non si sono mai fermate, ma sono continuate in condizioni di aumento dei carichi di lavoro e di rischio di contagio.

L’aumento del lavoro domestico durante il lockdown è stato purtroppo il lato meno drammatico di che cosa ha significato per molte donne ritrovarsi costrette tra delle mura domestiche che rappresentano l’ambito principale degli episodi di violenza. Rispetto al periodo precedente la pandemia è stato infatti registrato un aumento degli episodi di violenza e dei femminicidi, che nel 2020 sono avvenuti in un contesto familiare nell’89% dei casi.

Infine, ma non per importanza, assistiamo a continui attacchi ai diritti civili. Se la legge 194 rimane sulla carta, questa è ormai solo sulla carta appunto, per i tagli alla sanità e ai consultori, per i tassi di obiezione di coscienza, per le ordinanze regionali che cercano di imporre mille ostacoli al diritto di aborto, come si è visto in Umbria con l’introduzione di tre giorni dei ricovero coatto per poter accedere alla somministrazione della pillola Ru486.

Per non parlare del fatto che gli intenti della legge 194 rispetto al diritto ad una sessualità libera e consapevole non solo non si sono mai concretizzati, ma sono oggi sepolti in un clima sessuofobico, repressivo e bigotto che si respira proprio a partire dalle scuole, ben incarnato da presidi manager che colpevolizzano le minigonne indossate dalle studentesse se “cade l’occhio” al professore, o licenziano maestre già vittime di revenge porn. Questo stesso clima rende impossibile la vita alle persone lgbt, che si devono accontentare delle buone intenzioni, come quelle del ddl Zan che, per quanto giuste, non sono sufficienti a scalfire neanche minimamente le radici della discriminazione e dell’oppressione.

L’ipocrisia della classe dominante

Di fronte alle condizioni oggettive fin qui descritte, da un lato c’è l’ipocrisia delle classi dominanti, spesso avallata dai riformisti e dalle femministe, che ad esempio vedono nell’elezione di Kamala Harris un grande passo avanti per le donne e le minoranze discriminate in generale; dall’altro la rabbia e la reazione delle donne che si dimostra capace anche di far vacillare i governi come ci hanno mostrato le donne polacche dopo l’ennesimo attacco al diritto di aborto.

Esiste un enorme potenziale per le idee rivoluzionarie tra le donne lavoratrici. Abbiamo il compito di cogliere questo potenziale perché è da questa nostra capacità che in ultima istanza dipende la possibilità di mettere fine a ogni forma di oppressione attraverso l’abbattimento del capitalismo. Per farlo dobbiamo affinare i nostri strumenti, riprendere i fondamenti teorici marxisti che spiegano l’origine dell’oppressione e usarli per analizzare la situazione attuale e sviluppare le parole d’ordine che ci permettano di intercettare la rabbia che monta.

Il XXI Congresso nazionale di Sinistra Classe Rivoluzione impegna pertanto l’organizzazione a tenere, nelle modalità che saranno consentite dall’emergenza sanitaria, un convegno nazionale sulla questione femminile nelle date del 6-7 marzo 2021.

Partecipa, discuti, organizzati con noi!

Il convegno si terrà sulla piattaforma ZOOM
Per partecipare, iscriviti qui.

 

Il programma del convegno

sabato 6 marzo

9:30 Le origini dell’oppressione delle donne
15:00 Le condizioni delle lavoratrici

 

domenica 7 marzo

9:30 Gli attacchi al diritto all’aborto – come difendere i diritti civili
15:00 I movimenti delle donne nel mondo (con interventi della Tendenza marxista internazionale)

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