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Usa – Quando gli scioperi si uniscono a #Blacklivesmatter

Il movimento negli Stati uniti, esploso dopo l’omicidio di George Floyd, non ha alcuna intenzione di fermarsi.

Le caratteristiche insurrezionali si diffondono in altre città importanti, oltre a Minneapolis. La rabbia negli ultimi giorni è esplosa ad Atlanta, dove migliaia di persone protestano da giorni contro l’ennesimo omicidio da parte della polizia dell’afroamericano Rayshard Brooks. L’autostrada è boccata, come lo sono le principali arterie della città, mentre lo sceriffo locale ha gettato benzina sul fuoco dichiarando che l’agente omicida ha agito in modo completamente giustificato.

Una delle caratteristiche più interessanti degli ultimi giorni è tuttavia l’esplosione degli scioperi. Già in un altro articolo avevamo parlato del protagonismo della classe lavoratrice di fronte all’emergenza Coronavirus, che ora si connette chiaramente alle mobilitazioni antirazziste.

Secondo il sito Paydayreport, dall’inizio della pandemia ci sono stati oltre 600 scioperi spontanei negli Stati uniti, “di cui la metà nelle ultime due settimane, motivate dal movimento Blacklives matter”. La mappa qui , continuamente aggiornata, si commenta da sé.

Blacklivesmatter ha fatto appello allo sciopero per venerdì 19 giugno in occasione della giornata dedicata all’abolizione della schiavitù negli Usa. Diversi sindacati hanno risposto positivamente, tra di essi il più rappresentativo è sicuramente l’ILWU (International Longshore and Warehouse Union), il sindacato dei portuali, che prevede di bloccare 29 porti della cosa pacifica il prossimo 19 giugno

“Pensiamo che il modo più efficace per fermare il terrore poliziesco sia che la classe operaia agisca là dove si produce: se la classe operaia vuole essere ascoltata, il movimento operaio organizzato deve chiudere tutto”, ha spiegato Clarence Thomas, segretario tesoriere della sezione locale 10 del ILWU, a Newsweek.

Keith Shanklin, il primo presidente nero della sezione locale 34 a Oakland, ha aggiunto “In questo momento, i lavoratori hanno più forza di quanto molte persone in questo paese comprendano. (…) Ecco perché mostreremo tutta questa forza: per far sentire la voce del movimento operaio, per far sentire la voce della gente nera in questo paese. Per chiedere giustizia per George Floyd.”

L’ILWU con questo sciopero tiene fede alla sua grande tradizione di combattività, testimoniata già nelle proteste contro la guerra in Iraq e Afghanistan o il suo rifiuto di caricare e scaricare le navi battenti bandiera israeliana.

In verità, la straordinaria mobilitazione di massa antirazzista ha svelato tutte le contraddizioni ai vertici dell’Afl -Cio. Il suo presidente, Richard Trumka, ha respinto le richieste provenienti dai sindacati più a sinistra di rescindere l’affiliazione dei sindacati di polizia all’Afl Cio.

Il sindacato degli assistenti di volo, ad esempio, ha approvato una risoluzione che esige l’espulsione di tutti i sindacati delle forze dell’ordine che si rifiutano di prendere una posizione chiaramente antirazzista.

Sara Nelson, la presidente dell’AFA, una delle leader più a sinistra all’interno dell’Afl -Cio, ha apertamente appoggiato la decisione dei portuali.
“È fantastico che i portuali, uniti, chiariscano che l’ingiustizia razziale è direttamente collegata alle ingiustizie nei confronti di tutti i lavoratori in questo paese. Non c’è momento più critico di quello attuale perché il movimento operaio sia unito e spinga per il cambiamento”

Oggi oltre 14milioni di lavoratori sono iscritti ai sindacati negli Usa. Un sondaggio recente ha rivelato che oltre la metà dei lavoratori non iscritti sarebbero oggi disponibili a organizzarsi in un sindacato. Il movimento operaio organizzato avrebbe una magnifica opportunità: potrebbe organizzare e coordinare il magnifico movimento insurrezionale a cui stiamo assistendo negli Stati uniti. In maniera spontanea, gli attivisti sindacali hanno già giocato un ruolo, quando ad esempio a Minneapolis e a New York diversi autisti degli autobus si sono rifiutati di guidare i loro mezzi per trasportare coloro che erano stati arrestati durante le proteste di Blacklivesmatter.

Invece, la direzione dell’Afl-Cio non ha fatto nulla. Come spiegano i nostri compagni di Socialist revolution, questi dirigenti avrebbero il dovere di organizzare uno sciopero generale contro la violenza della polizia e per chiedere giustizia per George Floyd: possiamo essere certi che la classe dominante ne sarebbe terrorizzata. Nel contesto degli Stati Uniti, uno sciopero generale porrebbe chiaramente la questione di quale classe deve gestire la società. Per noi non c’è alcun dubbio: deve essere la classe operaia!

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