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Un mondo sempre più ingiusto, un mondo da cambiare

L’editoriale del nuovo numero di Rivoluzione

Vi ricordate cosa ci dicevano durante la pandemia? Che eravamo “tutti sulla stessa barca” e quindi tutti (ricchi e poveri, capitani d’industria e lavapiatti) dovevano fare i sacrifici davanti agli effetti del lockdown mondiale.

A tre anni di distanza, esce fuori l’amara verità. I ricchi si sono comprati yacht sempre più lussuosi, mentre ai lavoratori non sono rimasti nemmeno un canotto e due remi.

Ce lo racconta l’ultimo rapporto di Oxfam. In Italia, il 5% più ricco detiene una quota di ricchezza superiore a quella dell’80% più povero. I veri e propri “Paperoni”, quelli con un patrimonio superiore a 5 milioni di dollari (lo 0,134% della popolazione) possiedono una ricchezza superiore a quello del 60% della popolazione.

Non solo, i patrimoni finanziari di queste poche decine di persone sono aumentati nel 2022 di quasi 13 miliardi di dollari (+8,8%), in termini reali, rispetto al periodo pre-pandemico. A livello mondiale il dato è ancor più sbalorditivo: dal 2020 le fortune dei miliardari sono cresciute di 2,7 miliardi al giorno!

I ricchi diventano sempre più ricchi e a diventare più povera è la maggioranza della popolazione. Tra il 2020 e il 2021 “la quota detenuta dal 10% più ricco degli italiani è aumentata di 1,3 punti percentuali su base annua a fronte di una sostanziale stabilità della quota del 20% più povero e di un calo delle quote di ricchezza degli altri decili della popolazione.”

Negli ultimi due anni, dunque, abbiamo assistito a un peggioramento del tenore di vita dei lavoratori e della piccola borghesia, che costituiscono quel 70% collocato tra i ricchi e i più indigenti.

La ragione è la diminuzione dei salari reali: per i lavoratori del settore privato sono calati del 6,6% nei primi nove mesi del 2022. La ragione, ci spiega la ricerca, è l’inflazione. Su alcune delle cause di questa malattia misteriosa che erode i nostri stipendi ci illumina ancora Oxfam:

Recenti analisi relative agli Stati Uniti, al Regno Unito e all’Australia hanno rilevato come rispettivamente il 54%, il 59% e il 60% dell’inflazione sia stato determinato dai profitti. In Spagna, le CCOO (uno dei più grandi sindacati del paese) ha stimato che i profitti siano stati responsabili dell’83,4% dell’aumento dei prezzi durante il primo trimestre del 2022.

Gli analisti la chiamano “Greedflation”, inflazione da avidità. Noi questa avidità la chiamiamo capitalismo, perché lo scopo del sistema economico in cui viviamo è appunto quello di accrescere sempre più i capitali.

Tali capitali sono aumentati in maniera esponenziale nel 2022. C’è la moda di chiamarli “extraprofitti”, per giustificare il sistema, che sui profitti basa il suo funzionamento e, certo, non può smettere di funzionare! Oxfam ha compiuto la sua analisi su 95 multinazionali del settore agroalimentare ed energetico ed ha rilevato che hanno realizzato, nel 2022, 306 miliardi di dollari di profitti in eccesso (vale a dire del 10% superiore all’utile medio del 2018-2021); che i loro profitti sono aumentati del 256%; che l’84% degli extraprofitti realizzati nel 2022 sono andati agli azionisti, per una cifra pari a 257 miliardi di dollari; che il 76% delle imprese ha aumentato i propri margini di profitto.

Nel triennio 2020-2022 abbiamo visto dunque un gigantesco trasferimento di ricchezza dai lavoratori ai capitalisti, che rivela ancora una volta come il profitto sia il salario non pagato al lavoratore.

Questa è la ragione per la quale la classe dominante e i propri governi si oppongono, tra le altre cose, al salario minimo, alla scala mobile e alla stabilizzazione della precarietà.

Si può comprendere perciò come le analisi meritorie di organizzazioni come Oxfam contengano grandi limiti quando si passa alle proposte. Come tutti i riformisti, credono che bisogna favorire “accordi fra le parti sociali” per retribuzioni più eque. Ritengono che basti una pressione efficace sui governi per cambiare la direzione delle loro politiche.

Nessuna conquista della classe lavoratrice è avvenuta senza scioperi, nessun miglioramento delle condizioni delle masse è arrivato dall’alto senza una lotta, per gentile concessione della borghesia.

Solo il ritorno al conflitto e alla lotta di classe, solo l’esproprio delle ricchezze oscene accumulate dai vari Bezos e Musk per mezzo dell’abbattimento del sistema capitalista potrà garantire un futuro degno di questo nome all’umanità.

Un futuro che chiamiamo comunismo.

23 gennaio 2023

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