Texas – Un disastro climatico prodotto dal capitalismo
La scorsa settimana una terribile ondata di gelo ha colpito il Texas danneggiando circa il 90% delle infrastrutture elettriche dello stato. La crisi ha causato danni strutturali alle case con interruzione del riscaldamento e in parte del servizio idrico. Più o meno 4 milioni di persone sono rimaste senza energia elettrica di punto in bianco. Sono stati attribuiti al disastro una settantina di morti ma sono in tantissimi a star vivendo un momento disperato e di estrema difficoltà.
Essendo uno stato conosciuto come produttore di energia elettrica la crisi ha inizialmente sorpreso in molti. Ma la causa di questa devastazione è diventata subito chiara: l’intero settore di produzione e distribuzione dell’energia è in mano ai privati ed è completamente deregolamentato. La rete infrastrutturale dello stato è separata dalle reti di interconnessione orientale e occidentale che sono regolamentate a livello federale. Per le compagnie energetiche è preferibile non avere un organo legislativo in grado di interferire con i loro interessi nello stato.
I padroni dell’industria energetica e i loro lacchè alla guida della politica texana hanno di fatto isolato le infrastrutture statali a beneficio di una rete di compagnie private che hanno fatto enormi profitti dal sistema non regolamentato. A fare le spese di questa situazione sono stati come sempre i lavoratori.
Negli ultimi anni il Texas ha vissuto un incremento degli eventi climatici estremi e di pari passo un aumento consistente di problemi alle infrastrutture elettriche durante questi eventi, in particolare tra il 1989 e il 2011. Gli impianti di gas naturale, quelli eolici e le apparecchiature per la trasmissione dell’elettricità hanno avuto gravi guasti durante le precedenti ondate di gelo. La tempesta del 2011 richiese un’analisi dettagliata da parte della Federal Energy Regulatory Commission (FERC) e della North American Electric Reliability Corporation (NERC) sulle cause dei problemi delle infrastrutture energetiche. Il rapporto suggeriva alcune precauzioni e, basandosi sui dati, raccomandava di adattare alle condizioni rigide le apparecchiature per la produzione e la distribuzione di elettricità.
Malgrado tutti gli avvertimenti dovuti alle esperienze passate,le aziende private e i loro manager che controllano la rete non hanno fatto nulla per prepararsi a quest’ultima, prevedibile, crisi. L’industria non ha riadattato in maniera significativa le sue infrastrutture a nessun livello. Tutto questo non sarebbe mai accaduto in un sistema razionale. Ma in un’economia guidata solo dal profitto, prepararsi per questi eventi non fornisce alcun vantaggio ai capitalisti. Dal loro punto di vista non conviene adattare i sistemi considerata la bassa frequenza di questi eventi climatici. Preferiscono scaricare il rischio sulle spalle dei propri consumatori.
Le multinazionali private che controllano la produzione e le infrastrutture per le reti elettriche sono gestite da ERCOT, una commissione privata che rappresenta le multinazionali e i municipi del 90% del Texas, il che significa che le compagnie, quando lo fanno, si regolano e si gestiscono da sole. Con questo sistema ERCOT può suggerire delle raccomandazioni ma non può imporle. Il ruolo di ERCOT è quello di gestire la rete per le società che compongono il suo consiglio di amministrazione. Si occupa della mole di responsabilità di cui normalmente è incaricato un organo legislativo statale: organizzazione, gestione e pianificazione.
Durante la crisi, ERCOT ha prodotto dei blackout parziali per prevenire un collasso generalizzato delle infrastrutture. In concomitanza con le interruzioni il prezzo dell’energia è salito vertiginosamente superando del 10,000% il prezzo medio. ERCOT ha giustificato l’aumento dei prezzi davanti all’opinione pubblica dicendo che si stava lasciando al consumatore la scelta di “astenersi o ridurre l’utilizzo” durante i picchi di domanda. Il punto è che per molti texani non è una scelta facile, in quanto si sta letteralmente morendo di freddo e l’utilizzo di energia elettrica non è un optional.
Per esempio chi aveva bisogno di energia per delle apparecchiature mediche non ha avuto accesso al servizio per l’aumento dei prezzi, sempre che l’elettricità fosse stata disponibile. Alcuni texani sono morti per avvelenamento da monossido di carbonio mentre cercavano di riscaldarsi all’interno delle proprie auto nei garage. Un padre di famiglia è stato costretto a ricaricare la batteria dell’apparecchiatura medica essenziale al figlio in una zona di sosta per camion. A causa della capacità limitata degli impianti comunali di trattamento delle acque nel nord di Fort Worth, i residenti sono stati costretti a bollire l’acqua per renderla potabile, cosa non semplice vista la difficile reperibilità di energia per le loro stufe.
Un clima rigido in case,negozi e scuole impreparate e senza corrente ha causato il rigonfiamento e lo scoppio della rete idrica, generando danni non quantificabili in tutto lo stato. Inoltre gli ospedali sono stati colpiti duramente dalle interruzioni di corrente e dall’inaffidabilità dell’approvvigionamento idrico, venendo costretti all’evacuazione. Il tutto è ricaduto sulle spalle dei lavoratori della sanità che già erano sotto pressione per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Questi sono i rischi in cui le aziende private hanno deciso di incorrere rifiutandosi di migliorare le apparecchiature.
Ovviamente non tutti sono stati colpiti dalle interruzioni. Delle aree come il Dallas Higland Park, un quartiere benrstante, erano ben illuminate senza sosta durante tutta la crisi. Le persone più facoltose del Texas vivono in case costruite meglio e con un maggior isolamento termico , inoltre possono permettersi l’aumento dei prezzi. Ma in milioni di casi, le classi povere e lavoratori sono costretti a vivere in case scarsamente isolate e in cui mancano i servizi essenziali. In città come Dallas, Houston e San Antonio, la corrente è saltata prima nei quartieri più popolari. Altri sono stati abbastanza fortunati da aver accesso all’elettricità ma nei giorni successivi hanno visto i propri conti correnti svuotati per pagare i propri consumi.
Come riporta il New York Times:
“I miei risparmi sono finiti”, dice Scott Willoughby, un veterano dell’esercito di 63 anni che vive grazie ai sussidi statali in un sobborgo di Dallas. Ha detto che ha praticamente svuotato il suo conto bancario per poter pagare la bolletta da 16,752$ arrivata sulla sua carta di credito – 70 volte le sue spese medie per tutte le utenze messe insieme – “Non c’è nulla che io possa fare, sono rovinato”
I leader politici del Texas hanno cercato di scaricare la colpa su altri. Gente come il governatore Greg Abbott e il parlamentare Dan Crenshaw hanno accusato il “Green New Deal” – che ancora non è stato approvato – cosi come la sovvenzione di energie rinnovabili e l’eccessivo affidamento su queste ultime. Nella loro spiegazione è stata posta una forte enfasi sulle pale eoliche congelate nonostante il gas naturale generi molta più energia per il Texas e i guasti negli impianti di produzione che utilizzano il gas hanno messo in ombra quelli dell’energia eolica.
Il Governatore Abbot ha successivamente fatto una giravolta di 180 gradi e ora sta cercando di incolpare i vertici dell’ERCOT. L’ex Governatore Rick Perry ha dichiarato che i texani sono disposti a sopportare questa difficoltà per mantenere l’indipendenza dello stato dalle regole e dall’interferenza federale. Da parte sua il senatore texano Ted Cruz ha colto l’opportunità per fare una vacanza improvvisata a Cancun (in Messico ndt).
I Democratici non hanno offerto uno spettacolo migliore. L’ex parlamentare democratico Beto ‘O Rourke ha fatto un vago appello per incentivare un cambiamento interno al sistema e semplicemente di collegare il Texas ad una delle reti regolate a livello federale – che sono anch’esse per la maggior parte private. Nessun partito punterà mai il dito contro la vera causa dell’attuale crisi: l’organizzazione capitalista dell’economia.
La colpa per le morti ed il caos delle ultime settimane è esattamente della natura privatizzata della produzione e della distribuzione dell’energia. Garantire la sicurezza e il benessere dei texani è un problema secondario per i magnati dell’industria energetica. L’incremento della frequenza di condizioni climatiche estreme dovute ai cambiamenti climatici significa che situazioni simili continueranno ad emergere sia in Texas che in tutti gli altri stati americani. La crisi del Texas di questa settimana è una rappresentazione delle future crisi causate dal capitalismo a cui dobbiamo prepararci.
Per porre fine a questa situazione insostenibile, la classe operaia deve prendere in mano la situazione. Liberando l’industria energetica dal dominio del mercato, possiamo iniziare una rapida transizione verso l’energia pulita garantendo i mezzi di sussistenza ai lavoratori del settore energetico. Possiamo unire la rete elettrica su basi razionali e internazionali e rendere le infrastrutture adeguate alle intemperie. Ma per fare questo dobbiamo lottare per nazionalizzare la produzione e la distribuzione dell’energia, con una gestione democratica da parte dei lavoratori. Solo un governo dei lavoratori può garantire che l’energia sia prodotta e utilizzata in maniera razionale per il benessere della società nel suo insieme e non per una ristretta cerchia di privilegiati.
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