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Brasile – Fronte unico del movimento operaio, studentesco e popolare per porre fine ai blocchi stradali pro-Bolsonaro
Bolsonaro non ha commentato finora i risultati elettorali perché non vuole accettare la sconfitta, ma non ha trovato alcun sostegno politico per mettere in discussione il risultato. Uno dopo l’altro, i suoi alleati hanno riconosciuto la vittoria di Lula-Alckmin, lasciando Bolsonaro sempre più isolato. Forse ha ancora qualche speranza che i blocchi stradali istituiti dai bolsonaristi radicalizzati possano crescere e fornirgli il sostegno di cui ha bisogno nelle strade per qualche avventura. Ma è una speranza vana.
Lula vince, ma Bolsonaro non è morto
Lula ha vinto le elezioni presidenziali in Brasile. Ha sconfitto Bolsonaro, il candidato della destra più reazionaria, con il 50,9% dei voti.
Eppure, una vittoria data per certa, con grande distacco nei sondaggi sino a pochi mesi fa data la gestione criminale della pandemia di Bolsonaro (il Brasile ha contato oltre 700mila morti), è stata ottenuta solo per un’incollatura. Come è stato possibile?
Elezioni in Brasile: l’allarme del primo turno e la lotta per sconfiggere Bolsonaro il 30 ottobre
Si è svolto il primo turno delle elezioni brasiliane. Ora la nostra priorità e la nostra lotta centrale è aiutare la classe operaia a sconfiggere Bolsonaro alle urne il 30 ottobre. Per questo, prima di tutto, è necessario capire la reale proporzione dei voti al primo turno. I 57,2 milioni di voti per Lula e i 51 milioni di voti per Bolsonaro corrispondono al 48,4% e al 43,2% dei cosiddetti “voti validi”. Tuttavia, se consideriamo il totale di 156,4 milioni di elettori aventi diritto al voto in Brasile, notiamo che Lula ha ricevuto il voto del 36,6% di loro e Bolsonaro solo del 32,6%, cioè meno di un terzo.
Prospettive per le elezioni presidenziali in Brasile
Da quando è stato rilasciato dalla prigione, l’ex presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva (conosciuto comunemente come Lula), ha visto annullare la sua condanna, è stato dichiarato innocente e sono stati ripristinati i suoi diritti politici. Ora è al primo posto nei sondaggi per le prossime elezioni presidenziali di ottobre, con il 46% contro il 29% dell’attuale presidente, Jair Bolsonaro.
Brasile – Lo sciopero generale dimostra la combattività della base, nonostante il ruolo dei vertici
Lo sciopero generale del 14 giugno ha visto la partecipazione di importanti settori della classe operaia che hanno una grande tradizione di organizzazione, ma lo sciopero avrebbe potuto essere ancora più imponente, con manifestazioni ancora più grandi, se la direzione sindacale avesse effettivamente mobilitato la loro base.
Brasile – Uno tsunami contro i tagli all’istruzione, il governo Bolsonaro può essere cacciato!
Il 15 maggio in Brasile si è assistito a uno tsunami di manifestanti che si è abbattuto contro i tagli all’istruzione e la controriforma delle pensioni. Più di 1,5 milioni di persone hanno riempito le strade di oltre 200 città in tutto il paese e lo slogan “Fora Bolsonaro” (Via Bolsonaro) ha risuonato ampiamente in tutte le piazze.
Brasile – Com’è possibile che un demagogo di estrema destra vinca le elezioni?
Bolsonaro ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali brasiliane con il 55 percento dei voti, sconfiggendo Haddad, il candidato del Partito dei lavoratori (PT), che ha ottenuto il 45 percento. Questa è una battuta d’arresto per la classe lavoratrice e per i settori poveri del paese. Dobbiamo capire cosa significa, cosa ha portato a questa situazione e quale strategia dovrebbe seguire il movimento operaio di fronte a questo governo reazionario.
Presidenziali in Brasile – Per una posizione di classe al secondo turno
Esquerda marxista invita tutti i suoi sostenitori a votare contro Bolsonaro in questo secondo turno elettorale. Voteremo per il PT, senza alcuna fiducia nel programma di Haddad. L’unico obiettivo è fermare Bolsonaro.
L’arresto di Lula – Crisi al vertice, resistenza e i nostri compiti
Esquerda Marxista si oppone alla condanna e all’incarcerazione di Lula senza prove e difende il suo diritto di essere candidato alla Presidenza. Allo stesso tempo ci opponiamo a un “fronte per la democrazia” a scopo elettorale che metterebbe assieme il PSOL, il PT e i partiti borghesi come il PSB o il PDT e che continuerebbe a portare avanti una politica di collaborazione di classe.
Brasile – Lula, le elezioni e la lotta di classe nel 2018
In Brasile, contrariamente alla propaganda del governo, la crisi economica continua ad approfondirsi e l’unica soluzione per i capitalisti è quella di intensificare i loro attacchi contro la classe operaia. La crisi politica è profonda. Il governo di Temer ha raggiunto livelli record di impopolarità, le istituzioni sono screditate; i politici sono demoralizzati, la classe dominante è divisa.
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