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L’inganno della “transizione” capitalista
Crescono negli ultimi anni i disastri ecologici che a livello mondiale provocano migliaia di morti, distruzione delle forze produttive e delle infrastrutture, aumento di patologie legate al cambiamento climatico, distruzione della biodiversità, rovina di raccolti agricoli con relative crisi alimentari regionali.
È la fine della globalizzazione?
Nel maggio del 2022, l’amministratore delegato di BlackRock ha dichiarato che “l’invasione russa dell’Ucraina ha messo fine alla globalizzazione che abbiamo conosciuto negli ultimi trent’anni”. Non ha tutti i torti:
Il rialzo dei tassi di interesse: una ricetta per la recessione mondiale
Negli ultimi mesi, abbiamo visto le banche centrali attivarsi per alzare i tassi di interesse al fine di controllare l’inflazione. Ieri [Ndt, l’articolo originale è stato pubblicato il 3 novembre], la Federal Reserve ha introdotto un aumento ulteriore di 0,75 punti percentuali, e la Bank of England la seguirà oggi. Questa ondata di aumenti dei tassi d’interesse ha causato il moltiplicarsi dei tassi sui mutui, e una crescita a spirale dei tassi sui debiti statali, e adesso una recessione è alle porte. Questo provocherà grandi difficoltà alla gente comune, ma riuscirà la classe dominante a raggiungere i suoi obiettivi?
Crisi, protezionismo e inflazione: la guerra prepara la strada alla rivoluzione
La crisi in Ucraina ha creato la tempesta inflazionaria perfetta. La guerra, le sanzioni occidentali contro la Russia, la pandemia, il protezionismo e il cambiamento climatico stanno mandando in fumo decenni di disponibilità a buon mercato delle materie prime, in una crisi che non fa altro che acuirsi. Questa concatenazione senza precedenti di vari fattori sta preparando un disastro.
Scarsità e “colli di bottiglia” smascherano l’anarchia del sistema capitalista
L’economia mondiale arranca da mesi verso il caos. I negozi esauriscono i beni di consumo, le stazioni di servizio restano senza combustibile, i prezzi dell’energia schizzano alle stelle e i principali porti occidentali sono intasati da file interminabili di navi incolonnate, che a volte devono aspettare addirittura intere settimane prima di poter scaricare. Proprio mentre ci raccontano che la crisi del covid è finita e la vita sta tornando alla normalità, il mercato mondiale vive lo strascico di una serie di crisi convergenti.
La settimana dove il commercio mondiale si è arenato a Suez
Mentre scriviamo questo articolo la nave portacontainer Ever Given, di proprietà della Shoei Kisen Kaisha e gestita dalla Evergreen Marine, è stata finalmente disincagliata. Il blocco ha avuto un impatto
Usa, Cina, Europa: una nuova tappa negli antagonismi mondiali
La pandemia e la crisi economica sono un fenomeno globale, ma questo non significa che i loro effetti siano identici e che le differenze vengano livellate. Al contrario, esse emergono sotto una luce impietosa. L’antagonismo tra Usa e Cina è la principale linea di conflitto nel pianeta, anche se non certo l’unica. E questo conflitto viene ulteriormente alimentato dalla crisi attuale.
L’accordo Rcep: un nuovo passo nella guerra commerciale tra Cina e Usa
Con il recente accordo di libero scambio commerciale tra quindici paesi dell’area orientale del sud est asiatico e pacifico si apre un nuovo capitolo della guerra commerciale Usa-Cina. L’accordo, infatti, rappresenta indubbiamente un successo della politica di Pechino.
Donald Trump e il mondo
Una volta, Lenin scrisse un articolo intitolato “Materiale infiammabile nella politica mondiale”. Ma la quantità di materiale infiammabile presente nell’attuale situazione mondiale non ha nulla a che vedere con quella che il leader bolscevico aveva in mente. Ovunque si guardi c’è instabilità, turbolenze e convulsioni. In questa scena mondiale esplosiva arriva Donald Trump.
Donald Trump va alla guerra (commerciale)
L’obiettivo di Trump non è litigare con tutti ma cercare di aprire dei varchi di mercato per l’industria Usa e colpire i suoi concorrenti nei punti vulnerabili. Questa politica implica l’abbandono quelle istituzioni “multilaterali”, a partire dal Wto, peraltro ormai da tempo paralizzate e in crisi profonda, in favore di negoziati (o minacce, a seconda della forza relativa) con gli interlocutori da scegliersi di volta in volta.
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