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La vittoria di Elly Schlein e il futuro del PD
L’elezione di Elly Schlein a segretaria apre una nuova fase nella storia del Partito democratico. Ne è il segno più evidente il fatto che il voto nelle primarie aperte ha ribaltato nettamente il risultato del voto fra gli iscritti. Se i 155.000 tesserati partecipanti ai congressi dei circoli avevano infatti attribuito a Bonaccini il 52,9 per cento dei consensi, il milione e centomila partecipanti alle primarie del 26 febbraio hanno spinto Schlein, con il 53,75% e oltre 80.000 voti di scarto, a una vittoria per molti inattesa.
Non per noi. Nel documento politico che abbiamo recentemente discusso nel nostro congresso nazionale, la cui bozza era stata scritta a inizio ottobre, segnalavamo chiaramente che questa ipotesi era in campo.
Conte “salvatore della sinistra”?
Negli ultimi mesi Giuseppe Conte ha imposto una sterzata a sinistra alla linea del Movimento 5 Stelle. Si è sottratto all’abbraccio mortale del governo Draghi e ha concentrato la campagna elettorale su temi come la difesa del reddito di cittadinanza, il salario minimo e la lotta alle diseguaglianze sociali. Ha partecipato al corteo nazionale della CGIL dell’8 ottobre e aderito alla manifestazione contro la guerra del 5 novembre. Come si spiega questa sorprendente svolta da parte di una figura come Conte, che non ha alcun retroterra di sinistra e anzi in passato ha pure guidato un governo in cui Salvini era il ministro degli Interni?
Il governo dichiara guerra ai poveri
Con la legge di bilancio, il governo Meloni ha dimostrato in maniera lampante – nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno – quali sono gli interessi che intende portare avanti.
L’attacco più pesante viene condotto contro il settore più povero della società, i disoccupati che percepiscono il reddito di cittadinanza.
La destra si combatte nelle piazze
Sono passati pochi giorni dal voto ma già il copione del prossimo governo inizia a profilarsi. Ci sono tre padroni che hanno in mano un bel guinzaglio: l’imperialismo USA, l’Unione Europea con la BCE e il padronato italiano. E sono fiduciosi di poter facilmente guidare Giorgia Meloni e i suoi alleati facendone in poco tempo dei cagnolini presentabili nei salotti buoni.
La coperta di Draghi è sempre più corta
Il governo italiano è sempre più invischiato nella guerra in Ucraina, con tutte le contraddizioni che questo comporta. Al pari degli altri paesi europei, l’Italia ha dovuto ubbidire agli Usa, ma ora ne paga le pesanti conseguenze economiche. Sul fronte interno il governo Draghi ha adottato le misure minime necessarie per evitare un’immediata esplosione di rabbia sociale: ma è una coperta sempre più corta e già oggi si aprono le prime crepe.
Mattarella-bis – La distanza siderale tra le istituzioni e il mondo reale
L’elezione del Presidente della Repubblica, prima carica dello Stato e garante dell’ordine costituzionale, ci viene spiegata a scuola come un alto momento istituzionale, con aulici discorsi e senso di responsabilità collettivo. 60 milioni di italiani lo ricorderanno invece come un teatro grottesco di intrighi, teatrini e grettezza. C’è chi si preoccupa che questo dia una brutta immagine delle istituzioni; tuttavia, proprio questa immagine è la più fedele che se ne possa dare.
Difendiamo i salari con una nuova scala mobile!
I dati pubblicati dall’Istat a fine gennaio certificano un balzo impressionante dell’inflazione. I prezzi aumentano come non facevano dal 1996, +1,6% su base mensile, +4,8% su base annuale. Un aumento del costo della vita che va a colpire salari già indeboliti da anni di contrattazione a perdere.
Una disfatta totale – Il governo Draghi alla prova della variante Omicron
Sembra passata un’eternità, ma fino a poco tempo fa si parlava di “modello Italia” nella gestione della pandemia. Ne parlavano gli altri governi europei che volevano introdurre il Green Pass e ne parlava soprattutto la stampa nostrana, che idolatrava in maniera unanime e sperticata il governo Draghi. Tutta questa retorica tronfia è stata rapidamente spazzata via dall’arrivo dell’inverno e della variante Omicron.
Draghi attacca tutti – Sciopero generale: se non ora, quando?
Il governo Draghi attacca tutti. La legge di bilancio, in via di stesura mentre andiamo in stampa, si presenta come una vera e propria dichiarazione di guerra. i fronte a questo attacco frontale c’è una sola risposta possibile: il movimento dei lavoratori deve scendere in campo. Dobbiamo farlo subito e con tutta la forza di cui disponiamo.
Il vero volto della ripresa economica – Un mare di precarietà e di bassi salari
Indubbiamente in molti settori industriali e non solo, il rimbalzo della produzione è forte, dopo il crollo pauroso del 2020. Lo si registra anche dalla crescita degli infortuni e delle morti sul lavoro, misura esatta dello sfruttamento che riprende a correre. Ma la ripresa, lungi dall’attenuare la tensione sociale, mette ancora più in luce gli antagonismi tra capitale e lavoro. E qui non si tratta di parole, ma di nude cifre.