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Spagna: La destra stravince, il PSOE crolla e Iglesias si dimette – Lezioni dalle elezioni di Madrid

La sinistra ha subito una dura sconfitta a Madrid. Se c’è una persona che in questi anni è stata identificata dalla reazione come nemico pubblico numero uno del regime, quella è stata Pablo Iglesias, che come conseguenza della sconfitta ha abbandonato tutte le sue posizioni politiche. La destra festeggerà alla grande e aumenterà la sua arroganza. I militanti della sinistra devono imparare le lezioni che ne derivano. Come diceva il filosofo Spinoza, non serve né ridere né piangere, ma capire.

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Le prossime elezioni e la crisi politica in Spagna

Per la quarta volta in meno di quattro anni, gli spagnoli si preparano a tornare alle urne, il 10 novembre prossimo. Il paese ha assistito a un’instabilità politica senza precedenti nell’ultimo periodo poiché la polarizzazione sociale e l’estrema frammentazione del parlamento hanno reso praticamente impossibile formare governi duraturi. Alla radice questa turbolenza c’è la radicalizzazione della società spagnola in seguito alla crisi economica.

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Spagna: la destra subisce una sonora sconfitta alle elezioni

La destra è stata nettamente sconfitta alle elezioni politiche spagnole, che si sono svolte la scorsa domenica, il 28 aprile. Le masse si sono mobilitate ai seggi: la percentuale dei votanti è stata alta, il 75,8%- un aumento del 9% rispetto alle elezioni del 2016. Gli elettori si sono andati a votare così massicciamente con l’obiettivo di bloccare l’arrivo al governo dei partiti di destra.

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Spagna: Rajoy sfiduciato – Le sue politiche vanno sconfitte con la lotta di massa

Il leader del Partito Socialista Spagnolo (PSOE), Pedro Sanchez, è diventato primo ministro dopo aver deposto, con un voto di sfiducia, un Mariano Rajoy rovinato dalle condanne per corruzione. Sanchez ha promesso alcuni cambiamenti estetici, ma manterrà la finanziaria approvata dal Partito Popolare di Rajoy (PP) e ha promesso di “garantire la responsabilità economica e i vincoli di bilancio” e di soddisfare “i doveri con l’Europa”.

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Repubblica catalana: epilogo rimandato

Sembrava che tutto fosse stato preparato in anticipo. Il presidente catalano, Carles Puigdemont, stava per recarsi al Parlamento catalano e annunciare la costituzione di una repubblica indipendente, come avrebbe dovuto fare visti i risultati del referendum del 1 ° ottobre. Alla fine lo scontro è stato ritardato, ma molto probabilmente non sarà evitato.

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Catalogna – Lo sciopero generale del 3 ottobre e il discorso reazionario del Re

La sospensione della seduta del Parlamento catalano, decretata ieri, conferma la nostra analisi. Nel contesto del regime spagnolo del 1978, il compito dell’autodeterminazione nazionale diventa un compito rivoluzionario e pertanto non può essere raggiunto dai politici borghesi catalani, ma solo tramite mezzi rivoluzionari e tramite la conquista della classe operaia catalana nel suo complesso alla causa repubblicana. Pubblichiamo l’ultima dichiarazione dei nostri compagni di Lucha de clases, scritta mercoledì 4 ottobre.

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Catalogna in rivolta!

La lotta per i diritti democratici, che i comunisti devono portare avanti risolutamente, oggi è incompatibile con gli interessi del capitalismo. I giovani e i lavoratori catalani lo comprenderanno sempre più chiaramente. Una repubblica socialista catalana, all’interno di una federazione socialista iberica, sarebbe un catalizzatore per la lotta di classe in tutto il continente.

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Catalogna – La repressione contro il referendum per l’indipendenza provoca una mobilitazione di massa

La lotta per una Repubblica catalana è una lotta progressista, e nelle condizioni della Spagna ha implicazioni rivoluzionarie, in quanto può essere raggiunta solo attraverso una mobilitazione di massa dei lavoratori e della gioventù e una chiara rottura con il regime del 1978.

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Catalogna: Il referendum del primo ottobre e il diritto all’autodeterminazione – Un compito rivoluzionario

La posizione dei nostri compagni in Spagna sul referendum del Primo ottobre prossimo per l’indipendenza della Catalogna.

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La vittoria di Pedro Sanchez – la base del Psoe svolta a sinistra e sconfigge l’apparato

Pedro Sanchez ha ottenuto una vittoria incontestabile alle primarie del Psoe per il ruolo di segretario generale del partito, ottenendo più del 50% dei voti dei militanti, e lo ha fatto difendendo una posizione di sinistra, la sua opposizione al Pp (Partito popolare) e reclamando, a parole, la necessità di una maggioranza di sinistra per cacciare via la destra.