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Antifascismo e Antirazzismo

Piazza Fontana e la giustizia impossibile

Milano, 12 dicembre 1969. È un venerdì pomeriggio e la Banca nazionale dell’agricoltura, in Piazza Fontana è piena di gente, soprattutto agricoltori. Alle 16,37 esplode una bomba: si conteranno 17 morti e 89 feriti.
La strage di Piazza Fontana si inserisce nella “strategia della tensione”: attraverso una serie di attentati, estrema destra e servizi segreti vogliono fermare il movimento rivoluzionario dei lavoratori e dei giovani. L’intento era quello di creare un clima di incertezza e di caos, volto a giustificare una svolta autoritaria.

Storia e Memoria

Piazza Fontana – Cinquanta anni fa lo stragismo fascista

Il 12 dicembre 1969 a Milano, una bomba esplode in Piazza Fontana e provoca 17 morti e 88 feriti, dando inizio alla “strategia della tensione”. Estrema destra e servizi segreti realizzano una serie di attentati allo scopo di seminare il terrore fra le masse. Lo Stato se ne serve per fermare l’avanzata straordinaria e rivoluzionaria del movimento operaio iniziata con l’Autunno Caldo del 1969. La classe dominante non esita ad utilizzare i metodi più feroci e brutali per tutelare i propri interessi.