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Grecia – Sciopero contro la giornata di lavoro di 13 ore e la pensione a 74 anni
Giovedì 21 settembre, decine di migliaia di lavoratori sono scesi in piazza in tutta la Grecia contro l’attacco ai diritto dei lavoratori sferrato dal governo di destra. Una risposta importante, dato che lo sciopero non ha avuto la copertura della Gsee, la Confederazione dei sindacati del settore privato del paese, ma solo di Adedy, la confederazione del settore pubblico e del Pame, il fronte sindacale del KKE, il partito comunista greco.
Francia – I lavoratori hanno la direzione che “meritano”?
Non è raro, in Italia, sentire attivisti di sinistra o lavoratori iscritti al sindacato esclamare “anche qui da noi ci vorrebbero sindacati come quelli francesi!”. Questo sentimento emerge con più forza durante i cicli di lotta, come la recente e dura mobilitazione contro la riforma delle pensioni. Capiamo la reazione istintiva di tanti lavoratori stanchi dell’immobilismo sindacale della CGIL. Ciò detto, è cruciale comprendere la dinamica delle lotte operaie in Francia ed il ruolo delle direzioni. Nessuno, neanche in Italia, ha nulla da guadagnare da un quadro della realtà a tinte rosee. Davvero la sinistra di Mélenchon, leader della France Insoumise (FI), ed i capi della CGT, il sindacato più militante oltralpe, sono all’altezza della situazione?
La vittoria di Pirro di Macron
Qualunque sarà la sua portata, la 14a “giornata d’azione” contro la vergognosa riforma delle pensioni di Macron, programmata per il 6 giugno, non avrà un impatto sul governo maggiore rispetto alla 13a. Anche se Macron non ha veramente ottenuto la “riconciliazione” che sperava, può trarre la conclusione che, per quanto riguarda la riforma delle pensioni, ha indubbiamente vinto la battaglia, almeno per il momento. Tuttavia, dal punto di vista della borghesia francese, questa è una vittoria di Pirro, nella quale il vincitore emerge molto più debole, nel complesso, del perdente.
Francia: lezioni del 28 marzo
Martedì (28 marzo) si è svolta un’altra giornata di lotta contro il putrido regime di Macron, che la scorsa settimana ha imposto un innalzamento dell’età pensionabile in Francia. La lotta resta in forze, come dimostrano i milioni di persone scese in piazza. Tuttavia i vecchi metodi screditati dei dirigenti sindacali non basteranno a permettere ai lavoratori e ai giovani di trionfare nelle loro battaglie contro Macron. I nostri compagni di Révolution hanno fatto il bilancio dell’ultima mobilitazione indicando la via da percorrere (articolo pubblicato originariamente il 29 marzo).
Francia, la lotta avanza – Macron deve cadere!
La manifestazione di giovedì 23 marzo in Francia ha portato la lotta contro Macron a un livello superiore. Nei due mesi scorsi, il movimento (provocato da un nuovo attacco alle pensioni) è andato crescendo. Gli esponenti del governo speravano che tutto sarebbe rientrato nella normalità entro il fine settimana, contando sul fatto che il movimento sarebbe scemato dopo la manifestazione di giovedì. Si sbagliavano. Ieri, 3,5 milioni di lavoratori e di giovani hanno riempito le strade della maggior parte delle città francesi, mentre gli scioperi e le proteste prendevano un tono decisamente più combattivo.
Francia – Macron impone la legge sulle pensioni. Quale futuro per il movimento?
Ieri, per l’undicesima volta in 10 mesi, il primo ministro Élisabeth Borne ha invocato l’articolo 49.3 della Costituzione francese per far passare l’odiata riforma delle pensioni di Macron senza un voto parlamentare. Questo, tuttavia, non è passato inosservato. Nelle ore successive all’annuncio del primo ministro, migliaia di persone si sono riunite a Place de la Concorde a Parigi per protestare contro la manovra. In altre città si sono svolte manifestazioni spontanee.
Francia – I lavoratori alzano la testa!
Lo sciopero del 7 marzo scorso, con oltre 3 milioni di lavoratori e giovani in piazza in tutta la Francia, ha fatto entrare il movimento contro la “riforma” delle pensioni proposta da Macron in una fase decisiva. In questo articolo pubblicato sul numero di Rivoluzione in corso, descriviamo i rapporti di forza fra le classi, le posizioni e i limiti delle direzioni del movimento operaio e tracciamo una prospettiva per le mobilitazioni.
Francia – Un milione in piazza allo sciopero nazionale contro l’attacco di Macron alle pensioni!
Nelle strade della Francia, c’erano più di un milione di persone oggi [ndt, articolo scritto il 19 gennaio], in più di 200 manifestazioni, come parte dello sciopero nazionale contro l’ultimo attacco alle pensioni da parte del presidente Emmanuel Macron. Lavoratori delle ferrovie, dei trasporti di Parigi, delle raffinerie di petrolio e dei mezzi di comunicazione, insieme con gli insegnanti, i lavoratori pubblici, gli autisti dei camion e i bancari, tutti sono scesi in corteo in protesta contro i piani di Macron per aumentare l’età pensionabile. Il potenziale per uno scontro decisivo esiste, ma i dirigenti del movimento operaio saranno all’altezza?
Il governo dichiara guerra ai poveri
Con la legge di bilancio, il governo Meloni ha dimostrato in maniera lampante – nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno – quali sono gli interessi che intende portare avanti.
L’attacco più pesante viene condotto contro il settore più povero della società, i disoccupati che percepiscono il reddito di cittadinanza.
Draghi attacca tutti – Sciopero generale: se non ora, quando?
Il governo Draghi attacca tutti. La legge di bilancio, in via di stesura mentre andiamo in stampa, si presenta come una vera e propria dichiarazione di guerra. i fronte a questo attacco frontale c’è una sola risposta possibile: il movimento dei lavoratori deve scendere in campo. Dobbiamo farlo subito e con tutta la forza di cui disponiamo.