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Il governo Maduro attacca il Partito Comunista Venezuelano – Contro le ingerenze dello stato! Giù le mani dal PCV!
Mentre la situazione economica in Venezuela peggiora con un calo della crescita economica del 8.3% nel primo trimestre del 2023, l’inflazione divora i modesti aumenti salariali concessi dal governo e il Partito Socialista Unificato del Venezuela (Psuv) è attraversato da numerosi scandali di corruzione, tra cui l’arresto di Hugbel Roa ex ministro dell’Università della Scienza e della tecnologia, Maduro lancia un ulteriore attacco al Partito Comunista Venezuelano (PCV).
Fermare le minacce del Presidente Maduro contro l’APR e la sinistra rivoluzionaria!
Dopo le elezioni del 6 dicembre, gli attacchi del governo e dei rappresentanti delle istituzioni venezuelane nei confronti delle organizzazioni che compongono l’Alternativa Popolare Rivoluzionaria, la principale coalizione di sinistra, sono aumentati nelle ultime settimane, in modo allarmante. In questo articolo ne spieghiamo le ragioni
Venezuela, elezioni dell’Assemblea Nazionale – Ingerenza imperialista e bassa affluenza alle urne
Le elezioni dell’Assemblea nazionale del 6 dicembre in Venezuela, che sono state caratterizzate da una bassa affluenza alle urne, si sono svolte nel bel mezzo dell’aggressione imperialista e di una profonda crisi economica. Gli Stati Uniti e l’Ue avevano già annunciato in anticipo che non avrebbero riconosciuto i risultati, ma la carta Guaidó non ha più nessun valore e la vittoria del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) annuncia un approfondimento della sua svolta politica verso destra.
Venezuela – Nasce l’Alternativa Popular Revolucionaria
Il Venezuela di Maduro si avvicina alle prossime elezioni parlamentari del 6 Dicembre in una situazione sempre più drammatica. Il paese soffre sotto i colpi del Covid, mentre come in tutta l’America Latina, all’emergenza sanitaria si somma l’aggravamento delle crisi economica.
Venezuela – L’aggressione imperialista non si ferma
Il 23 gennaio scorso Juan Guaidò si autoproclamava Presidente del Venezuela. Subito gli Stati Uniti lo riconoscevano e i governi di buona parte dell’America latina si affrettavano a seguirli. Due mesi dopo, tuttavia, il golpe non ha vinto. Perche?
Venezuela, 23 febbraio – Il giorno in cui non sono passati
Così, la giornata del 23 febbraio è arrivata ed è anche finita. Questo doveva essere il giorno stabilito come D-day dagli Stati Uniti e dai loro burattini locali, quando gli “aiuti umanitari” avrebbero dovuto entrare nel paese. Ma l’imperialismo non ha raggiunto i suoi obiettivi, e ciò rappresenta una vittoria per noi.
No al golpe! No alla guerra! Giù le mani dal Venezuela!
La Tendenza Marxista Internazionale respinge il tentativo in atto dell’imperialismo statunitense di portare avanti un colpo di stato in Venezuela. Quello a cui stiamo assistendo è il tentativo spudorato di una coalizione di diversi paesi, guidata da Trump, di destituire il governo venezuelano del presidente Maduro.
Gli Stati Uniti stringono il cappio attorno al Venezuela: il colpo di stato può vincere?
Gli sforzi di Washington per rovesciare il governo venezuelano, un tentativo di golpe imperialista, procedono rapidamente. Tuttavia, finora, il tentativo di colpo di stato non è riuscito a ottenere alcun sostegno dalle forze armate e l’ultima protesta dell’opposizione nelle piazze è stata un fallimento. Quali sono le prospettive per questa aggressione imperialista e come può essere combattuta efficacemente?
Venezuela: Come sconfiggere il colpo di Stato imperialista?
Ancora una volta l’opposizione in Venezuela tenta la strada del colpo di Stato per scrivere definitivamente la parola fine sulla rivoluzione venezuelana. Il 23 gennaio il leader della Mesa de Unidad Democratica Juan Guaidò si è autoproclamato presidente della Repubblica al posto di Nicolas Maduro.
Guaidò si autoproclama Presidente della Repubblica. È iniziato il colpo di stato
Come abbiamo denunciato in Venezuela è in corso un colpo di stato promosso dall’imperialismo e dai suoi lacchè del cartello di Lima, messo in campo dai burattini dell’opposizione. Oggi 23