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Elezioni in Spagna – Il “Blocco progressista” regge all’avanzata della destra ma riceve un ultimo avvertimento
Le elezioni anticipate spagnole del 23 luglio hanno fornito un risultato inatteso. Il PP (Partito popolare) e VOX, rispettivamente di destra ed estrema destra, non sono riusciti ad ottenere la maggioranza assoluta predetta dai sondaggi. La mobilitazione del voto di sinistra all’ultimo momento per impedire l’ingresso dell’estrema destra al governo ha fatto sì che il voto per il PSOE (Partito socialista operaio spagnolo) socialdemocratico reggesse meglio di quanto anticipato, portando a una composizione parlamentare senza una chiara maggioranza. La formazione di un nuovo governo sarà complessa e potrebbe persino richiedere una nuova tornata elettorale, proprio quando la classe dominante spagnola avrebbe invece bisogno di un governo forte per fronteggiare la recessione incombente. L’articolo dei compagni spagnoli di Lucha de Clases analizza le ragioni di questo scenario.
Elezioni del 25 giugno in Grecia: pesante sconfitta per SYRIZA mentre aumenta l’astensione e i fascisti entrano in parlamento
Le recenti elezioni greche del 25 giugno hanno visto SYRIZA subire un duro colpo, con il leader Alexis Tsipras che ha annunciato oggi (29 giugno, ndt) le sue dimissioni. Il crollo di SYRIZA ha garantito la vittoria alla destra di Nuova Democrazia. Insieme al rientro di un partito fascista in parlamento, questo ha indotto molti a sinistra ad affermare che la società greca si stia spostando a destra, e sia persino minacciata dall’ascesa del fascismo. Questa è una conclusione superficiale che ignora la tendenza principale, l’ondata di astensione e di disillusione nei confronti delle istituzioni della democrazia borghese.
Elezioni in Grecia – È necessario un fronte unico di lotta per battere la destra
Il risultato delle elezioni politiche del 21 maggio ha visto la vittoria del partito tradizionale della classe dominante greca, Nuova Democrazia (ND), e una cocente sconfitta per SYRIZA, il principale partito di sinistra dell’ultimo decennio.
Questo nonostante lo scandalo delle intercettazioni illegali che da tempo affligge il regime di ND e il recente tragico deragliamento del treno a Tempi nel febbraio scorso (conseguenza della corruzione e della cattiva gestione) che ha provocato una forte rabbia contro il governo. Come possiamo spiegare il risultato?
Turchia – La logica del meno peggio non riesce a battere Erdogan
Il primo turno delle elezioni presidenziali in Turchia non ha decretato alcun vincitore. L’attuale presidente Erdogan (49,3% dei voti) sarà costretto per la prima volta al secondo turno; il suo rivale sarà Kemal Kılıçdaroğlu, del Chp, Partito popolare repubblicano. Tuttavia la sconfitta di Erdogan annunciata da diversi mass media non è avvenuta. Perchè?
Perù: la farsa delle elezioni anticipate non risolve nulla
La montagna ha partorito un topolino. Ieri il Congresso peruviano è tornato a prendere in considerazione la questione delle elezioni anticipate, opzione che aveva respinto venerdì scorso. Quando Dina Boluarte ha preso illegittimamente il posto del presidente Castillo, ha annunciato che sarebbe rimasta in carica fino al 2026, ma ora ciò è diventato insostenibile. È evidente che una parte della classe dominante peruviana ha capito che deve riformare il sistema politico per cercare di placare l’enorme ondata di indignazione scatenata dal golpe parlamentare contro il presidente Castillo il 7 dicembre.
Prospettive per le elezioni presidenziali in Brasile
Da quando è stato rilasciato dalla prigione, l’ex presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva (conosciuto comunemente come Lula), ha visto annullare la sua condanna, è stato dichiarato innocente e sono stati ripristinati i suoi diritti politici. Ora è al primo posto nei sondaggi per le prossime elezioni presidenziali di ottobre, con il 46% contro il 29% dell’attuale presidente, Jair Bolsonaro.
Colombia, Petro conquista una vittoria storica: ora lottiamo per il socialismo!
Con il 50,48% dei voti, Gustavo Petro e Francia Marquez hanno vinto le elezioni presidenziali in Colombia contro il demagogo di destra Rodolfo Hernandez. L’importanza storica della vittoria di Petro, Marquez e del Pacto Histórico non può essere sottovalutata. Gustavo Petro è diventato il primo presidente di sinistra nella storia della Colombia. La sua presidenza rappresenta un punto di svolta nella lotta di classe di un paese in cui l’oligarchia capitalista ha sempre svolto impunemente il ruolo di carnefice.
Elezioni comunali a Parma: la parabola di Pizzarotti e la sinistra
Il prossimo 12 giugno si svolgeranno anche a Parma le amministrative per l’elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale. Non si tratta di un test come altri, dal momento che Parma è stata la prima città capoluogo ad essere conquistata dal Movimento Cinque Stelle ormai dieci anni fa. Proprio a Parma, quindi, la parabola del M5S si è potuta dispiegare e compiere per intero, spesso anticipando aspetti che si sarebbero ripresentati a livello nazionale e sul piano più generale della politica pentastellata.
Colombia, bilancio delle elezioni – Vota Petro e lotta per il socialismo
Proprio come anticipato da tutti i sondaggi degli scorsi tre mesi, Gustavo Petro è arrivato in testa nel primo turno delle elezioni presidenziali colombiane, ottenendo la cifra sorprendente di 8,5 milioni di voti (40%). Purtroppo, nonostante quanto Pedro stesso aveva previsto, non è riuscito a vincere con una maggioranza del 50%, o più ampia, già al primo turno. E nonostante le previsioni di molti, Rodolfo Hernández, il demagogo di destra che ha fatto campagna elettorale soprattutto attraverso i social network, è riuscito a sorpassare Federico “Fico” Gutierrez, il candidato del sistema capitalista sostenuto dai padroni e dalla destra.
Dopo le elezioni – La sinistra nella trappola del “Macron sloveno”
Se si prova a ricercare il nome di Robert Golob su internet, quasi ogni testata online offre al lettore una sua particolare versione della domanda che tanti, fuori dalla Slovenia si saranno posti: chi è il nuovo premier che guiderà il governo sloveno? Sono domande legittime per quello che è considerato un volto nuovo “outsider” della politica, anche dal momento che le elezioni slovene sono state completamente oscurate nell’attenzione pubblica internazionale da quelle francesi a cui però più di qualcuno vorrebbe compararle.