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Catalogna – Svolta a sinistra e maggioranza assoluta indipendentista nelle elezioni segnate dalla pandemia
La tornata elettorale del 14 febbraio in Catalogna è stata segnata dal Covid-19 che ha portato a un’astensione record. La pandemia non ha influenzato il voto solo per quanto riguarda i dati di affluenza, ma si è espressa anche in una netta radicalizzazione a sinistra in risposta alla crisi.
Catalogna – La frusta della reazione fa ripartire le proteste repubblicane
L’altro ieri, 14 ottobre, la Corte suprema spagnola ha condannato dodici prigionieri politici catalani coinvolti nel referendum dell’ottobre 2017, tra cui nove ex ministri, il Presidente del parlamento catalano e due leader della società civile molto popolari. La sentenza ha scatenato una reazione immediata da parte delle masse catalane, che sono scese in piazza in gran numero.
Catalogna – Un anno dopo l’ “Ottobre repubblicano”: un bilancio e alcune conclusioni
Un anno fa, il referendum sull’indipendenza catalana del 1° ottobre è diventato un punto di svolta nell’intera situazione politica in Catalogna e in tutto lo Stato spagnolo. Quello che noi chiamiamo “Ottobre repubblicano” è stato caratterizzato da un ingresso improvviso delle masse nell’arena politica.
Catalogna – Enorme corteo per la liberazione dei prigionieri politici
Domenica 15 aprile, centinaia di migliaia di persone sono scese di nuovo in piazza a Barcellona contro la repressione dello stato spagnolo. La rivendicazione principale era la libertà per i prigionieri politici catalani – i manifestanti hanno marciato sulla base dello slogan “Us Volem a Casa” (“Vi vogliamo a casa”).
Il regime spagnolo utilizza tutti i mezzi a disposizione per impedire l’insediamento del presidente in Catalogna
Il regime spagnolo sta utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione per impedire a Carles Puigdemont di essere eletto come presidente catalano. In questa situazione si sta rivelando la natura profondamente antidemocratica del regime che è stato istituito nel 1978.
Elezioni in Catalogna: sconfitta la strategia di Rajoy
Le elezioni catalane del 21 dicembre rappresentano uno schiaffo in faccia alla strategia del governo spagnolo: l’introduzione del controllo diretto della Catalogna da parte di Madrid, volto a distruggere il movimento indipendentista. Il partito di governo in Spagna, il Partito popolare, è stato ridotto a 3 seggi in Catalogna e il blocco a favore dell’indipendenza ha ancora una volta ottenuto la maggioranza assoluta nel parlamento catalano.
Catalogna: il 21 dicembre lottiamo contro l’articolo 155 e il regime del 1978 – Repubblica, socialismo, internazionalismo
Questa dichiarazione è stata redatta dai compagni della sezione Catalana della Tendenza Marxista Internazionale, Revoluciò.
Sottolinea l’appoggio dei nostri compagni in Catalogna per la CUP nelle elezioni regionali catalane “illegittime e imposte”del 21 dicembre, per minare il regime del ’78, e traccia gli obiettivi da raggiungere per il movimento per una Repubblica Catalana.
La lotta per la Repubblica catalana entra in una nuova fase
La proclamazione della Repubblica da parte del Parlamento catalano il 27 ottobre è stata di breve durata. Lo stato spagnolo era pronto a schiacciarla in maniera decisa mentre il governo catalano non aveva alcun piano né una strategia per difenderla. Tuttavia, questa, non è la fine del movimento.
Il colpo di stato della Spagna contro la democrazia in Catalogna
Sabato 21 ottobre a Barcellona 450mila persone sono scese in corteo mentre altre decine di migliaia l’hanno fatto in diverse altre città, grandi e piccole, in tutta la Catalogna, per chiedere la libertà per i due Jordi e respingere il colpo di stato avvenuto tramite l’applicazione dell’articolo 155 annunciata dal presidente spagnolo Rajoy il mattino del 21 ottobre.
La Catalogna è pronta a insorgere
Erano appena passate le 9.20 di sera quando si è diffusa la notizia che i dirigenti dell’Assemblea nazionale catalana (ANC), Jordi Sánchez, e Jordi Cuixart dell’Òmnium Cultural (un istituto per la promozione della cultura catalana), erano stati condotti in carcere senza cauzione su ordine della Corte di Giustizia Nazionale. La rabbia è esplosa.
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