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La guerra dei vaccini, tra profitto e propaganda
La vicenda dei vaccini per il Covid dimostra in forma concentrata la criminale assurdità della gestione sanitaria in mano al capitale. Proprio quando sarebbe necessaria la massima collaborazione internazionale, la condivisione di dati e di esperienze, informazioni essenziali vengono coperte dal segreto per spiazzare la concorrenza e i vaccini stessi sono coperti da brevetti.
Vaccini COVID-19: i profitti di Big Pharma sono più importanti delle vite umane
I vaccini per il COVID-19 che lentamente cominciano ad essere distribuiti, offrono un barlume di speranza a milioni di persone comuni che hanno trascorso la maggior parte dell’anno intrappolate nell’incubo, apparentemente senza fine, di questa pandemia. Per i capitalisti del settore farmaceutico, queste risorse essenziali (il cui sviluppo è stato finanziato in gran parte con denaro pubblico) sono una miniera d’oro da depredare.
Roma – La Sapienza ai tempi del Covid
Ai tempi dell’emergenza sanitaria covid-19 le prime strutture ad essere state chiuse sono state scuole e università. Prendiamo ad esempio La Sapienza di Roma, che con i suoi 113.500 studenti complessivi, 3.300 docenti e 2.000 funzionari, tecnici e bibliotecari, oltre a 1.800 amministrativi nelle strutture ospedaliere (al 2019), è il più grande campus d’Europa.
Calabria, è tempo di reagire – Per una sanità pubblica, gratuita e di qualità!
Se in primavera il lockdown nazionale ha limitato la diffusione del virus nel territorio calabrese ed ha evitato il collasso del sistema sanitario locale, il tentativo del Governo Conte di arginare il virus in autunno, istituendo la zona rossa, ha avuto l’effetto di far esplodere la rabbia dei calabresi, stanchi ed indignati per dover subire una zona rossa causata dalla gestione criminale delle risorse pubbliche.
Donne, pandemia e crisi economica – Più colpite, ma anche più combattive
I dati della attuale crisi economica in relazione all’occupazione sono impietosi. Rispetto al periodo pre-Covid si stima a 10 milioni il calo di occupati in Europa, con una previsione di 12 milioni entro la fine dell’anno. Ma all’interno di questo dato sta emergendo nelle ultime settimane un’ulteriore carneficina. E cioè che questa crisi sta pesantemente facendo regredire in particolare la condizione delle lavoratrici.
Il Decreto di Conte è una farsa! Bloccare tutte le produzioni non essenziali, garantire pieno salario, espropriare tutte le risorse necessarie
Con il Dpcm del 3 novembre l’Italia ritorna ad applicare restrizioni e lockdown. Questo decreto ha tutti i caratteri della farsa: fra le tante restrizioni introdotte nel Dpcm (coprifuoco, divieti di circolazione, chiusura dei locali, delle palestre, autocertificazoni, ecc.) spicca una gigantesca macchia bianca, ossia le aziende. Tutto rimane come prima!
Per chi suona la campana delle proteste a Napoli
Ieri, dopo l’invocazione del lockdown regionale, 2mila persone si sono riversate a Santa Lucia, dove si trova la sede della regione Campania. Sfidando il coprifuoco, che entrava in vigore proprio quella notte, i manifestanti hanno dato vita ad un corteo e a blocchi stradali, con proteste sfociate in scontri con le forze dell’ordine e in scene da guerriglia urbana.
Di fronte alla seconda ondata: o loro, o noi
Ormai è evidente: la seconda ondata è in piena diffusione ed è peggio della prima. Il contagio si diffonde a velocità doppia rispetto al picco di primavera, e non siamo neppure vicini all’inverno. Il numero delle vittime è ancora lontano da quello del primo picco, ma è fin troppo facile capire che purtroppo non potrà che seguire la curva del contagio e dei ricoveri, a loro volta in rapido aumento.
De Luca chiude le scuole campane ma nulla è risolto
Il governatore campano De Luca ha stabilito ieri la chiusura delle scuole in tutta la regione fino al 30 ottobre. Questa decisione sarà seguita da altre analoghe. La curva dei contagi, che esprime sempre con ritardo la reale situazione del virus, non potrà che aumentare violentemente nelle prossime settimane. Questa chiusura sarà quindi prorogata e verosimilmente estesa in altre zone del paese.
Serbia: le proteste e la violenza dello stato rivelano la crisi del regime di Vučić
Una settimana dopo aver celegrato una schiacciante vittoria elettorale, il regime del presidente Aleksandar Vučić e del Partito progressista serbo si trovano ad affrontare un crescente scontento e disordini. Ci sono molte ragioni legittime per questi disordini.