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Il vicolo cieco delle azioni eclatanti
Negli scorsi mesi hanno avuto ampio risalto mediatico una serie di azioni intraprese da piccoli gruppi di attivisti di Ultima Generazione e altre organizzazioni ambientaliste, sia in Italia che a livello internazionale: blocchi stradali, lanci di vernice, quadri celebri imbrattati, ecc.
Certamente chi protesta va difeso contro denunce e arresti, ma bisogna anche cercare di non rendere la vita fin troppo facile agli apparati statali repressivi.
23/9: Global Climate Strike – Ci salverà la lotta, non i governi!
Si è appena chiusa una delle estati più calde degli ultimi decenni. Dallo scorso luglio, eventi climatici estremi hanno attraversato le coste del Mediterraneo con una frequenza allarmante. Nell’Oceano Indiano solo pochi giorni fa imponenti inondazioni, causate da monsoni tre volte più forti del normale, hanno portato allo sfollamento di 50 milioni di persone in Pakistan. La ragione principale di questi cambiamenti è il riscaldamento globale.
Pakistan: le masse travolte da alluvioni e piogge mentre chi è al potere non rinuncia al saccheggio
Il Pakistan è devastato da alluvioni e piogge torrenziali, mentre anche in questo periodo di disastri e sofferenza la classe dominante continua a derubare le masse impoverite. Si calcola che circa un terzo del Paese sia stato travolto dalle alluvioni e dalle piogge degli ultimi tre mesi, colpendo 33 milioni di persone. Circa 1 400 persone sono morte e si parla di 4 000 feriti, secondo dati governativi. Gli ultimi dati parlano di 482 030 sfollati e 372 823 edifici distrutti.
Verso lo sciopero del 25/3 – Che fine hanno fatto le politiche GREEN?
Il conflitto in Ucraina sta assumendo anche i contorni di una guerra energetica. In un sol colpo i governi occidentali hanno accantonato le loro belle promesse su un futuro libero dall’inquinamento e i progetti, sulla carta faraonici, come il Green New Deal sono stati fortemente ridimensionati a vantaggio di nuovi investimenti nei combustibili fossili.
Trent’anni di “bla bla bla” – Fallisce anche la Cop26
Entrerà nella storia l’immagine di Greta Thunberg di fronte ad una conferenza internazionale incapace di dare risposte ai giovani e all’intera umanità. Segna un cambio di passo importante, “il re è nudo” e questo ennesimo fallimento sottolinea che il capitalismo ostacola e rallenta le soluzioni della crisi ambientale da esso stesso causata.
Decreto trasporti: la vuota retorica green del governo
Sono mesi che i rappresentanti del Governo si spendono in discorsi e promesse sulla riconversione ecologica e altri temi ambientalisti, insaporendo in salsa ‘green’ molti dei loro progetti. Nei fatti, le poche misure messe in atto fino ad ora spiccano per inadeguatezza e scarsa incisività. L’emergenza climatica richiede un’azione tempestiva e radicale.
COP26: il capitalismo può salvare il pianeta?
Domenica 31 ottobre si sono ufficialmente aperti i negoziati per la COP26, l’ultima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Ospitata a Glasgow, Boris Johnson ha accolto i capi di stato da tutto il mondo per due settimane di trattative, dibattiti e conferenze stampa. Erano anche presenti i leader di alcune aziende per presentare le loro idee su come affrontare il cambiamento climatico. In questo articolo, scritto alla vigilia del summit, si evidenzia come la Cop26 sia ben lontana dal rappresentare un punto di svolta.
NUOVO VOLANTONE: La loro transizione e la nostra – Una prospettiva socialista
Il volantone che distribuiremo in tutte le piazze d’Italia per la Globak climate strike venerdì 24 settembre. Puoi scaricarlo in pdf
Lo sporco sotto il tappeto – A proposito di “decarbonizzazione” e cattura della CO2
Transizione energetica e decarbonizzazione sono tra le nuove parole d’ordine della classe dominante. Le tecnologie relative sono al centro del dibattito politico ed economico ed influenzano lo stanziamento delle maggiori risorse. Questa ricostruzione nel segno “green” viene ormai considerata come una nuova rivoluzione industriale, un nuovo modo di fare economia pulita nel nome di una presunta sostenibilità ambientale e sociale.
Texas – Un disastro climatico prodotto dal capitalismo
La scorsa settimana una terribile ondata di gelo ha colpito il Texas danneggiando circa il 90% delle infrastrutture elettriche dello stato. La crisi ha causato danni strutturali alle case con interruzione del riscaldamento e in parte del servizio idrico. Più o meno 4 milioni di persone sono rimaste senza energia elettrica di punto in bianco. Sono stati attribuiti al disastro una settantina di morti ma sono in tantissimi a star vivendo un momento disperato e di estrema difficoltà.