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La battaglia del fisco
Il 18 marzo è stato approvato dal Consiglio dei ministri il disegno di legge delega per la riforma del fisco.
Il punto che ha suscitato maggiore scontro politico è la cosiddetta flat tax, storico cavallo di battaglia della destra in Italia e non solo: la proposta, cioè, che l’imposta sui redditi venga pagata da tutti secondo una stessa percentuale, abolendo così la progressività del sistema attuale secondo la quale chi più guadagna, più paga.
La nostra battaglia in CGIL continua
Lo scorso 4 aprile l’ISTAT ha pubblicato l’aggiornamento del rapporto sulla distribuzione del reddito in Italia, confermando che l’emergenza salariale nel paese è sempre più drammatica: le famiglie consumano i loro magri risparmi e contraggono nuovi debiti per arrivare alla fine del mese. Il rapporto dice anche che, mentre i lavoratori si indebitano, i prezzi non scendono nonostante il calo delle spese di produzione (-8%) e le aziende aumentano gli utili di un’ulteriore 3%.
Dopo i fatti di Firenze – Lotta antifascista di massa!
Abbiamo ancora negli occhi la magnifica manifestazione antifascista dello scorso 4 marzo a Firenze. Oltre 40mila lavoratori e giovani sono scesi in piazza per dire basta alle aggressioni fasciste, al culmine di una serie di mobilitazioni e cortei che si erano susseguiti nelle settime precedenti. Tutti i presenti comprendevano molto bene come, di fronte a vili pestaggi come quello perpetrato da Azione Studentesca davanti al Liceo Michelangiolo, sia necessaria una lotta di massa.
Congresso Cgil – Da Landini nessuna risposta, i lavoratori devono riprendere la parola!
Il congresso della CGIL è alle sue battute finali ed è tempo di trarne un bilancio. Nel corso di questi mesi si sono confrontate due mozioni contrapposte, quella di Landini Il Lavoro crea il futuro e Le radici del sindacato. La commissione congressuale nazionale ha certificato 1.345.107 votanti, meno di un terzo degli iscritti. 1.305.702 voti sono stati assegnati al documento di Landini, 32.240 al documento di minoranza, cioè il 2,41%.
Per alzare i salari bisogna colpire i profitti (Breve promemoria per il compagno Landini)
Il crollo dei salari è il nervo più scoperto per i lavoratori italiani in questo momento.
A novembre l’inflazione su base annua ha subito un balzo all’11,8%, il dato peggiore dal 1983. Gli aumenti per giunta si concentrano su beni di prima necessità (alimentari, bollette, trasporti, abitazione, ecc.) che costituiscono gran parte delle spese dei lavoratori e dei pensionati. Per i redditi più bassi l’Istat stima l’inflazione al 15%.
Di fronte a uno scempio simile sarebbe naturale che il sindacato fosse sul piede di guerra.
La nostra battaglia al Congresso della CGIL
Il congresso CGIL è ai nastri di partenza. L’area Giornate di Marzo sostiene il documento alternativo “Le Radici del Sindacato – Senza lotte non c’è futuro”. Di seguito i punti centrali che solleveremo nelle assemblee congressuali nei luoghi di lavoro.
Gli accordi di luglio 1992 – Quando abolirono la Scala Mobile
Il 31 luglio 1992 i vertici di CGIL, CISL e UIL, il governo Amato e Confindustria firmano i primi famigerati accordi sulla moderazione salariale e aboliscono la Scala Mobile dei salari. L’anno seguente, il 23 luglio 1993, un altro accordo altrettanto peggiorativo fa da apripista agli attacchi dei decenni successivi. Se oggi i lavoratori italiani sono tra quelli coi salari più bassi, la precarietà più diffusa ed il sistema pensionistico peggiore dell’Europa occidentale, quello è stato il punto di partenza.
Congresso CGIL – Il nostro sostegno al documento alternativo
Lo scorso congresso, nel gennaio del 2018, si era concluso con parecchie aspettative nella base per l’elezione di Landini a segretario generale. Quattro anni dopo il panorama è di un drammatico immobilismo del principale sindacato italiano.
Da trent’anni la condizione dei lavoratori in Italia peggiora. La politica della concertazione e l’assenza di conflitto sindacale hanno spostato i rapporti di forza a favore del padronato.
Per una nuova scala mobile dei salari!
Dopo trent’anni di arretramenti continui, una campagna in tutti i posti di lavoro attorno alla Scala Mobile, una rivendicazione chiara, comprensibile e che risponde ad un’esigenza sentita da tutti i lavoratori, rappresenterebbe per il sindacato la grande occasione per aprire una nuova stagione di riscossa del movimento operaio italiano.
Se non ora, quando?
Alzare i salari, bloccare i prezzi, difendere i posti di lavoro – Per una nuova scala mobile dei salari!
Dopo decenni di prezzi stabili, l’inflazione è esplosa in Italia e nel mondo. L’Istat stima per il 2022 un aumento dei prezzi del 4,8 nel nostro Paese. Si pone il problema urgente di difendere salari e stipendi da questa catastrofe.
La scala mobile dei salari era un meccanismo automatico in base al quale ogni tre mesi si calcolava l’aumento dei prezzi dei beni di consumo per una famiglia di lavoratori. E i salari venivano aumentati di conseguenza.
E’ ora di ripristinarla!