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Unione Europea – Chi paga il conto della crisi climatica?
Il grande battage pubblicitario attorno alla “Legge sul ripristino della natura” approvata la scorsa settimana dal Parlamento europeo (resa sostanzialmente innocua nei suoi effetti concreti) è teso a nascondere i veri obiettivi dell’Unione europea: il rilancio di un protezionismo “green” dove a pagare saranno i lavoratori e le loro famiglie.
Il Canada brucia e New York soffoca: socialismo o catastrofe climatica
Milioni di persone nella parte orientale degli Stati Uniti d’America sono state esposte a una qualità dell’aria davvero pessima negli ultimi giorni, causata da una stagione degli incendi da record in Canada, che è cominciata in anticipo e si è sviluppata con la maggiore intensità di sempre.
Emilia-Romagna: Travolti dall’acqua e da una marea di cemento
Le precipitazioni di queste ultime due settimane in Emilia-Romagna sono state eccezionali. Ci sono morti e dispersi e danni incalcolabili.
Non si dica però che sono eventi imprevedibili davanti ai quali gli uomini sono impotenti.
L’inganno della “transizione” capitalista
Crescono negli ultimi anni i disastri ecologici che a livello mondiale provocano migliaia di morti, distruzione delle forze produttive e delle infrastrutture, aumento di patologie legate al cambiamento climatico, distruzione della biodiversità, rovina di raccolti agricoli con relative crisi alimentari regionali.
Il vicolo cieco delle azioni eclatanti
Negli scorsi mesi hanno avuto ampio risalto mediatico una serie di azioni intraprese da piccoli gruppi di attivisti di Ultima Generazione e altre organizzazioni ambientaliste, sia in Italia che a livello internazionale: blocchi stradali, lanci di vernice, quadri celebri imbrattati, ecc.
Certamente chi protesta va difeso contro denunce e arresti, ma bisogna anche cercare di non rendere la vita fin troppo facile agli apparati statali repressivi.
Nucleare green? NO grazie
a diversi mesi è iniziata una vera e propria campagna a favore del nucleare, nella quale governi ed enti privati propongono l’utilizzo di centrali a fissione come soluzione sia alla crisi ambientale che a quella energetica. Lo scorso luglio gas e nucleare sono stati inseriti dal Parlamento Europeo all’interno dell’elenco delle fonti energetiche sostenibili. In Germania la chiusura dei reattori attivi prevista per la fine del 2022 è stata rimandata per far fronte alla crisi del gas. Il nuovo governo italiano nel proprio programma prevede l’utilizzo del nucleare per contenere i costi dell’energia.
23/9: Global Climate Strike – Ci salverà la lotta, non i governi!
Si è appena chiusa una delle estati più calde degli ultimi decenni. Dallo scorso luglio, eventi climatici estremi hanno attraversato le coste del Mediterraneo con una frequenza allarmante. Nell’Oceano Indiano solo pochi giorni fa imponenti inondazioni, causate da monsoni tre volte più forti del normale, hanno portato allo sfollamento di 50 milioni di persone in Pakistan. La ragione principale di questi cambiamenti è il riscaldamento globale.
Pakistan: le masse travolte da alluvioni e piogge mentre chi è al potere non rinuncia al saccheggio
Il Pakistan è devastato da alluvioni e piogge torrenziali, mentre anche in questo periodo di disastri e sofferenza la classe dominante continua a derubare le masse impoverite. Si calcola che circa un terzo del Paese sia stato travolto dalle alluvioni e dalle piogge degli ultimi tre mesi, colpendo 33 milioni di persone. Circa 1 400 persone sono morte e si parla di 4 000 feriti, secondo dati governativi. Gli ultimi dati parlano di 482 030 sfollati e 372 823 edifici distrutti.
La crisi del grano: verso una crisi alimentare
Nelle ultime settimane è all’ordine del giorno la questione della crisi del grano, crisi che preoccupa sempre più la borghesia a livello mondiale. La guerra in Ucraina è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, visto che sia la Russia che l’Ucraina coprono da sole il 30 % delle esportazioni mondiali di grano.
Verso lo sciopero del 25/3 – Che fine hanno fatto le politiche GREEN?
Il conflitto in Ucraina sta assumendo anche i contorni di una guerra energetica. In un sol colpo i governi occidentali hanno accantonato le loro belle promesse su un futuro libero dall’inquinamento e i progetti, sulla carta faraonici, come il Green New Deal sono stati fortemente ridimensionati a vantaggio di nuovi investimenti nei combustibili fossili.