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Studenti in piazza! C’è la scuola da salvare!

Questo inizio di 2021 ci sta già presentando un conto salatissimo, la prospettiva di una riapertura delle scuole data per certa dal governo sta andando in mille pezzi. Il governo non si sta assumendo neanche la responsabilità di prendere una decisione; sono le regioni a decidere tutto e il contrario di tutto.

Secondo una recente indagine di Save the Children, il 28% degli studenti dichiara che almeno un loro compagno di classe dall’inizio del lockdown ha smesso di frequentare le lezioni (tra questi, un quarto ritiene che siano addirittura più di 3 i ragazzi che non partecipano più alle lezioni).

Circa 34mila studenti delle scuole secondarie di secondo grado sono da considerarsi “dispersi della scuola”. Un “anno sprecato” per quasi un adolescente su due (46%).

Questa è solo la punta dell’iceberg di un’esasperazione di tutti, non ce la facciamo più.

Questo sta portando ad una reazione, gli studenti stanno cominciando a scendere in piazza, a bloccare scuole, a fare discussioni. Come coordinamento studentesco siamo in prima fila in queste mobilitazioni.

La verità è che l’intero quadro politico ha bellamente ignorato le misure necessarie al ritorno all’attività scolastica in presenza. Non ci sono stati né investimenti, né misure degne di nota. Tutto è stato scaricato su insegnanti, studenti e genitori.

Niente sui mezzi pubblici, ancora meno sulle strutture scolastiche e il corpo docente. Siamo diventati la vittima sacrificale di un sistema che fa acqua da tutte le parti. Le scuole sono state chiuse per permettere alle aziende e alle attività economiche di funzionare: i grandi azionisti fanno profitti miliardari, i lavoratori sono costretti a uscire col ricatto della fame, gli studenti sono lasciati a se stessi.

Questa è la vera faccia del sistema in cui viviamo, il capitalismo. La crisi pandemica, che va avanti ormai da quasi un anno, ha messo alla luce tutti i limiti di questo sistema.

Adesso basta, non accettiamo più chiacchiere. Serve immediatamente un piano di investimenti straordinario per poter riaprire le scuole in piena sicurezza:

– Trovare strutture adeguate per ridistribuire gli studenti e così evitare le classi pollaio, con un massimo di 15 studenti per classe. Basterebbe precettare gli spazi dai privati, a partire dalle scuole private, strutture che nemmeno dovrebbero esistere. Solo chi paga somme elevate merita di studiare in sicurezza?

– Raddoppio e gratuità dei trasporti: in Lombardia, la regione con più alto tasso di contagi, ha visto addirittura in dimezzamento delle corse, così come la Sicilia, una regione con i contagi fuori controllo che da quest’anno ha affidato i trasporti pubblici ad una azienda privata, provocando dimezzamento di mezzi di trasporto. Per arrivare a scuola o sul proprio posto di lavoro c’è bisogno di fare svariati cambi, con autobus che non arrivano agli orari prestabiliti o che sono così malandati da prendere fuoco o da non coprire dalla pioggia.

– Istituire una sala infermieristica in ogni scuola e personale medico per garantire la salute. Fino ad ora è stato il personale ATA a doversi prendere cura di sospetti casi di covid-19, senza possedere le giuste indicazioni o una preparazione medica adeguata e rischiando la propria vita.

– Assumere almeno 200 mila lavoratori della scuola per poter garantire più classi meno numerose.

Fuori dalla scuola, deve essere raddoppiata la spesa per la sanità, garantite cure di qualità gratuite per tutti, deve essere nazionalizzata e garantita a tutti la distribuzione del vaccino.

Le attività produttive devono essere aperte solo se sono essenziali per la società, per le persone normali, non per garantire i profitti degli azionisti. A tutti, lavoratori e disoccupati, deve essere garantito un salario per non morire di fame.

Se queste basilari azioni non verranno prese, tutte le discussioni del governo resteranno solo chiacchiere. Oggi garantire la salute e un futuro ai giovani vuol dire lottare, vuol dire scontrarsi con chi comanda e pensa solo al profitto. Dobbiamo lottare per rovesciare questo sistema.

La pandemia ha solo messo sotto i riflettori questa realtà che ormai sta diventando evidente agli occhi di molti.

Perciò, oggi dobbiamo continuare quello che è stato iniziato, dobbiamo organizzarci e discutere, con collettivi nelle scuole, unendo la battaglia con i lavoratori, creare comitati in difesa della scuola e della salute, e dobbiamo coordinarci in ogni città e a livello nazionale.

Una lotta determinata e generalizzata è l’unico modo per ottenere un cambio reale.

Questa è la nostra proposta come coordinamento Alziamo la Testa. Contattaci e uniamo le forze!

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