Solidarietà ai delegati della Fca di Termoli
La settimana scorsa la maggioranza dei delegati Rsa dello stabilimento Fca di Termoli ha convocato uno sciopero dello straordinario per sabato 21 novembre.
I motivi dello sciopero sono semplici, i carichi di lavoro, lo stress e il sotto organico stanno rendendo sempre più insopportabili i ritmi in fabbrica. È la mancanza adeguata di operai sulle linee il motivo per cui l’azienda pretende gli straordinari al sabato e nello stesso tempo rifiuta nei fatti di aprire una discussione seria su un adeguato numero di assunzioni.
Il segretario regionale della Fiom non ha trovato di meglio che prendere le distanze da questo sciopero rendendo pubblica la propria contrarietà con un comunicato ufficiale appeso addirittura nelle bacheche dello stabilimento..
La motivazione di tale presa di posizione è che questi scioperi già convocati nei precedenti sabati straordinari hanno visto una bassa partecipazione.
Riteniamo che un atto pubblico di sconfessione dei propri delegati rappresenti un grave atto che renderà ancora più aggressivi i padroni e i loro lacchè verso i delegati e i lavoratori impegnati nella mobilitazione. La Fiom non puoi mai “scaricare” i propri delegati agli occhi del padrone, il quale può utilizzare questi episodi contro chi si espone in prima persona, rischiando anche il proprio posto di lavoro, per difende gli interessi dei propri lavoratori.
Un atto tanto più grave se si considera che i delegati in questione sono stati recentemente riconfermati come i più rappresentativi nelle elezioni Rls dai lavoratori nonostante le politiche repressive che l’azienda ha attuato in tutti questi anni contro la Fiom.
Quel comunicato non va solo contro i delegati di Termoli ma contro tutti quei lavoratori che quotidianamente rischiano il proprio posto di lavoro per far valere i propri diritti.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai compagni, convinti come siamo che nessun delegato debba sentirsi vincolato da un ordine del vertice quando è convinto di agire per il meglio, rispondendo prima che alla propria organizzazione, ai lavoratori che gli hanno dato il mandato.
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