Scuola – Vogliamo poter studiare in sicurezza, per noi e per chi ci sta vicino
Alziamo la testa!
Non siamo carne da macello
Il volantino che il coordinamento studentesco “Alziamo la testa” distribuirà in tutte le scuole da lunedì 14 settembre. Scaricalo qui in pdf
—
Per 6 mesi il governo ha assicurato che avrebbe riaperto le scuole in sicurezza. Ma erano solo chiacchiere. Non sono stati presi spazi adeguati per il distanziamento, non è stato ridotto il numero di studenti per classe, non sono stati assunti i professori e il personale Ata necessario, non sono stati potenziati i mezzi pubblici, non è stata prevista la presenza di personale medico nelle scuole. In pratica ci rimandano nelle stesse scuole in cui non si poteva andare a febbraio e marzo, con qualche mascherina in più.
Invece di garantire spazi più ampi sono stati spesi più di 200 milioni di euro per i famosi (e costosi) “banchi monoposto”, che oltretutto non arriveranno in tempo per la riapertura.
In queste condizioni è ovvio che il contagio si diffonderà, come stiamo già vedendo in altri paesi. In Francia a 3 giorni dalla riapertura hanno chiuso 22 scuole. Già prima che inizi la scuola anche in Italia ci sono scuole che stanno chiudendo. E non è che l’inizio.
Il governo infatti mette le mani avanti e già parla di tornare a usare la Didattica a distanza, senza dire come e quanto. “Per alcune ore”, “per alcuni alunni”, “in caso di quarantena”… Ma abbiamo visto negli scorsi mesi che la Dad non garantisce lo stesso apprendimento, e soprattutto taglia fuori chi non ha i dispositivi, una connessione stabile, una stanza silenziosa. Cosa è stato fatto per colmare questo gap?
L’Unicef stima che 463 milioni di giovani nel mondo siano stati completamente esclusi dalla formazione in questi mesi. Sono dati molto preoccupanti, a cui non si può rispondere con le chiacchiere.
Senza fornire strutture adeguate, il governo scarica tutta la responsabilità sui professori, sulle famiglie, sugli studenti. Le indicazioni su come si deve svolgere la giornata dicono che non ci si può praticamente muovere dal proprio banco per tutto il giorno, una misura che colpisce la salute fisica e mentale, che si inventano solo perché non hanno trovato aule più spaziose.
Hanno minacciato di dare il 5 in condotta a chi si toglie la mascherina. Con l’autonomia scolastica lo Stato abbandona le scuole a se stesse ma dà carta bianca ai presidi per tiranneggiare e attaccare i diritti democratici di studenti e lavoratori. Ai professori viene detto che devono fare da poliziotti per garantire la salute. Agli studenti che devono obbedire senza fiatare.
Studenti e lavoratori della scuola sono i primi a volere delle scuole sicure, il problema è che questo non è possibile se non vengono messe le risorse! Non ci vengano poi a dire che è colpa nostra se ci ammaliamo!
Sono necessarie classi con un massimo di 15 alunni e spazi ampi per garantire distanze e ricambio di aria. Nuovi spazi si possono trovare usando gli edifici pubblici inutilizzati, e se necessario precettando anche quelli privati. È scandaloso che in questa situazione il governo approvi un finanziamento straordinario di 300 milioni di euro alle scuole private, soldi pubblici che dovrebbero andare a garantire il diritto allo studio in sicurezza.
Sono necessari più docenti e più personale ATA, per aprire più classi con meno studenti. Serve raddoppiare i mezzi pubblici, per dimezzare il carico. Il limite di 80% di carico deciso dal governo è privo di qualunque criterio di sicurezza.
Dentro le scuole chi garantirà la sicurezza? Non l’ha fatto il ministero. Solo gli studenti e i lavoratori della scuola, che rischiano sulla propria pelle, possono farlo. Per questo è fondamentale che si riuniscano le assemblee degli studenti, e che al comitato studentesco, al collegio docenti, ai delegati sindacali sia dato il potere di bloccare l’attività se non ci sono le condizioni minime di sicurezza e di indicare le misure necessarie per garantirle.
In ogni scuola si devono costituire dei comitati per la sicurezza sanitaria, formati da studenti e lavoratori.
Questo è quello che è già successo in tante aziende, dove i lavoratori venivano obbligati a lavorare senza garanzie, ma si sono riuniti e hanno scioperato, bloccando il lavoro finché non fosse garantita la loro salute.
Rivendichiamo di poter studiare, e di poterlo fare in sicurezza. Per noi studenti, per chi lavora a scuola, e per le persone con cui entriamo in contatto.
Il coordinamento studentesco Alziamo la testa è nato durante il lockdown per denunciare il fatto che la Didattica a distanza stava escludendo centinaia di migliaia di studenti dal diritto allo studio. Ci siamo riuniti in due assemblee nazionali online e abbiamo cominciato a organizzare collettivi nelle scuole.
Oggi che torniamo fisicamente a scuola, ci organizziamo in tutte le scuole per poter studiare in sicurezza.
Il 25-26 settembre partecipiamo alle manifestazioni convocate per chiedere più risorse alla scuola.
Il 2 ottobre ci riuniremo in una assemblea nazionale online dove interverranno studenti da tutte le città di Italia.
Lottiamo per:
-No alla didattica a distanza, da usare solo in emergenza e garantendo a tutti strumenti e spazi adeguati.
-Classi con massimo 15 studenti
-Trovare subito gli spazi per garantire distanze e sicurezza, usando edifici e spazi pubblici inutilizzati e se necessario precettando spazi privati, a partire da quelli delle scuole private
-Assunzione di 200mila lavoratori della scuola per garantire classi più piccole, stabilizzazione dei precari
-Raddoppio e gratuità del trasporto pubblico.
-Aumento immediato di almeno 15 miliardi di euro alla scuola pubblica. Azzeramento dei finanziamenti alla scuola privata
-Infermeria e personale medico nelle scuole per garantire la salute.
-Comitati di studenti e lavoratori per la sicurezza sanitaria in ogni scuola. Diritto di assemblea. Comitato studentesco, collegio docenti e delegati sindacali abbiano il potere di bloccare l’attività se non c’è sicurezza.
-No all’autonomia scolastica, difendiamo la democrazia nelle scuole.
Per info su cosa puoi fare nella tua scuola, sulle manifestazioni o
sull’assemblea scrivici, sarai contattato da uno studente della tua città.
Wapp: 3517544457
Instagram: alziamo.la.testa
Articoli correlati
“Dio lo vuole” la crociata della preside del Selmi
“Deus vult!”(Dio lo vuole): queste sono state le parole di Luciana Contri, preside dell’istituto modenese “F. Selmi”, quando ha tentato di impedire che i rappresentanti dell’Arcigay, invitati dagli studenti, potessero
No al numero chiuso – Per un’università aperta a tutti, gratuità e di qualità
Il testo del volantino che stiamo distribuendo davanti a tutte le università in Italia.
Alziamo la testa! (ALT!) – Il programma per il quale lottiamo
Con la destra al governo si preparano pesanti attacchi contro gli studenti e i giovani in generale. è imprescindibile mettere in campo un movimento studentesco nazionale contro il governo Meloni. Il primo passo è costituire un coordinamento democratico di lotta, composto da delegati eletti e revocabili dalle assemblee di ogni scuola e università, strutturato sia a livello locale che nazionale, nel quale discutere liberamente e votare tutte le proposte. è altrettanto necessario dotarsi di un programma chiaro e per questo come ALT! proponiamo alla discussione questi dieci punti:
Università di Trento: proibito andare al bagno!
Nella facoltà di lettere dell’università di Trento non è più possibile accedere liberamente ai bagni. Recentemente l’amministrazione, dietro sollecitazione della lista studentesca di estrema destra “Atreju”’, ha limitato la fruizione del
Statale di Milano: contro il numero chiuso!
Pubblichiamo il volantino che i Compagni del Collettivo Pantera hanno distribuito all’Università Statale di Milano contro la decisione del Senato Accademico di approvare le linee guida per introdurre il numero programmato, anticamera per il numero chiuso, ai corsi di laurea di Studi Umanistici.
Alziamo la testa! Nasce il coordinamento 2 maggio
Sabato scorso si è riunita l’assemblea online lanciata con il questionario “La didattica ai tempi del Coronavirus”. Hanno partecipato 93 studenti da tutta Italia. Al termine dell’assemblea è stato lanciato il Coordinamento 2 maggio.
Pubblichiamo il testo dell’appello finale, che raccoglie la discussione dell’assemblea e lancia la costruzione di collettivi verso la prossima assemblea nazionale del 6 giugno. Invitiamo i nostri lettori a farlo circolare a studenti, collettivi e realtà studentesche.