Sciopero del 7 novembre – I lavoratori del commercio non ci stanno!
Mentre Governo e Confindustria attaccano i contratti nazionali insieme al diritto di sciopero, la classe padronale del commercio si presenta ai tavoli di trattativa dei rinnovi nazionali con proposte irricevibili.
Il 7 novembre è proclamato il primo di due scioperi generali del commercio per i lavoratori delle aziende aderenti a Federdistribuzione, Distribuzione Cooperativa e Confesercenti, che hanno il contratto scaduto da quasi due anni, col rischio concreto quindi di saltare in toto una tornata contrattuale, con forti ripercussioni sui salari dei lavoratori.
La piattaforma unitaria dei sindacati proposta nel 2013 non è stata presa minimamente in considerazione e, per contro, vengono proposti attacchi a salario, diritti e tempi di vita dei lavoratori.
Le richieste di Federdistribuzione sono terrificanti, propongono un contratto pagato interamente dai lavoratori, con la perdita dei permessi individuali, degli scatti di anzianità, dell’incidenza della 13a e 14a mensilità sul Tfr, per arrivare alla parte salariale, dove si dichiarano aperti ad un eventuale aumento purché la vigenza sia posticipata al 2016-2018!
La distribuzione cooperativa invece chiede di abbassare tutte le maggiorazioni, non pagare i primi tre giorni di malattia come avviene nel commercio privato, di abbassare la paga oraria aumentando il divisore orario, e in ultimo, eliminare alcuni inquadramenti intermedi che fino ad oggi riconoscevano la professionalità degli addetti.
Confesercenti tace, aspettando di vedere cosa otterranno i padroni agli altri due tavoli. È di fondamentale importanza che questo sciopero riesca bene e venga organizzato nei migliore dei modi, con assemblee nei luoghi di lavoro, volantinaggi davanti ai negozi, attivi di delegati, per consentire il più ampio coinvolgimento dei lavoratori interessati.
La Filcams deve uscire dalla logica di siglare contratti a tutti i costi, che in questo momento sono solo a perdere per i lavoratori, come quello con Confcommercio, firmato nell’illusione che essere dentro a un contratto nazionale sia comunque una vittoria e nella speranza di sbloccare gli altri tavoli. Ma l’unico effetto sortito è stato quello di essere preso come modello per firmare il vergognoso contratto dei chimici.
I lavoratori devono spingere la Filcams affinché inizi un vero progetto di lotta e di contrasto agli attacchi che stanno subendo i lavoratori, per la tutela dei diritti e del salario e verso la riconquista di quello che ci hanno tolto.
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