San Camillo di Roma – Sì al concorso, no all’obiezione di coscienza
Ieri il Presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha annunciato l’assunzione di due medici non obiettori di coscienza presso l’Ospedale San Camillo di Roma. Questi medici hanno partecipato a un concorso indetto nel 2015 solo per medici non obiettori: Verranno assegnati al settore del Day Hospital e Day Surgery per l’applicazione della legge 194 come si legge nell’articolo 12 del bando. Il bando è stato pubblicato con questa caratteristica per garantire un servizio sanitario, cioè l’applicazione dell’interruzione di gravidanza prevista dalla legge 194, il cui accesso in molti ospedali italiani è ostacolato dal diffuso ricorso all’obiezione di coscienza.
Si sono subito scatenate le polemiche. Dal Ministro della salute Lorenzin ai cardinali e i vescovi, passando per la stampa di destra, tutti hanno espresso la massima indignazione. Il Ministro ha già dichiarato che non c’è una legge che prevede un concorso con questo tipo di selezione e il Presidente della Corte Costituzionale ha già messo in dubbio la validità del bando. La Cei parla addirittura di “grave discriminazione” nei confronti dei medici obiettori. Per questi ipocriti reazionari, tutti uniti in questa nuova crociata, il mondo è proprio capovolto!
Nel Lazio i medici obiettori hanno raggiunto una percentuale pari all’80,7%. Nella maggior parte degli ospedali romani e nazionali non c’è possibilità di applicare interruzione di gravidanza a causa della totale mancanza di medici non obiettori. Questo ha portato a un aumento del numero di aborti clandestini e dal 2008 ad oggi si registrano 20mila casi di interruzione di gravidanza illegali. La discriminazione esiste, dunque, ma verso le donne alle quali da decenni viene negato un diritto sancito da una legge!
L’obiezione di coscienza è uno strumento usato dal personale medico per fare carriera nei siti ospedalieri e non rimanere marginalizzati nei piccoli reparti, visto che nella maggior parte dei casi i medici che sono obiettori di coscienza negli ospedali pubblici diventano “non obiettori” quando si trovano nelle loro cliniche private e a pagamento svolgono interruzioni di gravidanza.
Accogliamo in maniera positiva l’iniziativa del bando della regione Lazio ma la nostra lotta è per la completa abolizione dell’obiezione di coscienza per i medici e tutto il personale paramedico. Solo in questo modo la 194 può essere applicata in toto! Bisogna continuare a difendere la 194 e il diritto delle donne di poter scegliere come gestire la propria vita e il proprio corpo.
Ribadiamo a voce alta il nostro no all’obiezione di coscienza dentro gli ospedali e dentro i consultori.
Articoli correlati
Adelina è morta. Le sue idee meritano rispetto
Adelina Sejdini è morta. Si è lanciata da un ponte, non ce la faceva più a combattere, malata, la sua battaglia disperata per ottenere la cittadinanza italiana, lei che grazie al fatto di essersi ribellata ai suoi aguzzini aveva consentito l’arresto di 40 persone coinvolte nel racket della prostituzione e della mafia albanese.
Non una di meno, un bilancio critico dell’Assemblea nazionale del 22-23 aprile
Nel fine settimana del 22-23 aprile si è tenuta a Roma l’assemblea nazionale della rete Non una di meno, la terza dopo le due precedenti di Roma (27 novembre) e Bologna (4-5 febbraio) e la prima dopo la giornata di lotta internazionale dell’8 marzo che in Italia, come in decine di altri paesi in tutto il mondo, ha visto mobilitarsi migliaia di donne.
Per essere belle chi deve soffrire? – Una testimonianza sullo sfruttamento delle lavoratrici nel settore cosmetico
Dopo la crisi del 2008, il cremasco, zona settentrionale della provincia di Cremona, ha assistito al boom dell’industria cosmetica: dalla produzione, al packaging; dal riempimento, al confezionamento. Sul territorio coesistono tanto la grande multinazionale cosmetica che si occupa di tutti i vari processi produttivi, quanto la piccola azienda a gestione familiare che si occupa principalmente di confezionamento in conto terzi.
Manifesti Pro Vita: giú le mani dai nostri corpi!
La scorsa settimana Pro Vita, un’associazione cattolica integralista che promette di difendere la famiglia tradizionale da ogni forma di anche minimo progresso, ha lanciato la campagna contro la pillola abortiva RU486.
Donne, madri e lavoratrici: indietro non si torna!
In vista del convegno “Libere di lottare!” del 6-7 marzo, cominciamo la pubblicazione di una serie di articoli sulla condizione femminile a cominciare da cosa voglia dire oggi in Italia essere madri e lavoratrici. Per partecipare al convegno registrati qui.
“Maternità agile” – Ipocrita regalo ai padroni!
Nella manovra economica 2019 è stata approvata dalla Commissione bilancio alla Camera una misura voluta dalla Lega sul congedo di maternità, il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro che spetta alle donne durante la gravidanza e il puerperio.