Rispondiamo in massa alla provocazione fascista! Serve lo sciopero generale per salario e diritti

Crisi dell’Aukus: l’imperialismo Usa continua a guardare a Est
11 Ottobre 2021
falcemartello n. 11
13 Ottobre 2021
Crisi dell’Aukus: l’imperialismo Usa continua a guardare a Est
11 Ottobre 2021
falcemartello n. 11
13 Ottobre 2021
Mostra tutto

Rispondiamo in massa alla provocazione fascista! Serve lo sciopero generale per salario e diritti

Le immagini dei fascisti di Forza Nuova che sfondano le porte della sede nazionale della Cgil e scorrazzano all’interno spaccando liberamente quello che capita loro a tiro, fanno ribollire il sangue. Si è trattato di un attacco deliberato al movimento operaio e alla sua principale organizzazione.

I fascisti, che passano la loro misera esistenza fra un’aggressione razzista e una omofoba, hanno come proprio nemico strutturale l’organizzazione indipendente dei lavoratori. Qualsiasi pretesto è buono per colpire il movimento operaio, e questo ciò che hanno fatto, appena ne hanno avuto occasione.

Che questa occasione si sia presentata nelle mobilitazioni contro il Green pass non toglie nulla al carattere discriminatorio delle misure del governo, ma certifica la piena agibilità e il ruolo che la destra ha in quelle piazze (anche il leader di “IoApro” è stato ripreso all’interno della sede Cgil).

A questo attacco squadrista va data la risposta più forte, compatta e determinata. La mattina di domenica 10 tutte le sedi della Cgil sono state tenute aperte e presidiate da delegati sindacali e lavoratori. Per sabato 16 è convocata una manifestazione nazionale contro il fascismo e il nostro appello è di partecipare in massa per far sentire in piazza la forza della classe lavoratrice, una forza che fa impallidire queste organizzazioni neofasciste.

La manifestazione rivendica lo scioglimento delle organizzazioni fasciste ed è una rivendicazione sacrosanta che sottoscriviamo. Non si può però dare spazio all’illusione che questo avverrà appellandosi (e affidandosi) al governo Draghi e alle “istituzioni democratiche”, come fa Landini.

L’apparato dello Stato conosce bene gli autori dell’assalto di sabato e ha una lunga storia di collaborazioni con l’estrema destra. Roberto Fiore, il segretario nazionale di Forza Nuova, è a piede libero dopo essere scappato all’estero negli anni ‘80 per una condanna per banda armata finita in prescrizione. Esponenti di Forza Nuova sono regolarmente autori di aggressioni a immigrati, militanti di sinistra, ecc., ma l’organizzazione continua a operare tranquillamente, con buona pace della Legge Mancino. Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova, aveva già indicato nella Cgil un obiettivo da raggiungere in corteo ma sabato, mentre la città veniva riempita di polizia e i palazzi strategici erano adeguatamente protetti, la sede della Cgil veniva lasciata indifesa. Non è certo a questi apparati che possiamo chiedere di risolvere il problema.

In questi giorni assistiamo a un coro di dichiarazioni di solidarietà e di professioni di antifascismo, da Draghi a Bonomi e persino alla destra. Ciò che temono questi signori non sono i fascisti, che si riservano di usare secondo necessità per i lavori sporchi. La loro paura è che questa provocazione clamorosa provochi una reazione di massa che travolga non solo i forzanovisti ma anche loro stessi. Eventuali misure contro Fn (comunque tutte da vedere) puntano a evitare questa escalation, ma in definitiva non risolveranno nulla.

Il Pd prova a capitalizzare su questo terreno (con un occhio ai ballottaggi) con la mozione presentata al Senato, ma non si fa problemi a stare in un governo di unità nazionale con chi fa del razzismo il proprio pane quotidiano.

Draghi è andato di persona da Landini a portare solidarietà, ma la risposta concreta che mette in campo è una restrizione generalizzata alla libertà di manifestazione. Troppo facile prevedere che queste restrizioni domani saranno usate contro i lavoratori Alitalia, Gkn, o che perderanno il posto di lavoro dopo il secondo sblocco dei licenziamenti del 31 ottobre.

Bonomi offre la sua solidarietà e chiede alla Cgil di restare saldamente nel patto per la crescita, cioè di evitare mobilitazioni mentre il padronato macina profitti e i lavoratori vengono spremuti come limoni.

Quello che viene offerto al sindacato, mascherato da solidarietà, è in realtà un abbraccio mortale che va rispedito al mittente. Come viene ricordato che i fascisti cominciarono la loro ascesa con gli assalti alle Camere del lavoro, va ricordato pure che i fascisti non sono mai stati respinti con la collaborazione di classe, ma con la lotta di classe, dalla Resistenza al grande sciopero generale di Genova del 1960.

La forza di un’organizzazione sindacale risiede nei lavoratori che ne fanno parte e in quelli che la vedono come un punto di riferimento per la difesa dei propri diritti. Se qualcosa ha indebolito la Cgil è stato il suo appiattirsi di fronte a Confindustria e al governo Draghi. Oggi milioni di lavoratori hanno bisogno di un sindacato che organizzi una controffensiva alle politiche padronali, ai licenziamenti, all’ipersfruttamento, alle morti sul lavoro, alle misure discriminatorie. La migliore risposta all’assalto fascista di sabato scorso è lanciare finalmente questa controffensiva di classe, a partire dalla proclamazione di un grande sciopero generale contro i fascisti, Confindustria e il governo Draghi.

11 ottobre 2021

Condividi sui social