Reggio Emilia 13-14 febbraio 2016 – Conferenza nazionale dei lavoratori di Sinistra classe rivoluzione
Nonostante il freno a mano imposto dalle burocrazie sindacali il conflitto di classe non si è mai spento nel nostro paese come vediamo alla Saeco di Gaggio Montano, al petrolchimico di Gela, all’Ilva di Cornigliano, solo per citare alcune delle mobilitazioni più recenti. A queste si sommano tante altre vertenze che trovano meno spazio nelle cronache ma che non per questo hanno un carattere meno radicale.
Lotte che sono soggette a una risposta sempre più repressiva da parte del governo e del padronato a cui talvolta si sommano anche gli sgherri della burocrazia sindacale. Lo abbiamo visto di recente alla Bormioli di Parma, così come alla Sda di Roma.
È il caso in particolare della logistica che in questi anni ha visto la presenza di lotte sempre più estreme. Estreme perché estreme sono le condizioni imposte dai padroni.
Cambi d’appalto continui dove i lavoratori vengono licenziati dalla sera alla mattina e quando riassunti a condizioni peggiori, contratti nazionali calpestati, caporalato, cooperative conniventi col malaffare.
Mentre i contratti nazionali perdono sempre più importanza, e i rinnovi trovano un’opposizione determinata dei padroni, in molte, troppe realtà il contratto nazionale è ormai solo un miraggio.
Nell’intenzione di Confindustria e governo, il lavoratore deve essere solo davanti all’azienda e il sindacato deve limitarsi a certificare quanto deciso dal datore di lavoro.
Non a caso il governo dopo il Jobs act e il potenziamento dell’utilizzo dei voucher si prepara a varare leggi antisciopero ancora più repressive. La campagna contro i lavoratori del Colosseo si inserisce pienamente in questa escalation repressiva che si intende scatenare contro il movimento operaio. Le manganellate delle forze dell’ordine contro lavoratori inermi sono ormai all’ordine del giorno.
Questo è il mondo del lavoro in cui ci troviamo ad intervenire da rivoluzionari.
La battaglia che abbiamo portato avanti in questi anni in tante lotte sindacali e nello scontro con gli apparati burocratici ci insegna che i lavoratori in generale sono disponibili a dare battaglia quando hanno fiducia che la lotta verrà condotta fino in fondo e fino alle sue estreme conseguenze. Non sono più disposti invece a partecipare a lotte rituali e di pura rappresentanza.
Questo spiega una certa inerzia che abbiamo visto negli ultimi anni, la cui responsabilità è da attribuire esclusivamente alle direzioni sindacali.
La classe lavoratrice apprende la necessità di organizzarsi e mobilitarsi attraverso l’esperienza fatta giorno per giorno, in un tentativo dopo l’altro di difendere i propri interessi. Compito dei comunisti è sostenere ed aiutare il movimento ad individuare le strade più adeguate, aggirando la burocrazia e il suo opportunismo, ma evitando anche di cadere nel settarismo, che troppo spesso ha fatto naufragare esperienze avanzate di lotta, separandole dal movimento generale della classe lavoratrice.
La costruzione di una direzione del movimento operaio che sia all’altezza dello scontro sociale in atto, è una necessità ineludibile e deve vedere i rivoluzionari impegnati in una contesa quotidiana con i riformisti nella conquista dell’egemonia sulla classe lavoratrice.
Per discutere di tutto questo è convocata la
1° conferenza nazionale dei lavoratori di Sinistra Classe Rivoluzione,
che si terrà a Reggio Emilia il prossimo 13 e 14 febbraio.
Chiunque fosse interessato a ricevere un invito o le tesi in discussione può scrivere a: [email protected]
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