Bologna – RCM: a pagare deve essere il padrone, non i lavoratori
Il volantino che distribuiremo oggi al presidio dei lavoratori Rcm, azienda a rischio di chiusura di Monteveglio (Bo).
—
E’ normale che i lavoratori di una fabbrica che produce vogliano rinnovare il contratto interno per avere più salario e più diritti. Succede anche in questi anni di crisi.
Non è accettabile che la risposta del padrone sia la comunicazione dell’avvio della procedura di concordato preventivo, ovvero del percorso verso il fallimento o la vendita a prezzi di saldo della fabbrica.
Così è stato a giugno in RCM. All’apertura del percorso per il rinnovo del contratto aziendale padron Tacconi ha informato le Rsu e la Fiom del buco di bilancio di 200 milioni di euro.
Un vero e proprio paradosso dato che oggi come negli ultimi anni ci sono commesse dai principali marchi dell’automotive del territorio (Ferrari, Maserati e Ducati Motor) e internazionali (BMW).
Una vera e propria presa in giro per il centinaio di lavoratori RCM a cui magari si continua a richiedere il lavoro straordinario. Dove sono i soldi fatti con la loro fatica?
Bisogna obbligare Tacconi ad aprire i libri contabili ai lavoratori e ai loro rappresentanti sindacali, e non solo in tribunale. I lavoratori non devono pagare i debiti del padrone, sia i dipendenti della RCM, che quelli delle Fonderie Umbre di Assisi sempre di proprietà di Tacconi e dove si sta aprendo un’altra procedura di concordato preventivo.
RCM deve continuare ad esistere, la produzione c’è, e ci sono i lavoratori in grado di portarla avanti.
Ci sarà un nuovo acquirente? Ma non deve essere a scapito delle condizioni di miglior favore su salario e diritti della contrattazione aziendale esistente.
Per mantenere il lavoro e migliorare le proprie condizioni dentro e fuori la fabbrica i lavoratori della RCM devono contare innanzitutto sulle loro forze e quelle dei lavoratori delle altre fabbriche, a partire da quelle per cui produce RCM e quelle del territorio dove – crisi o non crisi – sono a rischio posti di lavoro o chiusure. Basta ricordare la ex-BredaMenarinibus
Il metodo è la lotta, gli strumenti sono gli scioperi, il blocco degli straordinari e delle merci.
Non si tratta di un problema dei solo lavoratori RCM, ma di una lotta che deve essere di tutti, dobbiamo spingere il sindacato a costruire una vertenza generale contro licenziamentie ristrutturazioni.
NO ALLA CHIUSURA DI RCM. I LAVORATORI NON DEVONO PAGARE PER I DEBITI DEI PADRONI
PER UNO SCIOPERO E MANIFESTAZIONE TERRITORIALE CONTRO LICENZIAMENTI E RISTRUTTURAZIONI
Articoli correlati
Castelfrigo, una vittoria di… Pirro
È bastata una semplice comunicazione da parte della Regione per porre fine al blocco delle merci che da 4 giorni e notti i lavoratori e la CGIL avevano organizzato davanti ai cancelli della Castelfrigo. Quale bilancio si può fare al termine di queste quattro giornate?
Bormioli – Difendiamo la lotta dei facchini, la lotta di tutti i lavoratori
La manifestazione e lo sciopero organizzati da alcuni funzionari Cgil a Fidenza contro la lotta dei facchini sono cose che mai avremmo voluto vedere.
Almaviva – L’appello dei lavoratori per uno sciopero nazionale
Riceviamo e pubblichiamo l’appello dei lavoratori Almaviva per uno sciopero nazionale a Roma di tutti i siti in concomitanza con l’incontro al ministero. Il 5 maggio i lavoratori Almaviva hanno
Trieste – Solidarietà alle lavoratrici e lavoratori delle mense scolastiche comunali
Pubblichiamo il volantino diffuso oggi da Sinistra classe rivoluzione Trieste allo sciopero delle lavoratrici e lavoratori delle mense scolastiche comunali
Solidarietà ai facchini Bormioli!
Piena solidarietà ai facchini Bormioli di Fidenza (Pr) e agli attivisti della Rete Diritti in Casa, sgomberati dalla polizia e trattenuti un pomeriggio in questura per l’identificazione e l’avvio di un’indagine.
Modena – I lavoratori Italpizza non solo soli!
Un appello di delegati e lavoratori a sostegno della lotta di Italpizza