“Qualcuna di meno”, la triste parabola di un movimento
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Le donne, prime vittime della barbarie capitalista
MESSICO – Secondo i dati dell’Instituto nacional de estadística y geografía (Inegi) dal 2005 al 2010 in Messico sono state uccise 9.385 donne, nel solo 2010 si registrano 6,4 presunti
Non una di meno, un bilancio critico dell’Assemblea nazionale del 22-23 aprile
Nel fine settimana del 22-23 aprile si è tenuta a Roma l’assemblea nazionale della rete Non una di meno, la terza dopo le due precedenti di Roma (27 novembre) e Bologna (4-5 febbraio) e la prima dopo la giornata di lotta internazionale dell’8 marzo che in Italia, come in decine di altri paesi in tutto il mondo, ha visto mobilitarsi migliaia di donne.
Contro la violenza sulle donne, per un’alternativa rivoluzionaria!
L’8 marzo 2017 non sarà un 8 marzo come tutti gli altri. Viviamo in un sistema che non è più in grado nemmeno di far finta di garantire condizioni di vita decenti alla maggioranza della popolazione e questo si riflette in modo particolarmente odioso soprattutto sulle donne, ma da qualche mese a questa parte in decine di paesi in tutto il mondo abbiamo visto centinaia di migliaia di donne esprimere tutta la loro rabbia contro il sistema, scendendo in piazza per lottare per la difesa dei propri diritti.
8 marzo – Basta subire, ritorniamo a lottare!
L’oppressione subita dalle donne solo nella sua veste più brutale si manifesta con la violenza. Ad essa va aggiunta la sottomissione, i ricatti subiti sui posti di lavoro e le differenze salariali sulla base del genere che aumentano le difficoltà per una piena emancipazione. Esiste una sola strada percorribile che è quella della lotta per una società più giusta e più equa.
Le donne discutono, si organizzano, lottano! Bilancio del nostro convegno sulla condizione femminile
Le 432 registrazioni e i 400 partecipanti fanno del convegno marxista sulla condizione femminile “Libere di lottare”, tenuto online il 6 e 7 marzo, un indubbio successo.
Adelina è morta. Le sue idee meritano rispetto
Adelina Sejdini è morta. Si è lanciata da un ponte, non ce la faceva più a combattere, malata, la sua battaglia disperata per ottenere la cittadinanza italiana, lei che grazie al fatto di essersi ribellata ai suoi aguzzini aveva consentito l’arresto di 40 persone coinvolte nel racket della prostituzione e della mafia albanese.