Procavi (Spagna): né licenziamenti né sanzioni a chi rivendica solo diritti
La Procavi è una grande azienda spagnola, leader nel settore della lavorazione della carne. È stata protagonista di azioni antisindacali sin dall’inizio della pandemia, il cui culmine è stato il licenziamento di due attivisti sindacali. Facciamo nostra la campagna lanciata dalla locale sezione sindacale del SAT e dai compagni di Lucha de Clases, la sezione spagnola della TMI.
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Solo pochi giorni fa abbiamo denunciato che Adecco (la principale azienda che somministra lavoratori a Procavi) ha licenziato due compagni iscritti al SAT (Sindacato Andaluso dei lavoratori, ndt) che hanno denunciato la mancanza di adeguate misure di sicurezza in un momento in cui queste sono indispensabili per minimizzare il rischio di contagio da Coronavirus.
Ieri la direzione aziendale ha fatto un passo ulteriore lungo la strada della persecuzione sindacale aprendo un procedimento sanzionatorio contro Nadia Garcia, membro di primo piano del Consiglio di fabbrica nonchè Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, “colpevole” di aver denunciato la mancanza di misure di sicurezza, di aver chiesto informazioni sul rischio di contagio e per aver rivendicato un bonus salariale del 30%. Una follia, con la ciliegina sulla torta di aver aggiunto come ulteriore prova “delittuale” due volantini informativi firmati da questa organizzazione sindacale.
Perché la direzione aziendale ha preso questi provvedimenti?
Il giorno dopo aver comunicato l’apertura del procedimento sanzionatorio, la direzione aziendale ha informato il Consiglio di fabbrica rispetto a un fantomatico calo produttivo (stupefacente ai nostri occhi considerati i ritmi di lavoro a cui siamo sottoposti) che imporrebbe una riorganizzazione della produzione.
Tutto ciò ci riporta al febbraio del 2019 quando uno sciopero riuscito sventò il licenziamento di 150 lavoratrici/ori dovuto sempre ad un presunto calo produttivo. 150 posti di lavoro salvati e nessun segnale di questo calo, solo una menzogna grossolana.
Giustificato quindi il timore che vogliano ripetere la stessa storia, questa volta nel bel mezzo di una pandemia e cercando di intimidire con licenziamenti e sanzioni chiunque decida di organizzarsi sindacalmente per difendere i diritti dei lavoratori e i posti di lavoro, calpestando diritti fondamentali quali la libertà di azione sindacale.
A quattro mesi dalle elezioni sindacali
Tutte queste misure sono già gravi ma non si può trascurare nemmeno il fatto che tra quattro mesi sono previste le elezioni sindacali in azienda. Con questi licenziamenti e sanzioni non stanno cercando solo di limitare l’azione sindacale ma anche di negarci il diritto a presentarci a queste elezioni. In che epoca credono di vivere?
Anche se a loro piacerebbe, in Procavi non c’è una dittatura
Nessuna misura repressiva fermerà la nostra organizzazione sindacale. Non siamo mai stati zitti di fronte alle ingiustizie a cui abbiamo assistito nel mattatoio in questi anni.
Non abbiamo taciuto di fronte a corsi truffaldini, alla somministrazione illegale di lavoratori, ai riposi non rispettati, ai ritmi produttivi insopportabili, ai tentativi di peggiorare le nostre condizioni di lavoro. E non staremo in silenzio di fronte a questi licenziamenti e alle misure contro i diritti fondamentali.
Oggi più che mai dobbiamo organizzarci, presentarci alle elezioni sindacali di agosto ed ottenere ciò che l’azienda sta tentando, senza successo, di evitare: un consiglio di fabbrica combattivo che lotti per condizioni lavorative degne in Procavi.
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