No Ombrina: lotta o compromesso al ribasso?
Il progetto “OmbrinaMare” (di cui si è già parlato nei numeri 4 e 7 del nostro giornale) che prevede l’installazione nel mare Adriatico, a ridosso della Costa dei Trabocchi, di trivelle per l’estrazione del petrolio e la lavorazione del prodotto sul luogo, prosegue il suo iter burocratico avendo ottenuto, sia pure in modo rocambolesco, l’approvazione della compatibilità ambientale da parte della Conferenza dei servizi del Ministero per lo Sviluppo Economico.
Al momento manca solo il decreto autorizzativo del Governo, un atto formale ma che per ora è bloccato dai numerosi ricorsi presentati da vari movimenti.
E questo a dispetto delle numerose manifestazioni indette dal movimento NoOmbrina che hanno visto una massiccia partecipazione popolare.
Ma l’incontro che si è svolto il 21novembre fra i movimenti e i parlamentari abruzzesi sul problema della deriva petrolifera in Abruzzo, che comprende anche altri progetti, ha fatto registrare un cedimento da parte dei movimenti stessi che, come recita il comunicato stampa, hanno accettato di “superare il recinto delle iniziative individuali di parte” definite “sterili nonostante le buone intenzioni” e di “mettersi a disposizione della causa comune senza distinzione di bandiere”.
La protesta dunque verrebbe scippata alle iniziative di massa ed delegata a quei parlamentari che fino ad ora non hanno fatto nulla per impedire l’avanzamento del progetto (e in verità l’hanno favorito): è come aver messo la volpe a guardia del pollaio!
Tanto è vero che la distruzione dell’ambiente naturale in Abruzzo prosegue a pieno ritmo con la presentazione da parte di privati di un progetto che prevede la costruzione ai piedi della più alta montagna dell’Appennino, il Gran Sasso d’Italia, un autodromo che andrà ad occupare un’area di 52 ettari, in un territorio abitato e coltivato.
E’ facile prevedere quali saranno le ripercussioni sulla vita degli abitanti del luogo molti dei quali subiranno l’esproprio dei terreni che loro rappresentano l’unica fonte di sostentamento economico.
Per contrastare tale iniziativa i cittadini hanno costituito il movimento “NoAutodromo” e nonostante gli ostacoli che stanno incontrando e i boicottaggi che stanno subendo, si sono organizzati per una decisa lotta di resistenza al progetto che prevede una prima manifestazione il 5 dicembre prossimo a Montorio al Vomano (TE).
Non possiamo assolutamente condividere la scelta del movimento NoOmbrina di portare avanti una iniziativa “comune e condivisa” con i partiti per una “causa comune senza distinzioni di bandiera”: è pura ipocrisia.
Si è proposto anche il ricorso ad un referendum popolare contro la petrolizzazione del territorio marino. Affidarsi a questo strumento per fermare i progetti del governo è pericoloso. In primo luogo, la prospettiva della consultazione popolare potrebbe portare a una sospensione delle lotte, mentre intanto i lavori proseguirebbero. Inoltre, è bene ricordare che il referendum (che stravinse) a difesa dell’acqua pubblica del 2011 insegna che a governi e padroni del voto popolare non gliene frega nulla e quindi la soluzione sta nel conflitto e nel mettere in discussione il sistema.
Contro questo assalto all’ambiente che si sta perpetrando a tutti i livelli a vantaggio degli interessi di spregiudicati speculatori è necessario che le masse si mobilitino senza scendere in compromessi.
Noi ribadiamo con estrema chiarezza che siamo, senza compromessi, per la tutela dei diritti dei cittadini, dal lavoro all’istruzione, dal sociale all’ambiente e alla salute e contro il dilagare del potere economico del capitale supportato dai governi centrale e periferici.
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