Modena – Le lotte operaie non si processano!
Sabato 3 ottobre saremo in piazza a Modena alla manifestazione nazionale convocata dal Si-Cobas contro la repressione e la criminalizzazione di importanti lotte operaie scoppiate negli ultimi anni nella nostra provincia. Mentre invitiamo tutti a partecipare, questo è il testo del volantino che diffonderemo.
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Quasi 500 procedimenti penali contro lavoratori e sindacalisti del SI-Cobas, oltre a fogli di via, cariche, lacrimogeni, fermi in Questura e un’irruzione poliziesca nella sede di Modena del SI-Cobas : questo è il modo col quale l’apparato statale ha cercato di intimidire non solo le lotte di un settore combattivo della classe ma anche, preventivamente, tutti quelli che vivono del proprio salario e faticano sempre di più ad arrivare alla fine del mese.
Culmine di questa offensiva è stata la vertenza Italpizza. I lavoratori hanno scioperato e lottato contro la sete di profitto della proprietà, che ha gonfiato i suoi guadagni licenziando e riassumendo centinaia di lavoratori col contratto del settore multiservizi anziché degli alimentaristi ; contro la loro mobilitazione è stata dispiegata una repressione durissima, con ben 120 denunciati, che ha beneficiato del silenzio o dell’aperto sostegno di tutte le principali forze politiche della città, a partire dal PD.
Vuoi lottare per rivendicare diritti, salario e dignità ? Aspettati cariche della polizia, denunce e perquisizioni delle sedi sindacali. Questo è il linguaggio e la strategia dei padroni. Il nuovo presidente nazionale di Confindustria, Bonomi, ne è un interprete fedele : il capo del padronato italiano vuole accrescere i profitti della sua classe imponendo turni di lavoro massacranti, precarietà e salari di miseria ai lavoratori.
Per lottare contro la repressione giudiziaria che si sta scatenando ora contro il SI-Cobas è necessaria la massima unità delle forze politiche e sindacali del movimento operaio. Rivendichiamo l’archiviazione di tutti i procedimenti intentati contro le lotte sindacali.
Il crollo dell’economia italiana è senza precedenti.
La classe lavoratrice può trovare i mezzi per difendersi da questa catastrofe incombente solo prendendo in mano in prima persona la difesa dell’occupazione e delle condizioni di lavoro. Se in marzo sono stati gli scioperi spontanei a costringere i padroni e il governo alla chiusura, almeno parziale, per salvaguardare la vita e la salute di milioni di persone, nei prossimi mesi sarà indispensabile mobilitarsi con ancora maggior forza e determinazione. Ogni impresa che chiude o licenzia deve essere posta sotto il controllo dei lavoratori e se necessario espropriata e posta sotto la gestione dei lavoratori.
Dagli Stati Uniti all’Algeria, dal Cile alla Thailandia, in decine di paesi le masse sono scese in lotta contro le ingiustizie ed i disastri creati da questo sistema economico condannato dalla storia. Prepariamoci a fare la nostra parte anche in Italia.
Se toccano uno, toccano tutti !
Lavoratori di tutti i paesi, uniamoci !
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