Modena, corteo nazionale Si-Cobas contro arresti e repressione – Il nostro volantino

Il volantino che Sinistra classe rivoluzione distribuirà domani a Modena (partenza ore 15, da Piazza Sant’Agostino) in occasione del corteo nazionale promosso dal Si-Cobas.

—-

SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI DEL SI-COBAS!

NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DEGLI SCIOPERI!

(scaricalo qui in formato .pdf)

L’arresto e la montatura giudiziaria sostenuta da polizia e magistratura contro Aldo Milani, coordinatore nazionale del Si-Cobas, hanno un chiaro significato politico: intimidire tutti i lavoratori, criminalizzare gli scioperi duri ed i picchetti. L’attacco al Si-Cobas, protagonista di lotte importanti nella logistica e nel settore carni, è un avvertimento a chiunque cerchi di alzare la testa.

Il procuratore capo della repubblica di Modena, Musti, non ha esitato a lanciare un appello agli imprenditori a denunciare alle autorità situazioni simili a quella della Alcar Uno. Simili in che cosa? Forse per la forte conflittualità sindacale? Polizia e organi inquirenti, infatti, seguiti dalla stampa e da Confindustria, hanno sistematicamente accostato le lotte operaie ad attività criminali (mazzette, estorsioni). Il metodo è quello classico dell’amalgama, l’obiettivo è quello di screditare l’azione sindacale.

I titoloni di prima pagina sui giornali e le inchieste invece non ci sono quando i sindacati, il Si-Cobas e anche la Cgil, denunciano che, nel settore carni ma non solo, è pratica diffusa non rispettare il contratto collettivo di lavoro, l’intermediazione di manodopera e l’evasione contributiva. In questa società i profitti valgono più di qualsiasi legalità. Non ci sorprende, dunque, che il presidente modenese di Confindustria si sia affrettato a complimentarsi con gli inquirenti ed a partecipare al linciaggio mediatico del Si-Cobas.

Ma la macchina del fango non si è fermata. Imperturbabile, al 3 di febbraio la questura di Modena continua a mostrare in evidenza sul suo sito web il comunicato del 27 gennaio nel quale, contro ogni evidenza, scrive dell’arresto di 2 esponenti nazionali di spicco del Si-Cobas. Il secondo arrestato, però, tale Danilo Piccinini, è un consulente del lavoro di parte padronale, non ha nulla a che vedere col sindacato ed è proprio lui che, in un video, prende dai padroni dell’Alcar Uno la busta contestata. Perché la questura di Modena non rettifica questa falsità?Lo stato si mostra per quello che è: uno strumento a difesa degli interessi della classe economicamente dominante, i padroni. Marx lo aveva spiegato più di 150 anni fa. Una forza politica dei lavoratori deve fare propria questa verità basilare.

Il mutismo della sinistra politica riformista (Sel, Sinistra Italiana, Prc) e di tutti i promotori di verbosi appelli per “l’unità della sinistra” è un’altra prova della loro bancarotta. Rilancio del conflitto di classe e costruzione di un’organizzazione rivoluzionaria dei lavoratori. Questo è il nostro impegno e la nostra proposta a tutti quelli che vogliono lottare contro lo sfruttamento capitalista.

Il gruppo dirigente della Cgil di Modena si è accodato al coro reazionario, accreditando le accuse al Si-Cobas formulate dalla polizia ancora prima che Milani ed il suo avvocato potessero dare la propria versione. Non è certo questa la direzione sindacale della quale hanno bisogno i lavoratori. Invece di estendere la lotta della Castelfrigo, che invece della regola rischia di diventare l’eccezione, la direzione della Cgil continua ad invocare la concertazione coi padroni come strategia sindacale.

Con i tavoli concertativi e i convegni sulla “legalità” i lavoratori non avanzano neppure di un millimetro. Di fronte al supersfruttamento e all’arbitrio padronale nel settore logistica, nel settore carni e ovunque, serve un serio rilancio dell’iniziativa dei lavoratori con parole d’ordine chiare: rispetto dei contratti e della normativa, lotta alla filiera degli appalti, rappresentanza per tutti i lavoratori, piattaforme migliorative su salario, orario, condizioni. La vertenza della Carpigiana e altri esempi dimostrano che se si mettono al centro i lavoratori e la difesa coerente dei loro interessi, è possibile costruire un vero fronte unico che superi le divisioni contrattuali, sindacali e crei le condizioni per vincere.

Articoli correlati

Lotte e Sindacato

Le nuove frontiere del conflitto: la logistica

Negli ultimi anni si sono sviluppate lotte molto forti e radicali tra i lavoratori impiegati nel settore della logistica. Spesso protagonisti di queste lotte sono stati i facchini organizzati nel

Lotte e Sindacato

La lotta della Gkn contro la chiusura – Cooperativa, intervento statale o nazionalizzazione?

La vertenza della Gkn ha conquistato una esposizione mediatica e soprattutto una larga simpatia tra i lavoratori e i giovani che era ben visibile nella grande manifestazione tenuta a Firenze lo scorso 18 settembre. Ha rimesso in evidenza anche un tema fondamentale per tutti i lavoratori: come difenderci davanti a padroni che decidono di chiudere le fabbriche o delocalizzare le produzioni in altri paesi.

Lotte e Sindacato

Pubblico Impiego e Scuola: Un’attesa di 7 anni per un piatto di lenticchie

Per Statali, lavoratori della Sanità, delle Autonomie Locali e della Scuola, dopo 7 anni, un accordo tra Governo e Cgil Cisl Uil garantisce la bellezza di 85 euro lordi! Eppure un paio d’anni fa la Cgil aveva stimato una perdita di circa 3000 euro l’anno pari all’incirca a 250-300 euro mensili odierne. Non un centesimo di “risarcimento” per le lavoratrici e i lavoratori dopo un’assenza del rinnovo contrattuale per così tanto tempo.

Lotte e Sindacato

Svizzera – La gioventù del sindacato Unia appoggia l’appello “I lavoratori non sono carne da macello”!

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera di appoggio alla nostra campagna proveniente dai giovani di uno dei principali sindacati svizzeri.

Lotte e Sindacato

Non è ancora tempo di tornare al lavoro: andate voi a farvi contagiare!

Il decreto del 25 marzo, accettato anche dai sindacati, che doveva imporre la chiusura di tutte le aziende non essenziali si è dimostrato una grande presa in giro. Poche delle aziende che hanno chiuso lo hanno fatto per il decreto. La maggioranza hanno dovuto chiudere per la mobilitazione dei lavoratori o per la mancanza di ordini.

Lotte e Sindacato

I lavoratori italiani vogliono la scala mobile!

La crisi e l’inflazione hanno colpito pesantemente i lavoratori e le loro famiglie, che stanno tirando le proprie conclusioni. E che conclusioni!

Secondo un recente rapporto del Censis sulla sostenibilità sociale, “La reazione alla minaccia dell’inflazione porta l’86,9% a essere favorevole a indicizzare retribuzioni, salari e stipendi all’aumento dei prezzi, tornando alla scala mobile.”