Metalmeccanici – È finito il tempo delle parole, è l’ora della lotta!

Dopo oltre tre mesi di discussione e ben tredici riunioni coi padroni, martedì 16 marzo i sindacati metalmeccanici hanno dovuto rompere con Federmeccanica e Assistal sul rinnovo del contratto nazionale.
Il padronato non intende riconoscere alcun aumento salariale, demandando la materia ai soli contratti aziendali. Vogliono dare un altro fendente mortale al contratto nazionale. Federmeccanica ha inoltre reso chiaro che non vuole un accordo senza la Fiom, costringendo così anche Fim e Uilm a rompere. Un fatto positivo: anche se il rischio che i dirigenti della Fim giochino il ruolo di cavallo di Troia in questa mobilitazione è reale, mettendo in campo una lotta decisa si possono impedire nuove firme separate.
I sindacati metalmeccanici unitariamente hanno annunciato, assemblee nei luoghi di lavoro e lo sciopero generale ad aprile.
La rottura dei metalmeccanici non è un fatto isolato: è tutta la strategia seguita fin qui dai dirigenti sindacali che urta contro un muro. Con la “ragionevolezza”, le piattaforme moderate, le trattative a oltranza e le mobilitazioni col contagocce non hanno smosso i padroni di un millimetro.
Anche nel commercio Federdistribuzione continua a mantenere un atteggiamento aggressivo contro i lavoratori. A dicembre è stato fatto uno sciopero unitario del settore che ha avuto una buona partecipazione. Dopo la ripresa delle trattative però non si è più fatto nulla. Eppure al tavolo i padroni continuano a fare proposte irricevibili.
Nel pubblico impiego, il governo non ha intenzione di rinnovare il contratto nazionale, scaduto da 7 anni, ma anche in questo caso Cgil, Cisl e Uil, continuano a mantenere una posizione d’impasse nonostante tra i lavoratori la necessità di mobilitarsi sia molto sentita e la determinazione non manchi. Anche la trattativa per il contratto del trasporto merci è sparita nel nulla, nonostante le molte vertenze aperte nel settore.
Ora la parola passerà alle assemblee dei metalmeccanici, e poi allo sciopero: deve essere l’occasione per far sentire finalmente la voce dei lavoratori, finora tenuti spettatori di una strategia che si è dimostrata fallimentare. Dobbiamo coglierla appieno, rivendicando una piattaforma più avanzata, respingendo i cedimenti già fatti al tavolo su numerose materie, e soprattutto mettendo in campo un percorso di scioperi che non sia solo simbolico.
Bisogna paralizzare davvero le aziende costringendole a più miti consigli. Non può e non deve ripetersi quanto avvenuto col Jobs Act, quando i dirigenti della Cgil hanno insabbiato la mobilitazione disertando la battaglia e lasciando i lavoratori senza una proposta di lotta.
In questi giorni migliaia di funzionari della Cgil stanno svolgendo assemblee nelle aziende per presentare una iniziativa di legge popolare e dei referendum abrogativi delle norme esistenti. Invece che spendere tutte le energie nella propaganda di un pezzo di carta che finirà nei cassetti di qualche commissione parlamentare, bisogna riversare tutte le forze sul terreno del conflitto.
I metalmeccanici possono aprire una strada per tutti, unendo nuovamente la classe lavoratrice. Hanno parlato i padroni, hanno parlato i dirigenti sindacali, è ora che entrino in campo i lavoratori!

Articoli correlati

Metalmeccanici

Dalla Wartsila alla GKN – Nazionalizzare per salvare il lavoro!

Chiusa la parentesi elettorale, ripartono i tavoli sulle crisi industriali. Più di 70 pratiche giacciono in attesa sui tavoli del Ministero dello sviluppo economico.
Ci sono la Wartsila, l’ex GKN, la Whirlpool, la Jabil e tantissime altre, la lista continua ad allungarsi. Decine di migliaia di posti di lavoro che si stanno perdendo a causa di delocalizzazioni, privatizzazioni selvagge e crisi economica.

Metalmeccanici

Referendum Fincantieri: i lavoratori puniscono le scelte della Fiom

Nei giorni 25 e 26 luglio, presso tutti gli stabilimenti Fincantieri, i lavoratori sono stati chiamati ad esprimersi con un voto sull’ipotesi di accordo siglata unitariamente da Fim Fiom e Uilm per il rinnovo del contratto aziendale. Il risultato finale complessivo vede il SI prevalere di misura con il 57% (2885) dei voti contro il 42% (2125) dei NO.

Metalmeccanici

No alle espulsioni dalla Fiom e dalla Cgil

Abbiamo appreso che nell’ultimo Comitato Centrale della Fiom-Cgil tenutosi il 7e 8 Gennaio scorsi è stato comunicato che oltre una decina di nostri compagni RSA Fiom di diversi stabilimenti del gruppo FCA sono stati chiamati in causa da un interpello redatto dai segretari generali della Fiom Molise e Basilicata e rivolto al Collegio Statutario Nazionale della Cgil.

Metalmeccanici

Innse – Licenziati gli operai che salirono sul carroponte

Milano, agosto 2009. Dopo 15 mesi di lotta e quattro operai arrampicati su un carro ponte per otto giorni, i lavoratori della Innse riportarono una vittoria importante.

Metalmeccanici

Trieste, chiude la Ferriera – Lottiamo per il lavoro e l’ambiente!

Con la definitiva chiusura dell’area a caldo entro il mese di aprile, l’imprenditore cremasco Arvedi ha messo una parola fine alla lunga storia della Ferriera di Trieste. Da simbolo del progresso e dell’industrializzazione a sinonimo di inquinamento e malattie respiratorie, la Ferriera oggi è diventata l’emblema della crisi mondiale.

Metalmeccanici

A lavorare in fabbrica…si diventa matti!

Il 23 ottobre a Modena nell’ambito della “Settimana della Salute Mentale” organizzata dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di Modena, la Fiom locale e nazionale hanno organizzato in collaborazione con il DSM una assemblea pubblica dal titolo “A lavorare in fabbrica si diventa matti”.