“Maternità agile” – Ipocrita regalo ai padroni!
21 Gennaio 2019
NO AL COLPO DI STATO IMPERIALISTA IN VENEZUELA!
23 Gennaio 2019
“Maternità agile” – Ipocrita regalo ai padroni!
21 Gennaio 2019
NO AL COLPO DI STATO IMPERIALISTA IN VENEZUELA!
23 Gennaio 2019
Mostra tutto

Matamoros, Messico – 40mila lavoratori delle maquiladoras in sciopero!

I lavoratori messicani di 45 fabbriche (le “maquiladoras”) a Matamoros, nello Stato del Tamaulipas, non avendo ricevuto alcuna informazione dai leader sindacali della Confederazione dei Lavoratori Messicani (la CTM) riguardo le negoziazioni per l’aumento dei salari annuali (i lavoratori rivendicano un incremento del 20% e un bonus legato al salario integrativo), hanno indetto uno sciopero.

Sabato 13 gennaio 2.000 operai a Sonora hanno indetto uno sciopero a causa del mancato rispetto da parte dei loro datori di lavoro – l’azienda Levolor – dell’aumento in busta paga decretato dal governo federale.

Heroica de Matamoros: la città delle maquiladores.

Heroica de Matamoros è il secondo comune più popoloso dello Stato del Tamaulipas. Collocata presso il Rio Bravo – adiacente quindi alle città di confine degli Stati Uniti -, i suoi abitanti superano il mezzo milione. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistiche Geografiche (l’INEGI) possiede uno dei più alti tassi di crescita economica del Paese: un’economia basata principalmente sul commercio con gli Stati uniti e un sito di importante sviluppo industriale data la presenza di fabbriche della regione.

È la sede di 122 aziende dedite principalmente al trasporto di merci verso gli Stati Uniti, tra cui cavi, componenti elettronici, parti e accessori dei veicoli tessili, prodotti chimici, macchinari e prodotti informatici. Secondo i dati dell’amministrazione comunale gli investimenti nelle maquiladoras nel Matamoros si aggirano sui 60 milioni di dollari, malgrado i profitti dei padroni sorpassino di gran lunga queste cifre.

Pessime condizioni lavorative e bassi salari

La città di La Heroica è chiave per l’industria delle maquiladoras non solo a livello statale ma anche a livello nazionale. Il modello delle fabbriche maquiladoras consiste nel preparare e assemblare merci destinate al paese di origine, principalmente corporation transnazionali a capitale statunitense. Inizialmente le aziende utilizzavano tecnologie molto rudimentali. Oggigiorno, tuttavia, non stiamo più parlando di piccole fabbrichette collocate sul confine settentrionale, ma di grandi stabilimenti con centinaia di migliaia di lavoratori, compagnie le quali hanno investito nella formazione degli impiegati e in un parziale sviluppo tecnologico per accelerare la produzione e l’incremento dei profitti. L’anno scorso il Centro di Innovazione è stato inaugurato dei padroni esattamente per questo motivo.

Questo modello, tuttavia, riflette irrefutabilmente la totale dipendenza della classe capitalista messicana dalla borghesia imperialista e dagli Stati Uniti in particolare. L’innovazione tecnologica e la formazione dei lavoratori delle maquiladoras non sono intesi per sviluppare l’industria nazionale ma per perpetuare il modello di fabbrica appendice dei grandi capitali transnazionali e internazionali. Il governo in tutta risposta per attirare investimenti stranieri offre una politica di bassi stipendi e condizioni lavorative deplorevoli nei comuni a nord del Paese, incluso lo Stato di Matamoros. Questi operai nelle fabbriche affrontano condizioni lavorative precarie e paghe miserevoli. A Matamoros lo stipendio mensile medio nelle maquiladoras oscilla dai 190 ai 337,60 dollari al mese a seconda della mansione dell’operaio nell’azienda. In media il salario nella città è del 30% più basso rispetto alla media nazionale. Le recenti proteste degli operai esprimono l’accumulazione di un crescente malcontento tra gli stessi lavoratori e del loro desiderio per una vita migliore, questa volta attraverso un conflitto organizzato.

La forza della classe lavoratrice

All’improvviso lo sciopero è divenuto il tema centrale della copertura mediatica locale e di alcune testate giornalistiche nazionali. Migliaia di lavoratori delle maquiladoras sono scesi in sciopero simultaneamente in dozzine di fabbriche diverse nella città di Matamoros, chiedendo a gran voce ai loro leader sindacali (la maggior parte controllati della Confederazione dei Lavoratori del Messico) chiare informazioni sulle trattative riguardo i contratti collettivi e l’incremento del salario per quest’anno.

Più di 40.000 operai in sciopero, la maggioranza degli impiegati in tutte le maquiladoras della città, hanno organizzato un corteo il 12 gennaio diretto verso la sede del sindacato e stanno preparando un assemblea generale dei lavoratori per coordinare lo la lotta secondo le loro rivendicazioni. Più di 80.000 lavoratori sono impiegati nelle maquiladoras, i quali generano 25.000 posti di lavoro indiretti e rappresentano la 80% dell’occupazione formale nella regione

Questa è la reale forza della classe lavoratrice sulla quale si basa il funzionamento dell’economia e della società.

La forza della classe operaia non è sintetizzabile semplicemente dalla sua superiorità numerica ma anche dal ruolo che occupa nella produzione. Sono gli operai che fanno funzionare i macchinari, i trasporti, l’industria e il commercio. Persino la maggior parte delle funzioni svolte dagli uffici statali ricadono sui lavoratori, sulle loro spalle ricade il funzionamento dell’economia in questa società. In breve non una sola lampadina si accende o una ruota gira senza il gentile permesso della classe operaia.

Tuttavia in molte occasioni i leader della classe operaia sono lontani dalle aspirazioni del lavoratore comune. I leader sindacali spesso hanno preferito concertare con il datore di lavoro piuttosto che rappresentare la classe operaia, e i leader politici della sinistra hanno spesso negato il ruolo centrale che i lavoratori devono avere nella trasformazione della società. I lavoratori a Matamoros stanno facendo esperienze importanti, e le stanno facendo sulla loro pelle, sulla necessità di dirigenti che difendano e perseguano gli interessi e le aspirazioni dei lavoratori – e non quelli dei datori di lavoro. In alcuni settori il ruolo giocato dei leader sindacali è stato messo in discussione e alcuni lavoratori hanno cominciato a proporre la necessità di eleggere democraticamente leader che siano realmente disposti a lottare, nonché naturalmente a poter revocare coloro che non lo sono.

Uno degli slogan dei lavoratori era: “Non possono esserci lavoratori poveri e dirigenti sindacali ricchi!”. Un importante passaggio successivo sarebbe quello di assicurarsi che alla prossima assemblea generale dei lavoratori partecipino delegati eletti dalle assemblee delle fabbriche in sciopero a seguito di una consultazione diretta e democratica. Questi delegati dovrebbero essere disposti a portare avanti e allargare il conflitto fino al momento nel quale le rivendicazioni dei lavoratori verranno accolte.

La lotta dei lavoratori a Matamoros dimostra la  forza reale della classe operaia. Dobbiamo sviluppare una campagna di solidarietà e appoggiare la loro lotta non solo a livello cittadino ma su scala nazionale e internazionale.

Condividi sui social