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Libertà di stampa e classe operaia

Questo articolo di Lev Trotskij, scritto nel 1938,  conserva a tutt’oggi una grande rilevanza, visto il dibattito sulla censura dei social media operata da Facebook o Twitter. Se si dichiara legittimo il diritto di questi giganti del web (come di ogni altro imprenditore del settore) di censurare unilateralmente i contenuti “inappropriati”, si preparerà il terreno per mettere a tacere chiunque metta in discussione il sistema da un punto di vista rivoluzionario

di Lev Trotskij

 

In Messico è in corso una campagna contro la stampa reazionaria.  L’attacco è guidato dai vertici del CTM [Confederacion de Trabajadores de México – Confederazione dei lavoratori messicani] o, più precisamente, dallo stesso Lombardo Toledano*.  L’obiettivo è “piegare” la stampa reazionaria o sottoponendola a censura democratica o proibendola del tutto. I sindacati si sono mobilitati per questa guerra.  Gli inguaribili democratici corrotti dalla loro esperienza con una Mosca stalinizzata e guidati da “amici” della GPU, hanno salutato con gioia questa campagna che non può essere vista altro che come un suicidio.  Non è difficile infatti prevedere che anche se questa campagna avrà successo e porterà a risultati concreti che incontrino il gradimento di Lombardo Toledano, le conseguenze finali ricadranno sulla classe operaia.


Sia l’esperienza storica che quella teorica dimostrano che qualsiasi restrizione della democrazia nella società borghese è, in ultima analisi, invariabilmente diretta contro il proletariato, così come qualsiasi tassa imposta ricade sulle spalle della classe operaia. La democrazia borghese è utile al proletariato solo nella misura in cui apre la strada allo sviluppo della lotta di classe. Di conseguenza, qualsiasi “leader” della classe operaia che arm
i il governo borghese con mezzi speciali per controllare l’opinione pubblica in generale e la stampa in particolare, non è altro che un traditore. In ultima analisi, l’acuirsi della lotta di classe costringerà le borghesie di qualsiasi colore a raggiungere un accordo tra loro; approveranno leggi speciali, ogni tipo di misura restrittiva e ogni tipo di censura “democratica” contro la classe operaia. Chi non l’ha ancora capito deve lasciare le fila della classe operaia.

Ma ci sono momenti” obietteranno alcuni “amici” dell’URSS in cui “la dittatura del proletariato è costretta a ricorrere a misure speciali, in particolare contro la stampa reazionaria“.

Questa obiezione“, risponderemo, “deriva principalmente dall’identificazione di uno stato operaio con uno stato borghese. Sebbene il Messico sia un paese semicoloniale, è anche uno stato borghese e non è affatto uno stato operaio. Eppure anche dal punto di vista degli interessi della dittatura del proletariato, vietare i giornali borghesi o censurarli non costituisce affatto un ‘programma’ o un ‘principio’ o la soluzione ideale. Misure di questa natura possono essere solo un male temporaneo e inevitabile “.

Una volta al potere, il proletariato può essere costretto, per un certo periodo, a prendere misure speciali contro la borghesia, se la borghesia assume un atteggiamento di aperta ribellione contro lo Stato operaio. In tal caso, la limitazione della libertà di stampa va di pari passo con tutte le altre misure impiegate in preparazione di una guerra civile. Naturalmente, se fossimo costretti a usare l’artiglieria e l’aviazione contro il nemico, non potremo permettere a questo stesso nemico di mantenere i propri servizi di controinformazione e propaganda all’interno del campo armato del proletariato. Tuttavia, anche in questo esempio, se le misure speciali fossero prolungate fino a diventare un modello permanente, conserverebbero al loro interno il pericolo di diventare incontrollabili, dando un monopolio politico alla burocrazia operaia, divenendone fonte della sua degenerazione.

Abbiamo davanti a noi un esempio vivente di una tale dinamica nell’aberrante soppressione della libertà di parola e di stampa che ora è la regola in Unione Sovietica.  E ciò non ha nulla a che fare con gli interessi della dittatura del proletariato; al contrario, mira a proteggere gli interessi della nuova casta dominante dagli attacchi dell’opposizione operaia e contadina. Questa nuova burocrazia bonapartista di Mosca è ora imitata da Lombardo Toledano e soci, che confondono le loro carriere personali con gli interessi del socialismo.

Il vero compito dello Stato operaio non consiste nel mettere un bavaglio poliziesco all’opinione pubblica, ma piuttosto nel liberarla dal giogo del capitale.  Questo può essere fatto solo mettendo i mezzi di produzione, compresa la produzione dell’informazione pubblica, nelle mani dell’intera società. Una volta compiuto questo fondamentale passo verso il socialismo, tutte le correnti dell’opinione pubblica che non hanno preso le armi contro la dittatura del proletariato devono avere la possibilità di esprimersi liberamente. Compito dello Stato operaio è quello di rendere loro accessibili, in proporzione al loro numero, tutti i mezzi tecnici di cui necessitano, come tipografie, carta e mezzi di trasporto. Una delle principali cause della degenerazione dell’apparato statale è la monopolizzazione della stampa da parte della burocrazia stalinista, che minaccia di condurre verso la rovina totale tutte le conquiste della Rivoluzione d’Ottobre.

Se stessimo cercando esempi dell’influenza nefasta del Comintern all’interno del movimento operaio in diversi paesi, l’attuale campagna di Toledano ne fornirebbe uno dei più peggiori. Toledano e i suoi compagni dottrinari cercano essenzialmente di introdurre nel sistema democratico borghese mezzi e metodi che, in certe circostanze, potrebbero essere inevitabili sotto la dittatura del proletariato. Inoltre, non stanno realmente prendendo questi metodi dalla dittatura del proletariato, ma piuttosto dai suoi usurpatori bonapartisti. In altre parole, stanno infettando la democrazia borghese già malata con il virus della burocrazia decadente.

L’anemica democrazia messicana deve affrontare una minaccia costante e mortale da due direzioni: in primo luogo, dall’imperialismo e, in secondo luogo, dagli agenti reazionari all’interno del paese che controllano le pubblicazioni più diffuse.  Ma solo i ciechi o i deboli di mente potrebbero pensare che grazie alla proibizione della stampa reazionaria gli operai e i contadini saranno liberati dall’influenza delle idee reazionarie. In realtà, solo una maggiore libertà di espressione, di stampa e di riunione può creare condizioni favorevoli per l’avanzata del movimento rivoluzionario della classe operaia.

È essenziale condurre una lotta instancabile contro la stampa reazionaria. Ma i lavoratori non possono permettere al pugno repressivo dello Stato borghese di sostituirli in questo compito, che devono realizzare attraverso le proprie organizzazioni e attraverso la propria stampa. Oggi lo Stato può apparire ben disposto nei confronti delle organizzazioni operaie; domani il governo può cadere e cadrà, inevitabilmente nelle mani degli elementi più reazionari della borghesia. In tal caso, qualsiasi legislazione restrittiva esistente verrà utilizzata contro i lavoratori. Solo gli avventurieri che pensano solo alle esigenze immediate non sono in grado di tenere conto di questo pericolo.

Il modo più efficace per combattere la stampa borghese è diffondere la stampa della classe operaia. Naturalmente, giornali scandalistici come El Popular** non sono in grado di assumersi questo compito. Questa spazzatura non ha posto nella stampa operaia, nella stampa rivoluzionaria o anche nella stampa democratica di buona reputazione. El Popular è al servizio delle ambizioni personali di Lombardo Toledano, che a sua volta è al servizio della burocrazia stalinista. I suoi metodi – menzogne, calunnie, campagne di caccia alle streghe e falsificazioni – sono anche i metodi di Toledano. Il suo giornale non ha né programma né idee. Ovviamente, tale spazzatura non potrà mai toccare una corda sensibile della classe operaia né distoglierli dalla lettura dei giornali borghesi.

Si arriva così all’inevitabile conclusione che la lotta contro la stampa borghese inizia con la cacciata dei “capi” degenerati delle organizzazioni della classe operaia, in particolare, liberando la stampa operaia dalla tutela di Lombardo Toledano e di altri carrieristi borghesi.  Il proletariato messicano deve avere una stampa onesta che esprima i suoi bisogni, difenda i suoi interessi, allarghi i suoi orizzonti e prepari la strada alla rivoluzione socialista in Messico. Questo è ciò che Clave si propone di fare. Cominciamo così dichiarando una guerra implacabile contro le pretese bonapartiste di Toledano. E in questo sforzo cerchiamo il sostegno di tutti i lavoratori avanzati, come dei marxisti e dei veri democratici.

21 agosto 1938

 

Il presente articolo è apparso sul primo numero della rivista Clave, edita dalla sezione messicana della Quarta Internazionale, nell’ottobre 1938.

 

NOTE

*Vicente Lombardo Toledano, a capo della CTM, fu tra i principali sostenitori in Messico della linea stalinista del Fronte Popolare e della conseguente alleanza tra organizzazioni operaie e la borghesia nazionale messicana.

** El popular era il periodico della CTM, fondato nel 1938 su impulso dello stesso Toledano

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