Lenin e Trotskij: dopo il Febbraio ci sarà un’altra rivoluzione
Quando lo zar viene rovesciato (13 marzo), Lenin è in esilio in Svizzera; Trotskij, espulso dalla Francia su pressioni dell’ambasciata zarista, è a New York.
Mentre a Pietrogrado si consolida il meccanismo del “dualismo di potere” e della collaborazione di classe, Lenin dalla Svizzera si sforza con ogni mezzo di fare arrivare al suo partito le proprie indicazioni. Ne nascono le sei “lettere da lontano” del marzo 1917.
I nodi sono: quale atteggiamento verso il governo, verso la guerra e quali compiti per il proletariato che ha condotto la rivoluzione ma ne ha già perso la guida?
Il 19 marzo Lenin anticipa con un telegramma la propria linea:
“Nostra tattica: completa sfiducia, nessun appoggio nuovo governo, sospettiamo soprattutto Kerensky, armamento proletariato unica garanzia, elezioni immediate Duma pietrogradese, nessun avvicinamento altri partiti. Telegrafate questo Pietrogrado. Ulianov”.
Sul governo e la guerra scrive il giorno seguente:
“Il governo borghese degli ottobristi (monarchici costituzionali – ndr) e dei cadetti (liberali), che vuol condurre ‘fino in fondo’ la guerra imperialistica e che è di fatto un commesso della ditta finanziaria ‘Inghilterra e Francia’, è costretto a promettere al popolo il massimo delle libertà e concessioni compatibili con la conservazione del suo potere sul popolo e con la possibilità di continuare il massacro imperialistico.
Il soviet dei deputati operai è (…) l’embrione di un governo operaio (…). La lotta fra queste forze (…) segna il passaggio dalla prima alla seconda fase della rivoluzione.”
Scrive Trotskij da New York:
“‘Il governo dello zar non c’è più’, dicono al popolo i Miljukov e i Gučkov, ‘ora dovete versare il vostro sangue per gli interessi comuni di tutta la nazione’.” (…) La transizione da un imperialismo dinastico e della nobiltà a un imperialismo di natura puramente borghese non potrà mai riconciliare il proletariato russo con la guerra.”
“Un conflitto aperto tra le forze della rivoluzione capeggiate dal proletariato delle città e la borghesia liberale anti-rivoluzionaria che si trova temporaneamente alla testa del governo diventa sempre più imminente. Non può essere evitato. (…) nessuno è mai riuscito a rimuovere i contrasti sociali con giochi di parole.”
“La questione agraria aprirà una profonda breccia nell’attuale blocco tra nobili, borghesi e socialpatrioti (…) il proletariato rivoluzionario svilupperà il programma della rivoluzione agraria in tutta la sua ampiezza (…).”
“Il carattere dell’Assemblea costituente dipenderà in larga misura da chi la convocherà. È quindi evidente che fin da subito il proletariato rivoluzionario dovrà costruire i propri organi, i Consigli dei deputati operai e contadini, contro gli organi esecutivi del governo provvisorio. (…) per la conquista del potere statale.”
Lenin: “Il proletariato ha due alleati: (…) la grande massa dei semiproletari e, in parte, dei piccoli contadini, che ammonta a decine di milioni e comprende la stragrande maggioranza della popolazione. (…) Il secondo (…) è il proletariato di tutti i paesi belligeranti e di tutti i paesi in generale.”
La rivoluzione ha ristabilito, dopo 14 anni, l’unità di vedute tra Lenin e Trotskij; apre invece il conflitto politico tra Lenin e i suoi stessi seguaci, che sarà l’evento decisivo del mese di aprile e della preparazione della seconda rivoluzione.
(3 – continua)
Articoli correlati
La battaglia di Lenin e le Tesi di aprile
La discussione che ha attraversato il partito bolscevico nell’aprile del 1917 svolse un ruolo decisivo nel corso degli avvenimenti che condussero alla Rivoluzione d’Ottobre.
Le “giornate di aprile”
Quando Lenin avvertì che nella rivoluzione le masse erano cento volte più a sinistra dei bolscevichi, a molti dovette sembrare solo una frase ad effetto.
“Stalin” di Lev Trotskij, alla rassegna Bookcity di Milano!
Presentazione, all’interno della rassegna di Bookcity, dell’edizione di “Stalin” di Trotskij che la nostra casa editrice, AC Editoriale, ha pubblicato in occasione del centenario della Rivoluzione russa. Si tratta dell’ultimo lavoro lasciato incompiuto del dirigente bolscevico.
Le “giornate di luglio”
Il punto critico nel quale le speranze suscitate dalla prima rivoluzione si rivelano illusorie giunge a fine giugno 1917. Il governo provvisorio disattende tutte le promesse, in particolare sulla guerra che non solo non cessa, ma viene rilanciata da Kerenskij, ministro della guerra, con l’offensiva di fine giugno.
La Rivoluzione d’Ottobre, vista da John Reed
Nel 104° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, pubblichiamo un capitolo de I dieci giorni che sconvolsero il mondo di John Reed, quello in cui narra gli avvenimenti della giornata del 7 novembre 1917 (25 ottobre secondo il calendario giuliano, in uso nella Russia degli zar). In quella giornata gli operai e i soldati di Pietrogrado, guidati dal Partito Bolscevico di Lenin e Trotskij, conquistavano il Palazzo d’Inverno, sede del governo provvisorio, portando così a compimento la prima rivoluzione proletaria vittoriosa nella storia dell’umanità.
Stalin, di Lev Trotskij, è finalmente disponibile!
Finalmente è disponibile l’edizione italiana di Stalin, l’ultima opera di Trotskij. Si tratta della versione più completa dell’opera mai pubblicata prima, resa disponibile per la prima volta in italiano in occasione del centenario della rivoluzione d’ottobre.