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Lenin e la corsa agli armamenti

Pubblichiamo due articoli scritti da Lenin nel 1913, dal titolo: “A chi giova? ” e “Gli armamenti e il capitalismo”. I nostri lettori potranno subito comprendere come i marxisti si trovavano a fronteggiare allora una propaganda della classe dominante molto simile a quella attuale. Lenin smaschera questa propaganda in maniera brillante.

A chi giova?

C’è un detto latino che dice “Cui prodest”: – “A chi giova?”. Quando non appare subito chiaro da quali gruppi politici e sociali, da quali forze e personalità vengono sostenute determinate proposte, provvedimenti, ecc., è necessario chiedersi sempre: “a chi giova?”

Non è importante conoscere chi appoggia direttamente una determinata politica, in quanti nell’attuale magnanimo sistema capitalistico qualsiasi riccone può sempre “assumere” o comprare o chiamare qualsivoglia numero di avvocati, scrittori, e persino deputati, professori, preti, ecc., per difendere qualsiasi sua opinione. Viviamo in un periodo di traffici, in cui la borghesia non si vergogna di far commercio dell’onore o della coscienza. Ci sono anche dei sempliciotti che, per ignoranza o per cieca abitudine, difendono e idee dominanti in un determinato ambiente borghese.

Sì, in politica non è così determinante stabilire chi difende direttamente determinate idee. É importante stabilire a chi giovano queste idee, queste proposte, queste misure.

Per esempio l’ “Europa” e gli stati che si dicono civili si danno ora a una forsennata corsa ad ostacoli per gli armamenti. In mille toni, in mille giornali, da mille cattedre si strilla e si urla invocando il patriottismo, la cultura, la pace, il progresso, e tutto ciò per giustificare i nuovi investimenti in decine e centinaia di milioni di rubli destinati a armi di sterminio di ogni genere, cannoni e “dreadnought” (corazzate di nuovissimo tipo), ecc.

Signori del pubblico – vorrei dire riguardo a tutte queste frasi di “patrioti” – non date retta alle frasi, ma osservate meglio e chiedetevi: A chi giova!

Qualche tempo fa la nota società inglese “Armstrong, Whitworth e C.” ha pubblicato il suo rendiconto annuale. La società produce soprattutto materiale bellico di ogni tipo. Il bilancio consuntivo ammonta a 877 mila sterline, cioè a circa 8 milioni di rubli, con un dividendo del dodici e mezzo per cento!! Circa 900 mila rubli sono stati versati nel capitale di riserva ecc. ecc.

Ecco dove vanno i milioni e i miliardi estorti agli operai e ai contadini per gli armamenti. I dividendi dei dodici e mezzo per cento significano un raddoppiamento del capitale in otto anni. Senza contare le ricompense di ogni tipo ai direttori ecc. In Inghilterra c’è Armstrong, in Germania Krupp, in Francia Creusot, in Belgio Cockerill; e quanti se ne possono contare in tutti i paesi “civili”? E La massa dei fornitori?

Ecco a chi giova rinfocolare lo sciovinismo, chiacchierare di patriottismo (patriottismo da cannone), di difesa della civiltà (con le armi di distruzione della civiltà), e così via!

11 aprile 1913

Pubblicato per la prima volta sulla Pravda n.84

 


 

Gli armamenti e il capitalismo

L’Inghilterra è uno dei paesi più ricchi, più liberi e più avanzati del mondo. La febbre degli armamenti ha da molto tempo invaso la “società” inglese ed il governo inglese, proprio come quelli francese, tedesco, ecc.

Ed ecco che la stampa inglese – e particolarmente quella operaia – cita adesso dati interessantissimi che rivelano l’ “astuto” meccanismo capitalistico degli armamenti. In Inghilterra gli armamenti navali sono particolarmente ingenti. I suoi cantieri (Vickers, Armstrong, Brown e altri) godono di una fama mondiale. Essa e altri paesi spendono centinaia e migliaia di milioni per preparare la guerra; e tutto questo si fa naturalmente nell’interesse esclusivo della pace, della salvaguardia della cultura, della patria, della civiltà, ecc.

E tra gli azionisti e i direttori dei cantieri navali, delle fabbriche di polvere da sparo, di dinamite, di cannoni, ecc. vi sono ammiragli e famosissimi uomini di Stato inglesi di tutti e due i partiti, sia il conservatore sia il liberale. Una pioggia d’oro cade direttamente nelle tasche dei politici borghesi, che costituiscono una compatta cricca internazionale la quale incita i popoli a competere in fatto di armamenti e tosa questi popoli crudeli, stolti, ottusi e sottomessi come si tosano le pecore!

Gli armamenti sono considerati una questione nazionale, patriottica; si presume che tutti mantengano rigorosamente il segreto. Ma i cantieri navali, le fabbriche di cannoni, di dinamite e di fucili sono stabilimenti internazionali nei quali i capitalisti dei vari paesi, in buon accordo, ingannano e scorticano sino all’osso il “pubblico” dei vari paesi, costruendo navi e cannoni così per l’Inghilterra contro l’Italia, come per l’Italia contro l’Inghilterra.

Furbo meccanismo capitalistico! Civiltà, ordine, cultura, pace; e rapina di centinaia di milioni di rubli da parte di faccendieri e affaristi, del capitale destinato all’industria delle costruzioni navali, della dinamite, ecc.!

L’Inghilterra fa parte della Triplice Intesa, nemica della Triplice Alleanza. L’Italia fa parte della Triplice Alleanza. La celebre ditta Vickers (Inghilterra) ha succursali in Italia. Gli azionisti e i direttori di questa ditta (per mezzo dei giornali venduti e dei “faccendieri” corrotti dal parlamento, poco importa se conservatori o liberali), tentano di scagliare l’Italia contro l’Inghilterra e viceversa. Quanto al profitto, lo riscuotono sia dagli operai inglesi che dagli operai italiani, e scorticano il popolo dei due paesi.

I ministri e i deputati conservatori e liberali partecipano quasi tutti a queste ditte. Una mano lava l’altra. Il figlio del “grande” ministro liberale Gladstone è direttore della ditta Armstrong. Il contrammiraglio Bacon, noto specialista navale e alto funzionario di quel “dipartimento”, passa al servizio della fabbrica di artiglieria di Coventry con uno stipendio di 7.000 sterline (più di 60.000 rubli), mentre il primo ministro inglese ne riceve 5.000 (45.000 rubli).

Lo stesso, naturalmente, avviene in tutti i paesi capitalistici. Il governo è un comitato di commessi della classe dei capitalisti che viene pagato bene. I commessi sono essi stessi degli azionisti. E tutti insieme tosano le pecorelle al frastuono di roboanti discorsi sul “patriottismo”…

21 maggio 1913

Pubblicato per la prima volta sulla Pravda, numero 115.

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