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Legge di stabilità – Il pasto gratis è per i ricchi!

L’editoriale del nuovo numero di Rivoluzione

Il nostro Presidente del Consiglio, come molti, da bambino si sarà appassionato alle vicende di Robin Hood. Da grande ha deciso di impersonificarlo, con una variante però. Quello di Renzi è il paladino dei poteri forti, un Robin Hood alla rovescia.

Da un po’ di tempo si aggira per le contee italiane al grido “Tagliare le tasse è giusto!”. Uno slogan sicuramente accattivante… ma sarà proprio così?

Da circa vent’anni il carico fiscale, diretto e indiretto, sui redditi più bassi non fa che crescere (Irpef, Iva, ticket, istruzione…). Ma di questo non si tocca un centesimo, anzi! La festa è sempre per i ricchi, e la legge di stabilità 2016 per loro è l’ennesimo “pasto gratis”.

Renzi alla fine ha dovuto fare un parziale passo indietro sulla questione dell’abolizione dell’Imu a ville e castelli. Ma per i 74mila proprietari di questi immobili ci sarà comunque uno sconto pari in media a quasi mille euro a testa.

L’Unione europea autorizza lo sforamento del Patto di stabilità per l’emergenza profughi? Quei fondi verranno subito utilizzati per una riduzione dell’Ires (imposta sul reddito delle società) di tre punti percentuali, dal 27,5% al 24,5. Risparmio per le grandi imprese: 1,2 miliardi l’anno per ogni punto percentuale in meno!

Ci sono sgravi su tutto: sgravi sulle nuove assunzioni a tempo “indeterminato” (in realta i famosi contratti a “tutele crescenti”, cioè precariato permanente), per un risparmio di 2,3 miliardi di euro in due anni. Ci sono anche per la contrattazione decentrata, per altri 430 milioni. Con questi provvedimenti il governo lancia un chiaro messaggio davanti al rinnovo dei contratti nazionali in scadenza per 6,5 milioni di lavoratori. Cari imprenditori, non sedetevi nemmeno al tavolo nazionale, tanto vi aiutiamo noi: se fate un bell’accordo aziendale con sindacati compiacenti i contributi non li pagate.

In questo mondo alla rovescia, la legge Fornero rimane immutata e l’indicizzazione delle pensioni, che una sentenza della Corte costituzionale avrebbe teoricamente imposto, viene rinviata di due anni.

Ad ulteriore dimostrazione che la giustizia in questa società è a senso unico, un’altra sentenza della Consulta viene disattesa: quella sull’illegittimità del blocco del contratto nazionale degli statali. Senza curarsi di aprire un tavolo di trattativa, Palazzo Chigi annuncia un aumento per i dipendenti pubblici di ben… 8 euro!

Non manca l’attacco alla sanità. Dopo il taglio degli prestazioni “non necessarie” per decreto, in pratica la negazione del diritto alla salute, il governo prevede due miliardi di tagli al Fondo sanitario nazionale. A lorsignori miliardi, ai lavoratori le briciole, ecco il Renzi-pensiero.

Qualcuno potrebbe obiettare che non facendo pagare le tasse ai ricchi, si liberano risorse che poi verranno reinvestite nell’economia reale, creando così maggiore ricchezza e benessere per tutti.

A confutare questo ragionamento sono le cifre. In percentuale rispetto al Pil, gli investimenti sono scesi dal 21,6% nel 2007 al 17,8% nel 2013. Nello stesso periodo gli investimenti privati sono scesi di 3,2 punti percentuali del Pil, mentre gli investimenti pubblici sono diminuiti di 0,5 punti. (fonte: Commissione Europea).

Allo stesso tempo abbiamo assistito a un enorme aumento delle diseguaglianze.

La ricchezza mobiliare (titoli, azioni, conti correnti) in Italia è cresciuta durante la recessione. Sfiora i 4.000 miliardi di euro nel 2013, battendo i record raggiunti nel 2006. Ma questi patrimoni sono nelle mani di pochi: sempre nel 2013, il 10% della popolazione italiana aveva in mano il 50% di tutta la ricchezza esistente in italia (fonte: ilsole24ore.com)

Davanti a questi semplici dati una sinistra degna di questo nome ribalterebbe la logica di Renzi.

In questo paese i lavoratori, i pensionati, i disoccupati, non dovrebbero pagare un centesimo di tasse. La sanità la scuola, i trasporti pubblici potrebbero essere pagati interamente con i profitti realizzati dai grandi industriali e dalle banche e con le rendite.

Il capitalista troverà sempre il modo di evadere o di occultare il suo patrimonio trasferendolo all’estero, finchè tali ricchezze non verranno espropriate. Non abbandoniamo tuttavia la rivendicazione della tassazione progressiva, come strumento per evidenziare dove si possono reperire realmente le ricchezze necessarie ai bisogni della collettività, anche se non abbiamo illusioni che in questo sistema capitalista si possa raggiungere la vera equità fiscale

Per questo non si può fare affidamento all’Agenzia delle entrate, un’istituzione che il governo sta cercando oltretutto di depotenziare in ogni modo. Si devono aprire i libri contabili delle aziende e i lavoratori devono avervi libero accesso, si devono nazionalizzare le banche e il settore finanziario sotto il controllo dei lavoratori.

Davanti ai profitti e alle rendite accumulati in questi anni di crisi dai soliti noti, un sindacato che si rispetti non può affermare, come fa Camusso, che la legge di stabilità “non dà risposte” e aspettare modifiche nelle aule parlamentari.

Si dovrebbe lanciare uno stato di agitazione e conflitto in tutto il paese. Lo sciopero della logistica di fine ottobre ha aperto la strada, le potenzialità per l’unificazione delle lotte ci sono tutte. Tramutiamo le manifestazioni del 21 novembre dei metalmeccanici e del 28 del pubblico impiego in giorni di lotta di tutte le categorie, all’insegna dello slogan: “Riprendiamoci tutti i diritti e il salario che ci hanno tolto”.

Il ruolo di secondo piano che pare giocare il movimento operaio e l’irrilevanza della sinistra politica sono il riflesso di una totale inadeguatezza programmatica da parte dei gruppi dirigenti. Il riformismo che si illudono di inseguire semplicemente non ha più spazio.

L’unica tattica realista è quella di passare all’offensiva. Offensiva che però non si può improvvisare. c’è bisogno di un programma rivoluzionario e di un’organizzazione che lo porti avanti. Riconquistare il sindacato a una posizione combattiva, ricostruire un partito che organizzi la nostra classe. Questo è quello a cui lavoriamo e per cui chiediamo di unirti a noi!

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