Le foibe e la lotta partigiana – La vera storia
Con una legge del 2004 è stato istituito per ogni 10 febbraio il “giorno del ricordo”, una giornata di commemorazione delle cosiddette vittime delle foibe. Una legge fortemente voluta e sostenuta dagli ambienti della destra italiana (e sostenuta dal centro-sinistra) con un chiaro intento revisionista, per compensare in un qualche modo le atrocità commesse dai nazi-fascisti e così ripulirsi agli occhi dell’opinione pubblica. Da allora è stato un susseguirsi di pessime produzioni televisive, libri, articoli di giornale. Ogni mezzo che potesse tornare utile alla riscrittura della storia è stato utilizzato.
Proponiamo quindi oggi tre articoli e un video che possono essere letti come valido antidoto ad un revisionismo storico che manca di qualsiasi credibile fonte storica, e che invariabilmente e inevitabilmente dimentica i crimini commessi dai fascisti durante la guerra in Istria e sul confine orientale.
- I crimini dell’Esercito italiano in Jugoslavia di Ivan Serra
- I campi di concentramento in Friuli: i crimini del fascismo contro i popoli jugoslavi di Alessandra Kersevan
- La lotta partigiana presso il confine orientale: una rilettura necessaria di Gabriele Donato
Il video
Articoli correlati
1916-2016 – L’insurrezione di Pasqua a Dublino
Quest’anno ricorre il centenario dell’insurrezione di Pasqua del 1916. Un episodio poco conosciuto in Italia: la storia la scrivono i vincitori, e le ribellioni degli oppressi sono i primi avvenimenti ad essere occultati o se proprio necessario, vilipesi e calunniati.
Per la centralità della classe operaia nella lotta al capitalismo
Quindici anni fa, in vista della mobilitazione contro il G8, pubblicammo questo appello che, letto oggi, crediamo confermi tutta la sua validità.
Foibe e scuola – Di che cosa non vuole parlare Valditara?
Quest’anno, per la prima volta da 12 anni, un governo di destra si cimenterà col Giorno del Ricordo e siamo sicuri che Valditara non mancherà l’occasione di utilizzare la data del 10 febbraio per diffondere propaganda anti-comunista e anti-partigiana.
A cinquant’anni dalla morte di Che Guevara
Cinquant’anni fa, il 9 ottobre 1967, Ernesto “Che” Guevara veniva giustiziato sommariamente con un colpo al cuore a La Higueras, in Bolivia, da un capitano dell’unità di Rangers dell’esercito che lo aveva catturato il giorno prima. Il Che sacrificò la sua vita nella lotta irreconciliabile per l’abbattimento del capitalismo. Questo suo sacrificio è un esempio per tutti noi.
Per non dimenticare: quando erano gli italiani ad emigrare
“Gli immigrati si prendono il lavoro e le case, mentre gli italiani non hanno nulla! Il governo dovrebbe pensare prima agli italiani.” Quante volte sentiamo queste frasi, sbandierate da televisione e stampa, soprattutto da quella più bieca, e dai demagoghi di destra? Quelli che diffondono queste idee però non spiegano che, immigrati o no, il governo non aiuterà gli italiani, e che l’innalzamento dell’età pensionabile e i tagli al welfare non avvengono per colpa degli immigrati. La disoccupazione e la povertà non sono un prodotto dell’immigrazione; la verità è che la borghesia italiana ha per anni “importato” nel paese la forza lavoro a buon mercato per trarne vantaggio, allo stesso modo in cui, in passato, la esportava, creando grande fonte di reddito per lo Stato italiano.
In memoria di Guido Picelli
Il 5 gennaio 1937 Guido Picelli moriva sul fronte di Guadalajara, mentre era al comando di un battaglione di repubblicani durante la guerra civile spagnola. In suo ricordo ripubblichiamo un articolo scritto due anni fa, in occasione dell’uscita di un documentario a lui dedicato