23 Gennaio 2022 Sinistra Classe Rivoluzione

La scuola lavoro miete la prima vittima

Il 21 gennaio per la prima volta uno studente è morto in alternanza scuola-lavoro.

Lorenzo Parelli, 18 anni appena compiuti, all’ultimo giorno di alternanza, è stato schiacciato da una putrella, una trave di metallo, che lo ha ucciso sul colpo.

Nessuno dica che non se lo aspettava. In questi anni sono stati molti gli incidenti in alternanza: uno studente finito sotto un muletto a La Spezia, uno che ha perso un pezzo di dito in un macchinario a Prato, solo 6 mesi fa a Rovato (Brescia) un ragazzo di 16 anni è precipitato per 6 metri da una piattaforma e portato in ospedale in pericolo di vita. Solo per fare degli esempi. Nel 2021 sono morte 1404 persone per infortunio sul lavoro. Quasi 4 ogni giorno, e sono solo quelli regolarmente denunciati.

Sul lavoro si muore, perché nel capitalismo il lavoro è sotto un padrone che non vuole perdere tempo e soldi per la sicurezza. Lo sanno i padroni che usano gli studenti per avere lavoro gratis, e lo sanno quelli che hanno creato l’alternanza scuola-lavoro e l’hanno votata in parlamento. Lo sa Draghi e lo sa il ministro Bianchi, che vuole fare una riforma della scuola per cui nei professionali si dovrà passare metà del tempo in azienda invece che a scuola. E adesso le loro squallide dichiarazioni se le possono prendere e rificcare in gola. Scommettiamo che nessuno dei loro figli rischia di essere schiacciato da una putrella domani.

Questa morte forse farà chiarezza a chi vaneggia chiedendo garbatamente un po’ più di sicurezza e garanzie in alternanza, fra le organizzazione sindacali e studentesche. Questa è la sicurezza che sono disposti a concedere, se non si era capito. Dopo la morte di Lorenzo è necessaria una mobilitazione in tutte le scuole e tutte le organizzazioni studentesche devono attivarsi per questo obiettivo. La Cgil deve convocare uno sciopero generale ed esigere l’immediato blocco dell’alternanza scuola lavoro e misure che garantiscano davvero che i lavoratori non rischino di morire sul lavoro.

L’unico modo per onorare la morte di oggi è attivarsi e organizzarsi per cambiare le cose.

 

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