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La Russia “barbarica” e l’Occidente “civilizzato”

Il filosofo francese Voltaire avrebbe scritto la celebre frase: “Non sono d’accordo con quello che dici ma darei la vita affinché tu possa dirlo”. Che sia stato proprio lui a farlo o meno, queste parole sono spesso citate per descrivere il principio della libertà di parola.

La libertà di parola, e per estensione, la libertà di stampa, è sempre considerata come una delle pietre miliari della democrazia. È ciò che si dice separi i fieri cittadini del mondo occidentale da tutte le altre nazioni meno fortunate. Si suppone che sia la linea rossa che distingue la civiltà dalla barbarie. Soprattutto, nel momento attuale della storia mondiale, si dice che distingua noi popoli del mondo occidentale civili, democratici e amanti della libertà dalla barbarie russa dispotica.

 

Perché l’Oriente è l’Oriente…

Dedichiamo un momento a considerare la triste situazione del popolo russo che soffre da tempo. Nel regno delle tenebre e del male, che è il regno dello zar Vladimir il Sanguinario, a questo popolo sfortunato non è concesso il dono più meraviglioso di ogni vera democrazia: una stampa libera.

A differenza di noi, non possono leggere, vedere o ascoltare nulla che differisca anche lontanamente dalla linea ufficiale. Tutti gli organi di stampa di opposizione, o semi-opposizione, sono chiuse senza battere ciglio. E tutti gli altri media sono soggetti al più stretto controllo e alla censura.

Di conseguenza, si può pensare che i poveri russi non abbiano opinioni diverse da quelle dettate dall’Uomo al Cremlino. O così siamo portati a credere.

In realtà, però, il potere dei media, anche se molto grande, non è mai invincibile, e prima o poi, la popolazione comincerà a sospettare che il loro governo non sta dicendo la verità, e che i media ufficiali stanno dicendo loro solo quello che considerano buono per i propri interessi.

Le manifestazioni contro la guerra che sono scoppiate in molte città russe, e che sono state sottoposte a una repressione pesante da parte delle forze di sicurezza statali, sono una chiara indicazione che molte persone non si fidano dello zar Vladimir o dei suoi media ufficiali. Questa sfiducia, e lo stato d’animo di ribellione, cresceranno senza dubbio se la guerra si trascinerà a lungo.

 

… E l’Occidente è l’Occidente

Il contrasto con l’Occidente civilizzato non potrebbe essere più chiaro. Qui non si legge di manifestazioni di massa contro il governo e la NATO. Anzi, il contrario. L’opinione pubblica sembra essere fermamente compatta dietro la linea del governo. Può essere espresso molto semplicemente nel modo seguente: Russia cattiva, Ucraina buona. Fine della storia.

Questa dimostrazione notevole di unità nazionale è, naturalmente, un’espressione del fatto che, a differenza degli sfortunati russi, noi cittadini della democrazia occidentale possediamo ampie informazioni dalle fonti più varie che ci convincono che i nostri leader hanno ragione e i nostri nemici hanno torto.

Prendiamo come esempio la democratica Gran Bretagna. Accendo il mio televisore in tempo per il notiziario delle 6 di sera. Il mezzobusto mi informa dettagliatamente che l’offensiva militare russa è stata fermata dall’azione eroica dell’esercito ucraino, con l’aiuto disinteressato della Gran Bretagna e degli Stati Uniti. Poi procede a descrivere nei minimi dettagli le ultime atrocità – reali o immaginarie – commesse dai barbari invasori russi, seguite da una litania di condanne indignate da parte di una serie di leader occidentali.

Il servizio finisce con scene di sofferenza umana spaventose, un enorme numero di rifugiati, e alcune interviste calcolate per produrre un naturale sentimento di simpatia umana e solidarietà per chiunque soffra gli orrori della guerra. Fin qui tutto bene.

Poi passo a ITV, dove ripetono esattamente le stesse notizie, con esattamente le stesse interviste e dichiarazioni. Dopo di che, desideroso di ottenere qualche notizia affidabile, al contrario delle opinioni, mi rivolgo a una fonte presumibilmente seria, Channel 4 News. Ma invece di imparare qualcosa di nuovo, vengo intrattenuto con esattamente la stessa storia, sostenuta esattamente dalle stesse fonti.

Un paio di settimane fa, era ancora possibile accedere a Russia Today – la sola e unica fonte di notizie che presentava le cose in modo diverso. Ora, qualsiasi persona istruita capirà facilmente da dove viene Russia Today. Non si deve credere a niente di quello che dice – così come non si deve credere a quello che c’è su tutti gli altri canali. Ma almeno ci forniva opinioni diverse, il che ci permetteva di cominciare a formarsi qualcosa che assomiglia a un punto di vista obiettivo.

Basta! I nostri campioni della democrazia, nel governo di quel Boris il pasticcione, non hanno perso tempo a urlare e strepitare affinché questa singola voce dissidente solitaria fosse messa a tacere senza indugio. Tale richiesta è stata soddisfatta con ammirevole alacrità, con l’applauso generale di tutti gli amanti della democrazia nella Camera dei Comuni, e nella maniera più forte di tutti da Sir Keir Starmer e da quei parlamentari di ultra-destra del Labour, che ora è completamente indistinguibile dai Tories in ogni aspetto, tranne per il fatto che richiede costantemente un’azione sempre più belligerante contro la Russia – incluso la terza guerra mondiale.

Così, dopo aver messo effettivamente a tacere tutta l’opposizione, i nostri campioni della democrazia possono ora essere abbastanza sicuri che l’unità nazionale è stata raggiunta, e possono continuare con la loro campagna di propaganda bellicosa , rincuorati dall’assenza di qualsiasi rischio di contraddittorio.

Ma aspettate un attimo! Non doveva essere questa una differenza fondamentale tra l’Occidente democratico e il regime tirannico di Putin? E la libertà di stampa non doveva essere una di queste differenze? Se è vero che in Russia la gente è costretta ad ascoltare solo un punto di vista sulla guerra – quello ufficiale – allora è anche vero che la gente in Occidente è sottoposta allo stesso trattamento.

Le anime semplici possono concludere che non c’è assolutamente alcuna differenza tra le due cose. Ma questa sarebbe un’idea sbagliata estremamente ingenua. C’è, naturalmente, una differenza fondamentale. Ed è questa: in Russia la gente è costretta a seguire il Discorso Ufficiale, mentre nella democratica Gran Bretagna e in altri paesi liberi, scegliamo, di nostra spontanea volontà, di ascoltare le uniche fonti di notizie a nostra disposizione.

Il fatto che queste fonti siano solo un riflesso del Discorso Ufficiale, dettato dai nostri governanti e cinicamente manipolate da loro, è un’altra questione.

Ora consideriamo questo.

 

Lo strano caso dell’ospedale pediatrico

Il 9 marzo è stato riferito che un attacco russo ha colpito un ospedale pediatrico e una maternità nella città di Mariupol.

Come una macchina perfettamente oliata, il dipartimento di propaganda è entrato immediatamente in azione. Tutti i media si sono concentrati su una questione: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha immediatamente definito l’attacco un crimine di guerra. Ha chiamato l’attacco “la prova definitiva del genocidio”.

Ma c’erano diverse cose che non quadravano. Ha anche postato un filmato apparentemente dall’interno dell’ospedale, che sembrava essere completamente distrutto. Se fosse stato così, il numero di morti e feriti sarebbe stato sicuramente considerevole.

Pavlo Kyrylenko, il capo dell’amministrazione regionale di Donetsk che comprende la città portuale di Mariupol, ha detto che non è stato confermato alcun morto, e ha specificamente dichiarato che non ci sono stati feriti confermati tra i bambini.

Il consiglio comunale di Mariupol ha detto che l’attacco ha causato “danni colossali”, e ha pubblicato filmati che mostrano edifici bruciati, auto distrutte e un enorme cratere fuori dall’ospedale. La BBC ha verificato l’esatta posizione dei video girati, ma non il numero esatto delle vittime.

Ho aspettato qualche informazione concreta. Ma le notizie sembravano essere stranamente vaghe, così come le immagini mostrate in televisione. Mostravano diverse donne chiaramente sconvolte che cercavano di consolare i loro bambini che piangevano, abbastanza per suscitare le simpatie e l’indignazione di qualsiasi persona normale.

Dmitry Gurin, un deputato ucraino, ha detto alla BBC che il complesso ospedialiero è stato bombardato.

“È tutto un complesso – un ospedale pediatrico e la maternità”, ha detto.

“Un sacco di donne morte e ferite. Non abbiamo ancora notizie dei bambini e dei neonati”.

Il coro di giusta indignazione si è intensificato in un crescendo. “Incoscente”, “barbaro”, “ripugnante”, “malvagio”, sono alcuni degli epiteti impiegati più moderati.

La retorica era tutta abbastanza prevedibile. La Casa Bianca ha condannato l’uso “barbaro” della forza contro civili innocenti. Boris Johnson ha twittato “ci sono poche cose più spregevoli che prendere di mira i vulnerabili e gli indifesi”. E così via.

Ma i resoconti iniziali sono rimasti molto vaghi e, stranamente, non hanno fatto riferimento ad alcun morto. Diciassette persone sono state ferite, tra cui personale e pazienti, hanno detto i funzionari locali. Ma questa era solo una stima iniziale, e si spiegava anche che c’erano persone intrappolate sotto le macerie.

Sicuramente le cifre dei morti e dei feriti sarebbero aumentate significativamente…?

Ma non è stato così. Più tardi, la storia iniziale fu modificata. Ora si diceva che tre persone, tra cui un bambino, erano state uccise. Mi sono chiesto: come era possibile che un edificio così grande potesse essere completamente devastato, e che le cifre delle vittime fossero così basse? Solo una spiegazione è possibile: che al momento del bombardamento l’edificio era vuoto, o almeno in gran parte-

Perché i russi dovrebbero bombardare un edificio vuoto? I russi hanno risposto affermando che gli ucraini hanno usato la tattica di svuotare dei loro pazienti edifici come gli ospedali, che vengono poi occupati da nazionalisti di ultradestra, in questo caso dal Battaglione Azov, che sparano sui russi, provocando deliberatamente un attacco. In effetti, i resoconti dei media russi prima dell’attacco indicavano che unità del Battaglione Azov avevano già preso posizione in questo particolare ospedale. Non è qualcosa di plausibile che dovrebbe almeno essere preso in considerazione?

L’argomento è stato, naturalmente, immediatamente respinto dagli ucraini e dai loro alleati americani e britannici come mera propaganda. Nessuna reale considerazione delle diverse spiegazioni possibili viene data nei nostri cosiddetti media liberi. Non dovrebbe essere il ruolo del giornalismo indagare i fatti da tutti i punti di vista e poi riportarli? Ma come disse una volta un giornalista: “perché lasciare che i fatti rovinino una buona storia?”

Da più parti si è richiesto che la Russia sia messa sotto processo per presunti crimini di guerra e persino genocidio. Cerchiamo di essere chiari su questo. Un generale americano una volta disse che la guerra è un inferno. La guerra, per definizione, consiste nell’uccidere persone. E in una guerra, molti civili innocenti moriranno, che ciò sia o meno deliberato.

Pertanto, non si dovrebbe dare il minimo credito alla valanga disgustosa di propaganda, che puzza di falsità, cinismo e ipocrisia della peggior specie, come ora mi propongo di dimostrare con i fatti.

 

Il crimine di guerra americano che non è mai accaduto

Il 3 ottobre 2015, gli attacchi aerei statunitensi hanno distrutto l’ospedale traumatologico di Medicines Sans Frontiers (MSF) a Kunduz, in Afghanistan. Questo è un fatto ben documentato che non può essere contraddetto.

Quella notte, un velivolo d’assalto statunitense ha sparato 211 proiettili sull’edificio principale dell’ospedale, un attacco che è durato circa un’ora, nonostante le squadre di MSF abbiano disperatamente chiesto alle autorità militari di non aprire il fuoco.

Gli americani erano perfettamente consapevoli che l’obiettivo era un ospedale. MSF aveva fornito giorni prima le coordinate GPS al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, al Ministero dell’Interno e della Difesa afgano e all’esercito americano a Kabul.

Almeno 42 persone sono state uccise, tra cui 24 pazienti, 14 membri dello staff e 4 custodi, e 37 sono state ferite.

MSF ha poi riferito:

“I nostri pazienti sono bruciati nei loro letti, il nostro personale medico è stato decapitato o ha perso degli arti. Altri sono stati colpiti dal cielo mentre fuggivano dall’edificio in fiamme, ha detto un testimone oculare.

“L’opinione di chi era all’interno dell’ospedale è che questo attacco è stato condotto con lo scopo di uccidere e distruggere. Ma non sappiamo perché”.

I militari statunitensi hanno poi affermato di aver ricevuto rapporti che l’edificio dell’ospedale ospitava miliziani talebani attivi. Ma il personale di MSF ha riferito che non c’erano combattenti armati o combattimenti nel complesso prima dell’attacco aereo.

Alla fine, il generale Votel, il capo del Comando Centrale degli Stati Uniti, ha spiegato l’attacco come un “errore” e ha detto che il fatto che l’attacco non fosse intenzionale “lo toglie dalla casistica dei crimini di guerra deliberati”.

Allora va bene così. Se gli americani attaccano gli ospedali e uccidono persone innocenti, è uno sfortunato incidente e non un crimine di guerra. Ma se i russi fanno la stessa cosa, è un crimine di guerra.

George Orwell potrebbe comprendere questa logica contorta, uscita direttamente dal Ministero della Verità. E poiché tutte le nostre informazioni provengono da quella stessa fonte, dobbiamo crederci. Perché non abbiamo motivo di credere a nient’altro…

 

Di eroi e di criminali di guerra

Il ministro delle forze armate britanniche James Heappey, parlando alla BBC breakfast, non ha alcun dubbio che il bombardamento di un ospedale costituisca un crimine di guerra, per il quale Putin dovrebbe essere trascinato davanti a un tribunale. Chi di preciso lo porterà fisicamente rimane un mistero.

“La svolta della Russia verso il suo passato asiatico”

La stessa storia è stata poi ripetuta con tediosa regolarità anche da altri, che contano di più di Heappey.

Ma anche lo sguardo più sommario alla storia è sufficiente per svelare la falsità di questa indignazione artificiale, dato la storia veramente orribile dell’imperialismo britannico.

In cima alla lista dei crimini passati della Gran Bretagna c’è l’annientamento della città di Dresda con un bombardamento a tappeto ingiustificato durante la Seconda Guerra Mondiale, che fu completamente indiscriminato, e che causò una terribile tempesta di fuoco che devastò la città. Lo storico Donald Miller descrive l’inferno che fu scatenato:

“Le scarpe della popolazione si fondevano nell’asfalto bollente delle strade, e il fuoco si propagava così rapidamente che molti erano ridotti in atomi prima di avere il tempo di togliersi le scarpe. Il fuoco fondeva il ferro e l’acciaio, trasformava la pietra in polvere e faceva esplodere gli alberi dal calore della loro stessa resina. Le persone che scappavano dal fuoco potevano sentire il suo calore attraverso la schiena, bruciando i loro polmoni”.

Un’intera città fu avvolta dalle fiamme. Ospedali, scuole, asili, chiese, biblioteche, musei, aree residenziali, migliaia di uomini, donne e bambini – tutti perirono in quell’orgia di distruzione deliberata.

Dresda, un centro culturale di fama mondiale, non aveva alcun valore come obiettivo militare. L’unico scopo era quello di provocare il terrore nella popolazione civile, di spezzare la loro volontà di resistere. Ma questo si rivelò un errore di calcolo. Un semplice bombardamento aereo non può mai far vincere una guerra. Dopo Dresda, i tedeschi hanno continuato a combattere ferocemente fino alla fine. Il bombardamento dei civili servì solo a spingerli ulteriormente tra le braccia dei loro governanti.

Si pensa che circa 25-35mila civili siano morti a Dresda, anche se questa potrebbe essere una sottostima. Altri calcoli arrivano a 250mila, dato l’afflusso di profughi senza documenti che erano fuggiti a Dresda dal fronte orientale. La maggior parte delle vittime erano donne, bambini e anziani.

Hanno sofferto una morte orribile, non solo per essere stati bruciati vivi, ma anche per soffocamento. Miller fa notare che il 70 per cento delle vittime in realtà soffocò a causa del monossido di carbonio rilasciato dalla combustione. Non sorprende che l’autore tedesco Jörg Friedrich abbia scelto di intitolare il suo controverso libro sul bombardamento alleato di Dresda e altre città semplicemente Der Brand (Il fuoco).

È stato un incidente? Niente affatto, fu una politica deliberata. Fu un crimine di guerra? Non c’è assolutamente alcun dubbio. E chi era responsabile di quel crimine? Fondamentalmente, due uomini: Sir Arthur Travers Harris, Primo baronetto, a capo della Royal Air Force, noto come “Bomber Harris”; e Sir Winston Churchill, l’allora primo ministro britannico.

Questi due uomini sono stati perseguiti per crimini di guerra? Naturalmente no. Furono per caso indagati? Non lo furono. I crimini sono stati convenientemente cancellati dalla documentazione storica. Nessuno ne parla più, e potete trovare le loro statue che occupano un posto d’onore in Parliament Square, a Westminster: il cuore vivo e pulsante di quella che è conosciuta come democrazia britannica.

Quindi, è abbastanza chiaro. Non c’è una morale assoluta. La verità è relativa, per essere distorta e trasformata nel suo opposto, secondo gli interessi dei poteri forti. George Orwell ci ha azzeccato di nuovo. Chi per alcuni è un criminale di guerra, per altri è un eroe. Come volevasi dimostrare.

 

Ricordate Hiroshima e Nagasaki?

Per quanto riguarda la lista dei crimini di guerra dell’America, è troppo lunga da catalogare qui. Chiedete al popolo del Vietnam, che è stato introdotto dagli americani al fascino del napalm, dei bombardamenti a tappeto e dell’Agente Arancio: la velenosa sostanza chimica che ancora oggi causa dolore e sofferenza senza fine.

Ma lasciamo perdere questi piccoli dettagli, e occupiamoci di un evento molto più significativo, che, purtroppo, tende ad essere dimenticato. Mi riferisco all’annientamento totale di due città giapponesi nel 1945 da bombe atomiche sganciate da aerei statunitensi.

Un totale stimato di 199.000 persone sono state uccise dalle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki nell’agosto 1945. Altre migliaia moriranno in maniera orribile a causa degli effetti persistenti delle radiazioni causate dalle bombe negli anni seguenti.

Le esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki

Anche qui, la perdita di molte vite civili, la distruzione selvaggia di ospedali (inclusi quelli per la maternità), scuole, case per anziani ecc. non interessavano nulla a Washington e al Pentagono.

La ragione spesso data per questo abominevole atto di barbarie era che “ha accelerato la fine della guerra e salvato molte vite (americane)”. Ma questa è una bugia. A quel tempo, il Giappone aveva già perso la guerra e stava chiedendo la pace.

La vera ragione per cui il presidente Truman ordinò l’annientamento nucleare di Hiroshima e Nagasaki fu dimostrare a Mosca che gli Stati Uniti possedevano ora una nuova e terrificante arma di distruzione di massa, capace di far saltare in aria intere città con una sola bomba. Fu l’inizio ufficiale della guerra fredda tra USA e URSS, che durò per decenni.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, l’imperialismo statunitense ha continuato a perseguire una politica estera aggressiva, conducendo guerre sul suolo straniero, bombardando e massacrando innumerevoli persone innocenti.

Nei 20 anni dal 2001 al 2021, i soli Stati Uniti hanno lanciato 326.000 bombe e missili sulla popolazione di altri paesi, tra cui, ma non solo, più di 152.000 in Iraq e Siria. Solo in Afghanistan e Pakistan, le operazioni della NATO hanno ucciso 241.000 persone tra il 2001 e il 2021. Le cifre ufficiali fissano, tra queste vittime, il numero di civili a più di 71.000.

Nello Yemen, il regime saudita, con l’appoggio diretto di Stati Uniti e Gran Bretagna, ha condotto una brutale guerra unilaterale che ha tenuto più di 10 milioni di persone sull’orlo della fame per anni.

Secondo le ultime stime, nel 2020, questo alleato dell’Occidente aveva effettuato più di 20.000 bombardamenti, arrivando fino a 300 raid aerei al giorno in alcuni periodi. Un rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato nel novembre 2021, ha previsto che il bilancio delle vittime della guerra in Yemen salirà a 377.000 entro la fine del 2021.

Durante i 78 giorni di bombardamenti della NATO sulla Jugoslavia nel 1999, furono lanciati 2.300 missili e sganciate 14.000 bombe, tra cui bombe all’uranio e a grappolo. Oltre alle migliaia di vite perse, gli attacchi della NATO colpirono scuole, biblioteche, ospedali e decine di migliaia di case. In un attacco, la coalizione ha bombardato una colonna di rifugiati, uccidendone più di 60. Tali eventi sono stati semplicemente spiegati come errori e “danni collaterali”.

Non c’è bisogno di dire altro sulla storia sanguinosa dell’imperialismo statunitense – la più feroce forza controrivoluzionaria sulla faccia della terra.

 

“Siamo al fianco dell’Ucraina”

Spostiamo ora la nostra attenzione dall’ardore della battaglia alla calma dell’aula di discussione della Camera dei Comuni a Londra.

La sera dell’8 marzo, i deputati hanno gremito ogni angolo dell’aula. I membri della Camera dei Lord hanno riempito le tribune dedicate al pubblico. Il personale del Parlamento si è accalcato, per sbirciare attraverso le arcate di pietra, quasi fino al tetto, e assistere allo spettacolo. Doveva essere un po’ come andare al cinema o, meglio, in platea al circo. Perché, dopo tutto, era quello che era.

Dopo alcuni minuti di chiacchiericcio, con i parlamentari che armeggiavano con le loro cuffie per assicurarsi che sarebbero stati in grado di sentire la traduzione del discorso, si è fatto silenzio quando è apparsa una visione, come un uomo che parlava da un altro pianeta.

Lì, da solo alla sua scrivania, solo una bandiera ucraina per compagnia, il presidente Volodymyr Zelensky è apparso sugli schermi per parlare ai deputati e, naturalmente, al pubblico a casa. È stata la prima volta che un leader straniero si è rivolto direttamente alla Camera dei Comuni.

Come coup de théâtre, è stato perfetto. Come mossa politica e diplomatica, un po’ meno. Ma ehi! Quando tutti i presenti si aspettavano di ricevere l’effetto catartico che solo una vera tragedia può evocare, chi poteva lamentarsi?

Il Presidente dell’Ucraina ha gentilmente toccato le corde del cuore delle file riunite di bugiardi incalliti e cinici professionisti – persone generalmente non note per avere sentimenti di qualsiasi tipo. Ha parlato in modo commovente del dolore del suo paese mentre andava avanti ogni giorno, una guerra “che non abbiamo iniziato”.

Era tutto perfettamente provato e apparecchiato con maestria. Era tutto al suo posto: bombe che cadono sulle scuole. Chiese distrutte. Ospedali per bambini attaccati. Cibo e acqua che scarseggiano in alcuni luoghi.

Ma, ha detto, il morale era alto, e il popolo aveva la volontà di combattere fino alla fine: “combatteremo sulle spiagge, nelle strade, nei boschi”, ha proclamato, con più di un cenno a Churchill, lasciandosi un po’ trasportare dalla sua stessa retorica. Ha citato pure Shakespeare: “Essere o non essere?

L’Ucraina, ha detto, ha deciso di “essere libera”.

Grandioso! Ma poi è arrivata la battuta finale.

Zelensky ha ringraziato il Regno Unito per il suo sostegno, ma poi ha rovinato tutto lasciando intendere che, beh, non era proprio abbastanza. Ha esortato il governo di Sua Maestà a inasprire ulteriormente le sanzioni. (Ma, buon Dio, non abbiamo fatto abbastanza? La nostra economia sta andando verso un crollo e c’è un limite a tutto).

Il discorso di Zelenskij al parlamento britannico

Soprattutto, ha insistito, bisogna proteggere i cieli dell’Ucraina, “anche se imporre una no-fly zone è un passo – un rischio – che il Regno Unito e i suoi alleati non sono ancora disposti a prendere”.

(Oh sì, quello… Beh, ci sarebbe un leggero rischio se tentassimo di imporre una no-fly zone. Ciò significherebbe abbattere gli aerei russi. Comporterebbe un confronto militare diretto con la Russia. Equivarrebbe a iniziare una terza guerra mondiale. Questo significherebbe l’annientamento nucleare, e la distruzione della civiltà come la conosciamo).

A questo punto, i deputati hanno iniziato ad agitarsi sulle loro poltrone. Tutti sanno che quando passano attraverso l’ingresso dei Comuni stanno camminando sotto l’arco ricostruito dalla pietra sfregiata danneggiata dalle bombe della seconda guerra mondiale. Fortunatamente, il discorso stava per finire – ed era ora!

Alla fine del discorso, i deputati e i Lord dalle tribune si sono alzati di nuovo in piedi, per applaudire. Il presidente ha portato la mano al petto come segno di riconoscenza del loro sostegno sincero, poi si è lasciato andare per un momento sulla sua sedia. Poi la sua compostezza è tornata. Zelensky ha alzato il pugno in segno di sfida, si è alzato in piedi e ha abbandonato la scrivania.

Le sue parole hanno visibilmente colpito molti deputati, alcuni avevano gli occhi lucidi, altri annuivano con fervore. Così, hanno premiato la sua performance con due standing ovation: una prima, un’altra alla fine. E gliene avrebbero concesso una terza o una quarta, se avesse voluto.

Quello che non gli hanno dato – e non gli daranno mai – è quello che voleva veramente, cioè un aiuto militare significativo, sotto forma di una no-fly zone. Applausi – quanto volete, ma nessun aereo! Zelensky deve aver concluso la giornata con il suo ego gonfiato, ma a mani decisamente vuote. Non un bilancio molto soddisfacente dal punto di vista pratico.

Se è necessaria un’ulteriore prova della disonestà e ipocrisia palesi di Johnson e soci. si può citare il loro record vergognoso rispetto alla questione dei rifugiati ucraini. Ad oggi, circa due milioni di persone sono fuggite dalla guerra. Di questi, più della metà sono stati accolti dalla Polonia, un gran numero sono in Ungheria e in altri paesi vicini.

L’ONU dice che, a partire dal 9 marzo:

la Polonia ha accolto 1.412.502 rifugiati

Ungheria 214.160
Slovacchia 165.199
Russia 97.098
Romania 84.671
Moldavia 82.762
Bielorussia 765

Più di 255.000 persone sono andate in altri paesi europei.

Ma che dire della Gran Bretagna? Il numero di rifugiati ucraini a cui è stato concesso il visto per venire nel Regno Unito secondo la nuova legge sui ricongiungimenti familiari è salito da un misero 50 a un ancora misero 300.

I rifugiati ucraini che si sono presentati a Calais, sperando di raggiungere i parenti nel Regno Unito, sono stati respinti. Il ministro dell’Interno Priti Patel ha sfacciatamente mentito alla Camera dei Comuni affermando di aver istituito un ufficio visti a Calais, il che era falso. Si è scoperto che l’ufficio “speciale” consisteva in un tavolino pieghevole gestito da tre uomini che distribuivano pacchetti di patatine… ma le domande di visto non venivano accolte.

Poi, ai rifugiati ucraini è stato detto che potevano salire su un treno Eurostar da Calais a Lille, dove le loro richieste di visto sarebbero state prese in visione. Un’altra cinica bugia. Non ci sono infatti servizi Eurostar da Calais a Lille e non c’è nemmeno un ufficio visti del Regno Unito a Lille! Infatti, si è scoperto che l’ufficio visti doveva essere situato ad Arras, a 30 miglia da Lille, ma non è ancora stato aperto. Quindi, questo è quanto. La Gran Bretagna è al fianco dell’Ucraina – finché gli ucraini rimangono dalla loro parte della Manica. Questa è la vera natura del sostegno all’Ucraina da parte della classe dominante britannica e del suo governo.

 

Come l’Occidente alimenta le fiamme della guerra

È vero che l’Occidente sta fornendo armi all’Ucraina. Potrebbero essere sufficienti per prolungare la guerra per un certo tempo, ma non per creare le condizioni per una reale vittoria ucraina. Questo non è assolutamente il tipo di “aiuto” che allevierà le masse sofferenti dell’Ucraina. La verità è proprio l’opposto.

Più a lungo l’attuale conflitto in Ucraina continua, più uomini, donne e bambini innocenti perderanno inutilmente le loro vite.

È stata la NATO – specialmente gli americani e i britannici – ad aver spinto l’Ucraina nell’attuale conflitto con la Russia per i propri fini, e poi cinicamente è rimasta a guardare mentre il popolo ucraino affogava in un mare di sangue. Sono stati responsabili di questa guerra inutile – e ora sono responsabili di prolungarla deliberatamente per i loro interessi. Quello che vuole ottenere è creare problemi alla Russia, e ritardare l’inevitabile risultato finale, che sarà una vittoria russa, al costo di prolungare l’agonia degli ucraini.

La nostra solidarietà è interamente dalla parte del popolo ucraino che soffre, la vittima innocente di questo cinico gioco politico delle grandi potenze. Ma la sofferenza finirà solo quando la guerra stessa sarà terminata. Coloro che spingono per la continuazione dei combattimenti, quando sanno perfettamente come andrà a finire e non hanno la minima intenzione di alzare un dito per fornire un aiuto militare, non sono amici del popolo ucraino. Sono i loro peggiori nemici.

Londra, 11 marzo 2022

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