Incendio a Marghera – Quando gli “schei” comandano sulla vita e la salute
Stamattina si è consumato l’ ennesimo incidente sul posto di lavoro. Nello stabilimento chimico di Porto Marghera 3V Sigma è divampato un incendio che ha ferito gravemente due lavoratori, portati d’urgenza in ospedale, e ne ha intossicati almeno altri quattro.
Una tragedia annunciata: a luglio i lavoratori erano scesi in sciopero denunciando le condizioni precarie dello stabilimento, specie del sistema anti-incendio e del sistema di illuminazione che mettevano in pericolo sia i dipendenti che la cittadinanza. “Non vogliamo finire come la Thyssen krupp” dicevano i lavoratori.
La tossicità dei solventi usati nello stabilimento ha portato il comune a invitare la cittadinanza di Marghera a restare in casa e chiudere le finestre per poche ore. Eppure l’aria è ancora satura di sostanze chimiche dannose che venivano lavorate nello stabilimento e il vento spira in direzione del centro storico di Venezia: il sindaco Brugnaro ha ritirato l’emergenza senza nemmeno sapere quali sostanze pericolose avrebbero respirato i suoi concittadini!
Ricordiamo che Marghera aspetta da decenni una bonifica delle devastazioni ambientali provocate dal Petrolchimico e dalle aziende dell’indotto. Sono centinaia le famiglie che hanno pianto un loro caro, dagli anni ottanta in poi, a causa di tumori incurabili.
Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di come la borghesia sia insensibile ai danni che la corsa sfrenata al profitto procuri alla salute dei lavoratori e come questa si riversi su tutta la cittadinanza. La totale indifferenza per la salute delle persone a vantaggio dei profitti dei capitalisti ha portato il governatore Zaia ed essere il capofila della riapertura di tutte le fabbriche. Con il suo proverbiale cinismo a fine aprile aveva affermato: “Il 60% delle aziende non ha mai chiuso, tanto vale aprirle tutte”. Al triste primato detenuto dal Veneto, una delle regioni leader per numero di infortuni sul lavoro, si somma anche il rischio del contagio da Coronavirus col benestare della Regione.
Questo disastro annunciato avviene due giorni dopo il secondo anniversario della tragedia delle Acciaierie Venete a Padova, dove due lavoratori perirono dopo mesi di atroci sofferenze a causa di terribili ustioni. Ancora oggi i responsabili di quella strage non sono nemmeno comparsi davanti ai giudici!
In questa situazione d’emergenza sanitaria, dove da un lato si chiama al senso di responsabilità del distanziamento sociale e dall’altro Confindustria preme e agguanta un libera tutti per i profitti di pochi sulla pelle di molti, le istituzioni dimostrano ancora una volta di essere colluse con la classe capitalista e con Confindustria, non avendo nessuna remora a lasciare i lavoratori in condizioni precarie per il loro profitto.
Per questo noi vogliamo un cambiamento radicale nella società. Per questo noi combattiamo per una migliore condizione di vita per tutti! E’ ora di ribadire che #nonsiamocarnedamacello
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