Il Partito laburista deve combattere la Brexit di Boris Johnson con un’alternativa socialista audace

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Il Partito laburista deve combattere la Brexit di Boris Johnson con un’alternativa socialista audace

I conservatori hanno concentrato i loro attacchi sul tema Brexit, che percepiscono come il punto debole dei laburisti. Il movimento laburista deve resistere alla pressione del grande capitale e del nazionalismo, e lottare per delle chiare rivendicazioni socialiste.

La scorsa settimana il primo dibattito televisivo fra Johnson e Corbyn ha mostrato la principale (e unica) linea di attacco dei conservatori in queste elezioni: la Brexit . In effetti il mantra “completare la Brexit” è stato ripetuto fino alla nausea dal leader conservatore e dai suoi esperti di pubbliche relazioni.

Gli strateghi conservatori evidentemente ritengono che la questione Brexit sia il tallone d’Achille della campagna laburista. La stampa borghese si è mostrata d’accordo, evidenziando le risate del pubblico durante il dibattito quando Corbyn ha dichiarato che il partito Laburista “ha una posizione chiara” sulla Brexit.

Sotto molti aspetti queste iene hanno trovato un punto debole. La posizione del Partito Laburista sulla Brexit cerca di glissare sul tema ed è imposta a Corbyn come compromesso fra i parlamentari “Remainer” blairiani e i leader dei grandi sindacati affiliati al Labour, come “Unite”.

Per il nostro movimento è vitale resistere alle pressioni sia del nazionalismo che della grande borghesia . Piuttosto, a sole poche settimane dalle elezioni , il partito Laburista deve mobilitarsi e unire i giovani e i lavoratori attorno ad una politica socialista audace.

 

I Blairiani e il “voto del popolo”

I Blairiani sono stati i più ardenti sostenitori di un secondo referendum , con personaggi della destra del partito come Tom Watson, che ha capeggiato la campagna per un cosiddetto “voto popolare” . Fin dal primo giorno hanno tentato di fare pressione a Corbyn sull’Europa : inizialmente per ottenere la sua benedizione alla posizione a favore del Remain, e dopo il risultato del referendum del 2016 per chiedere un’altra pugnalata alle spalle alla base e convincere gli elettori a rimanere nell’UE. Durante tutto questo periodo, l’interesse di questi rappresentanti del grande capitale è stato difendere gli interessi della City di Londra, che poi sono i profitti dei banchieri e dei padroni , la cui preoccupazione principale è mantenere l’accesso al loro amato “mercato unico” .

Così facendo, comunque, hanno favorito direttamente Johnson, distogliendo l’attenzione dalle questioni di classe che interessano i lavoratori , e permettendo a Boris e ai conservatori pro-Brexit di dipingersi come i “campioni del popolo” impegnati nella battaglia della vita contro gli intrallazzatori in parlamento.

Con il processo della Brexit protratto per più di tre anni , senza alcuna apparente soluzione, non meraviglia che molti lavoratori siano stufi di tutta questa messa in scena. Comprensibilmente, un settore significativo vuole solo che tutto ciò finisca cosìcchè possano essere affrontati i problemi reali come la casa , il lavoro e i servizi pubblici .

La strada per farla finita con questo disgusto e disillusione è di portare al centro dei riflettori le questioni di classe. Continuare a insistere sulla necessità di un secondo referendum , come fa la destra laburista, può solo riaprire vecchie ferite e spingere un numero maggiore di lavoratori disillusi che hanno votato il Leave verso i conservatori e il Brexit Party, mettendo a rischio le possibilità di vittoria nelle urne del Partito Laburista.

 

McCluskey e il controllo dell’immigrazione

Dall’altra parte, personaggi influenti del sindacato come Len McCluskey si trastullano con una retorica reazionaria sul controllo dell’immigrazione nel tentativo di scavalcare i conservatori e il Brexit Party. In una recente intervista a the Guardian il segretario generale di “Unite” ha proposto che il Partito Laburista dovrebbe proporre restrizioni alla libertà di movimento per accogliere le preoccupazioni sui lavoratori migranti . “Se non facciamo i conti con i problemi e le preoccupazioni” ha detto McCluskey “creeremo un vuoto che sarà riempito dall’estrema destra che sta cercando di diventare la voce della classe operaia bianca”.

Queste richieste comunque, non serviranno a nulla per attrarre voti della classe lavoratrice in seggi contesi come quelli nelle Midlands , nel Nord o in alte zone . Al contrario, un linguaggio del genere può solo aiutare a dividere la classe lavoratrice su basi nazionaliste , facendo ancora il gioco dell’alleanza dei razzisti Johnso e Farage.

McCluskey non è il primo leader del movimento operaio che si piega a questa retorica nazionalista. Un decennio fa sia il primo ministro Gordon Brown sia il predecessore di McCluskey, Derek Simpson , si accodarono allo slogan arretrato “Lavoro Inglese per i lavoratori Inglesi” . Nel 2015, invece, il Labour di Ed Milliband si presentò alle elezioni con l’impegno prioritario di introdurre “controlli all’immigrazione”.

In tutti i casi lo spauracchio di una “classe operaia Bianca” xenofoba è utilizzato per spaventare i laburisti e spingerli a sostenere richieste reazionarie che tendono a dividere i lavoratori su basi nazionaliste e razziali.

L’attuale leader di “Unite the Union” ha anche furbescamente utilizzato le parole di Karl Marx per giustificare la sua richiesta di controlli alla frontiera. Ma, come abbiamo spiegato altrove, l’autentica posizione internazionalista e di classe dei marxisti è sempre stata la lotta per le frontiere aperte.

Questa posizione deve essere accompagnata da uno sforzo rigoroso per organizzare e sindacalizzare i lavoratori in tutti i settori dell’economia, nel Regno Unito e a livello internazionale, per lottare insieme e impedire una competizione al ribasso di stipendi e condizioni di vita.

Questa è l’unica via per unire la classe lavoratrice contro i padroni e i loro tentativi di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri . Tutto il resto è un regalo ai razzisti come Johnson e Farage.

 

Lavoratori di tutti i paesi: unitevi!

Corbyn correttamente si è rifiutato di dividere la classe lavoratrice prendendo posizione sulla Brexit. Come ha sottolineato il leader laburista nel suo discorso alla conferenza del partito di quest’anno , non dobbiamo essere il movimento del 52% o del 48% ma del 99% .

Il compito davanti a noi è fare una campagna elettorale sviluppando un programma con audaci rivendicazioni di classe, mobilitando e unendo i lavoratori dovunque nella lotta per un governo socialista del Labour.

Da questa posizione, potrà essere fatto un appello all’unità dei lavoratori di tutti i paesi ad unirsi nella lotta per un Europa socialista in un mondo socialista . La realtà è che , dentro o fuori dalla UE, il futuro sotto il capitalismo è fatto di attacchi ed infinita austerità.

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