Gran Bretagna: è guerra civile nel partito laburista
Ieri sono terminate le operazioni di voto per le elezioni del leader del Partito laburista e sabato 24 settembre verrà proclamato il risultato. Jeremy Corbyn è in vantaggio secondo tutti i sondaggi, malgrado la massiccia propaganda scatenata nei suoi confronti da mass media, classe dominante e destra laburista. Questo articolo, pubblicato su Rivoluzione n°22, analizza il processo in corso.
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Gli eventi stanno procedendo velocemente in Gran Bretagna. Il risultato del referendum sulla Brexit, che ha espresso tutto il risentimento delle masse contro l’establishment che governa il sistema, ha impresso una forte accelerazione alla crisi del sistema politico britannico. Il partito conservatore è nel caos, dopo le dimissioni del primo ministro David Cameron, e lo scontro che da tempo attraversa il partito laburista è arrivato a un punto decisivo.
Il fenomeno Corbyn
L’anno scorso alle primarie per eleggere il segretario del Partito Laburista aveva vinto Jeremy Corbyn. Deputato laburista dai primi anni ottanta, esponente della sinistra del partito, Corbyn si è trovato come per caso a catalizzare il malcontento dei giovani e dei lavoratori radicalizzati dalla crisi. Tanto per la classe dominante quanto per la burocrazia laburista è stato un fulmine a ciel sereno, totalmente inaspettato e fin da subito percepito come un pericolo. Il fatto che un parlamentare semisconosciuto, con un programma di sinistra e parlando apertamente di socialismo, fosse arrivato al vertice di uno dei due partiti storici del sistema politico britannico, oltre a mettere a rischio le carriere e i privilegi che la burocrazia aveva conquistato in tanti anni di svendite e di tradimenti degli interessi della classe operaia sotto la furbesca guida dell’oggi milionario Tony Blair, costituiva una minaccia diretta al sistema. E’ quindi partita immediatamente una campagna di denigrazione verso il nuovo leader del partito laburista, su mandato della grande borghesia britannica ma portata avanti in prima linea dallo stesso gruppo parlamentare laburista insieme a tutta la stampa borghese e a tutto l’establishment politico ed economico. Ogni occasione per attaccare Corbyn nell’ultimo anno è stata sfruttata. Cercando di dimostrare la sua “ineleggibilità”, cioè la sua presunta incapacità di far vincere il partito laburista alle prossime elezioni, hanno cercato di disinnescare il pericolo, dimostrando in ogni occasione quanto siano tutti lontani dalle masse, che non cercano un politico compatibile con il sistema ma proprio l’opposto, una reale alternativa.
Guerra civile
Questi attacchi sono continuati per tutto il tempo ma la situazione è precipitata dopo il risultato del referendum sulla Brexit. La sua posizione timidamente favorevole all’Unione Europea è stato preso a pretesto dalla burocrazia per tentare un vero proprio colpo di stato. Così, per la prima volta nella storia del partito, si è assistito a un gruppo parlamentare che a maggioranza (172 parlamentari su 212) votava un ordine del giorno di sfiducia nei confronti del proprio leader. E’ iniziata quindi una vera e propria guerra civile per il controllo del partito laburista che vede contrapporsi da una parte la burocrazia al servizio della grande borghesia e intenta a mantenere i propri privilegi, e dall’altra parte Corbyn con il sostegno delle masse dei giovani e dei lavoratori che vogliono rendere il partito uno strumento del cambiamento sociale.
Mobilitazione delle masse
La burocrazia sperava di potersi liberare di Corbyn in modo rapido e senza tanti complimenti. Purtroppo per loro non è andata così. Corbyn ha giustamente rifiutato di dimettersi, considerandosi un leader eletto dalla base, dai militanti e dagli iscritti e non dai parlamentari, e si è presentato in piazza, dove lo aspettavano decine di migliaia di giovani e di lavoratori. In tutti le piazze delle maggiori città della Gran Bretagna si sono svolte manifestazioni con migliaia di partecipanti per difendere il nuovo leader laburista. Fallito il colpo di stato la burocrazia non si è di certo arresa. Hanno quindi escogitato ogni modo possibile per estrometterlo. Ma ogni volta hanno trovato davanti a sè un base pronta mobilitarsi e determinata a sorpassare ogni ostacolo. Quando hanno provato ad escludere i sostenitori di Corbyn dalle prossime primarie stabilendo che per poter votare bisognava registrarsi e versare 25 sterline, in due giorni quasi in 200 mila si sono registrati e hanno pagato! Inoltre, in molti circoli di base del partito sono stati votati ordini del giorno per chiedere le dimissioni dell’intero gruppo parlamentare. Anche i sindacati, spinti dalla pressione dei propri iscritti e non potendo chiamarsi fuori essendo ancora legati a doppio filo al partito laburista, hanno espresso il loro appoggio a Corbyn contro questa raffica di attacchi senza precedenti. Ad oggi alla burocrazia non è rimasto altro che provare con il vecchio metodo della “caccia alle streghe”, cioè l’espulsione indiscriminata di militanti sulla base dei più stupidi pretesti. Ma alla fine, sembra che ogni tentativo della burocrazia e della borghesia di screditare e di cacciare Corbyn abbia finito solo per rinforzarlo, tanto che i sondaggi lo indicano come vincitore delle primarie con l’84% dei voti.
Crisi del sistema
Alla burocrazia non resta che cominciare a preparare una scissione. Visto il caos in cui è precipitato tutto il sistema politico britannico la prospettiva più probabile in questo momento è che il gruppo parlamentare con al seguito il settore più screditato della burocrazia esca dal partito, probabilmente per confluire in una nuova formazione di centro e comunque per sostenere un governo di unità nazionale, che ad oggi è l’unico modo che la classe dominante ha davanti a sé per riconquistare una stabilità politica che gli garantisca di continuare a macinare profitti sulla pelle dei lavoratori. Non è una prospettiva difficile da immaginare, visto che le differenze tra i gruppi parlamentari delle due formazioni storiche sono veramente minime, entrambi hanno infatti votato per gli interventi militari all’estero, entrambi hanno sostenuto le politiche di tagli e privatizzazioni e via dicendo. Inoltre questo dimostra come, sulla spinta della più profonda crisi del capitalismo, nessun sistema politico, anche il più stabile e consolidato, possa dirsi al sicuro.
Lottare per il socialismo!
I nostri compagni del Socialist Appeal, la sezione britannica della Tendenza Marxista Internazionale, sono impegnati in prima persona nella battaglia per sostenere Corbyn, pagandone anche il prezzo visto che in diversi sono stati espulsi durante la caccia alle streghe, ma sono anche consapevoli che questo da solo non può bastare. Il partito laburista deve ripulirsi da tutti gli elementi carrieristi e opportunisti che non lottano per difendere gli interessi dei giovani e dei lavoratori, ma deve anche dotarsi di una prospettiva socialista e rivoluzionaria, perchè senza un cambiamento radicale nel sistema stesso non sarà possibile risolvere concretamente nessuno dei problemi che viviamo quotidianamente.
8 settembre 2016
- Visita il sito della sezione britannica della Tendenza marxista internazionale
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