16 Settembre 2022 Mia Foley Doyle (da www.socialist.net)

Gran Bretagna – Attivisti antimonarchici arrestati: difendiamo il diritto di protesta!

L’ultima settimana ha visto una serie di arresti contro i manifestanti anti-monarchici, mentre l’establishment utilizza cinicamente la morte della Regina per mettere a tacere la sinistra. Ma nessuna repressione potrà frenare la marea montante della lotta di classe.

 

Dopo la morte della Regina, c’è stata un’ondata di repressioni contro chi esprimeva opinioni antimonarchiche.

Domenica scorsa, ad esempio, a Edimburgo, durante una cerimonia per l’investitura di re Carlo III, una giovane donna coinvolta nei Revolutionary Students e in altri gruppi di attivisti studenteschi dell’Università di Edimburgo è stata arrestata per aver mostrato un cartello con la scritta “abolire la monarchia”.

La polizia ha sostenuto che ciò costituiva un “disturbo della quiete pubblica” – la stessa accusa rivolta a un individuo che è stato successivamente arrestato a Edimburgo per aver disturbato il passaggio del Principe Andrea.

Allo stesso modo, domenica scorsa i compagni di Socialist Appeal che stavano tenendo un banchetto di propaganda a Nottingham hanno ricevuto dalla polizia l’ordine di non usare slogan antimonarchici. Gli agenti hanno detto ai compagni che tali slogan avrebbero potuto “recare offesa” e costituire un disturbo della quiete pubblica. Questo nonostante i compagni e il loro banchetto abbiano ricevuto un’accoglienza positiva da parte del pubblico locale.

Altrove, durante un’altra cerimonia per l’investitura di Re Carlo a Oxford, un uomo è stato arrestato in base al Police, Crime, Sentencing and Courts Act (una legge che aumenta il potere di polizia e tribunali e restrizioni alle proteste, approvata quest’anno, ndt), semplicemente per aver fatto la domanda “chi lo ha eletto?”.

 

Un’arma reazionaria

La classe dominante tenta di raffigurare la monarchia come un’innocua attrazione turistica e la regina Elisabetta II come la nonna “di tutti” i britannici.

Ma questa risposta draconiana a chi esprime critiche da un punto di vista repubblicano rivela il vero ruolo reazionario della monarchia: quello di pilastro fondamentale dell’establishment, che deve rimanere sacrosanto e non censurabile.

La monarchia è un’arma di riserva per la classe dominante, a cui ricorrere in tempi di crisi per mantenere lo status quo.

Questo può essere ottenuto attraverso i poteri costituzionali illimitati del monarca, oppure fomentando il sentimento nazionalista e raggruppando il popolo dietro la bandiera, o tramite entrambi.

Ora vediamo la classe dominante impiegare quest’arma: usare cinicamente la morte della Regina per cercare di fermare la lotta di classe in ascesa, mettendo a tacere la sinistra e sottomettendo il movimento operaio.

L’establishment ha esercitato pressioni sui sindacati per cancellare gli scioperi. Ha condotto una guerra propagandistica senza tregua per creare uno stato d’animo di “unità nazionale”, di lutto e cordoglio. Lo sciopero dei postini è stato cancellato all’ultimo momento; il sindacato RMT ha rimandato a data da destinarsi lo sciopero dei ferrovieri previsto per il 15 e 17 settembre. Sono stati seguiti in decisioni simili da diversi sindacato del pubblico impiego. Anche il NHS ha posticipato il voto fra gli infermieri, che doveva decidere eventuali azioni di lotta.

Non sorprende che il leader del Partito Laburista, “Sir” Keir Starmer, si sia unito alle manifestazioni di cordoglio dell’establishment.

“Oggi il nostro Paese, il nostro popolo e questa Camera sono uniti nel lutto”, ha dichiarato Starmer con tono roboante, parlando in Parlamento. “La Regina Elisabetta II è stata la più grande monarca di questo grande Paese e per la stragrande maggioranza di noi è impossibile immaginare una Gran Bretagna senza di lei”.

E ora i diritti democratici fondamentali, come la libertà di parola e il diritto di protesta, sono stati messi da parte per soffocare qualsiasi sentimento antimonarchico.

 

L’ipocrisia della destra

L’ipocrisia è rivoltante. La destra accusa costantemente la sinistra di minacciare la libertà di parola, gridando istericamente contro la cosiddetta “cancel culture” e contro il boicottaggio da parte degli attivisti di esponenti di destra. Eppure sembra che questa stessa gente non trovi nulla da ridire sulla totale limitazione della libertà di espressione quando si tratta della monarchia.

Proteste a Edinburgo

Non è una sorpresa. Dopo tutto, l’establishment ha dimostrato la stessa ipocrisia e lo stesso cinismo quando è scoppiata la guerra in Ucraina: facendo risuonare un coro assordante di sciovinismo e chiedendo ai lavoratori di avvolgersi nella Union Jack a sostegno della “democrazia”, cioè degli interessi dell’imperialismo occidentale.

Anche la mano pesante dello Stato dopo la scomparsa della Regina e il coro patriottardo dei media tradizionali non sono una sorpresa.

La monarchia è oggi un’arma più debole e spuntata per la classe dirigente britannica di quanto non fosse un tempo – sempre più marcia e impaludata negli scandali. Ma avvertendo la marea di sconvolgimenti sociali ed economici che già sale, l’establishment cercherà di usare ogni arma possibile.

Tuttavia, dato il suo stato così fragile, appoggiarsi alla monarchia offre rendimenti decrescenti, soprattutto perché la lotta di classe in Gran Bretagna continua a intensificarsi.

Le rivendicazioni dei lavoratori in sciopero non sono state dimenticate, anche se le lotte sindacali sono in pausa. E la crisi del costo della vita – lungi dall’essere resa “insignificante” dalla morte della Regina, come ha affermato con arroganza un commentatore della BBC – è stata posta in forte risalto dagli eventi recenti.

Dopotutto, i conservatori ci dicono che il governo non riesce a trovare i fondi necessari per ridurre le liste d’attesa infinite del Servizio Sanitario Nazionale, ma può sborsare milioni di sterline per il funerale di una donna.

 

Rabbia esplosiva

In futuro, la classe dominante cercherà di mettere in atto tutte le manovre possibili per trattenere i lavoratori e i giovani dallo scendere in piazza.

Ciò include la limitazione dei diritti democratici, come il diritto di protestare. Hanno già fatto allegramente uso del nuovo Police, Crime, Sentencing, and Courts Act per mettere a tacere i manifestanti. Allo stesso modo, Liz Truss ha minacciato di introdurre una nuova e perniciosa legislazione antisindacale per impedire gli scioperi.

Ma con la crisi del capitalismo britannico che non fa altro che aggravarsi, trascinando sempre più popolazione nella miseria, i tentativi di tenere sotto controllo la rabbia esplosiva che sta covando nella società lasciano il tempo che trovano.

Nessuna legislazione e repressione potrà fermare i lavoratori e i giovani quando inizieranno a organizzarsi e a mobilitarsi in massa.

E quando questo accadrà, la classe dominante non dovrà preoccuparsi solo delle rivendicazioni di abolizione della monarchia, ma anche di quelle per l’abolizione dell’intero sistema capitalistico.

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