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Francia – L’unità nazionale, nell’interesse dei capitalisti

Di fronte alla diffusione del virus in Francia, il governo e i principali media moltiplicano i loro appelli all’ “unità nazionale”. Ma questa formula vuota, anche se ripetuta più e più volte, non riesce a mascherare le contraddizioni di classe ogni giorno più evidenti.

Nel fallimentare tentativo di rassicurare i mercati, Emmanuel Macron ha annunciato che il governo era pronto, se necessario, a stanziare fino a 300 miliardi di euro a sostegno dell’economia. Il presidente della Repubblica francese evoca i rischi per le aziende più piccole, ma è alle grandi imprese che pensa: saranno loro a beneficiare di questi aiuti. Macron teme particolarmente il fallimento delle banche, verso le quali sono indebitate (tra gli altri) numerose piccole imprese potenzialmente insolventi.

La cifra di 300 miliardi non ha che un valore puramente indicativo. Questo annuncio mira soprattutto a rassicurare i mercati. Quel che è certo, però, è che il conto finale di questi provvedimenti (qualsiasi cifra esso sia) sarà pagato dai lavoratori, dai giovani, dai pensionati e dalle classi medie. Il tutto sotto forma di drastiche politiche di austerità, tagli al bilancio e aumento della pressione fiscale sulle famiglie più povere. Quanto alla grande borghesia, non dubitiamo che sarà sicuramente risparmiata da questi provvedimenti. Il padronato sfrutterà anche l’occasione per arricchirsi, così come è già successo dopo la crisi del 2008.

Mentre annunciava ai capitalisti che la loro ricchezza sarebbe stata “garantita” dallo Stato, Macron chiedeva ai lavoratori di continuare a lavorare, punto e basta. Questa è l’altra faccia della medaglia: “La produzione deve continuare! i profitti vanno salvaguardati!”. Dal punto di vista della salute dei lavoratori queste decisioni rappresentano una completa follia, ma sono in completo accordo con la logica infernale del sistema capitalista.

Nei settori essenziali per la vita sociale (la salute, i beni di prima necessità, l’energia, ecc.), i lavoratori sono allarmati dalle deplorevoli condizioni sanitarie in cui lavorano: spesso non hanno né maschere né gel disinfettante, oppure non ne hanno abbastanza. A volte non hanno nemmeno i guanti adatti per proteggersi. Per questo motivo richiedono misure drastiche. Nei settori economici non essenziali, sempre più lavoratori chiedono di rimanere a casa e di ricevere integralmente il loro salario durante tutto il periodo dell’epidemia, anche con lo scopo di contribuire ad arginare la diffusione del contagio. A queste richieste fondamentali della classe lavoratrice, il governo risponde con un clamoroso silenzio. Questo ha portato i lavoratori a prendere in mano la situazione. Come in Italia, in Spagna e in altri paesi, sono stati dichiarati scioperi in diverse aziende per le quali restare aperte durante l’emergenza non ha altra giustificazione che la corsa al profitto. I leader della sinistra e del movimento sindacale non devono cadere nella trappola dell’“unità nazionale”. Al contrario devono esigere che siano soddisfatte le rivendicazioni di tutti i lavoratori, la cui vita (insieme a quella delle loro famiglie) è a rischio a causa delle misure prese dal governo e dai datori di lavoro. In un comunicato pubblicato il 17 marzo, la direzione nazionale della CGT (uno dei sindacati più rappresentativi e combattivi del paese) ha dichiarato che: “Poiché in questa situazione la ricerca del profitto ha ancora meno senso del consueto, la CGT richiede l’immediata cessazione di tutte le attività non coinvolte nella produzione di beni e servizi che soddisfano i bisogni primari della popolazione.” Questa rivendicazione deve essere portata avanti con forza dall’insieme della sinistra e del movimento sindacale.

 

Il fallimento del capitalismo

Gli appelli all'”unità nazionale” non impediranno a milioni di giovani e lavoratori di mettere in discussione, in maniera radicale, il sistema economico e sociale che sta dimostrando tutta la sua incapacità a far fronte alla situazione.

La possibilità che un virus simile si diffondesse era nota molto prima della sua comparsa. Gli scienziati se lo aspettavano. Avevano avvertito di questo pericolo. Ma i governi che si sono succeduti non hanno fatto nulla. O meglio, qualcosa hanno fatto: hanno diminuito il numero di letti a disposizione negli ospedali. In generale, hanno sottoposto la sanità pubblica a una cura di austerità draconiana. Ironia della sorte, gli operatori ospedalieri si stavano mobilitando da mesi in Francia per denunciare la situazione di difficoltà che viveva il loro settore. Il governo ha risposto a colpi di disprezzo, silenzio e menzogne, ma anche con manganelli e gas lacrimogeni. E ora Macron osa evocare “gli eroi in camice bianco”! Lui e la classe di parassiti a cui appartiene pagheranno un prezzo molto alto per questa disgustosa ipocrisia.

Lo pagheranno sotto forma di una grandissima intensificazione della lotta di classe. Quando questa epidemia sarà passata, i lavoratori presenteranno il conto al governo e alla classe capitalista. Da parte loro, questi ultimi cercheranno di far pagare la crisi economica (che si sta pesantemente aggravando) alla massa dei giovani e dei lavoratori. In altre parole, le due classi fondamentali della società – la borghesia e i lavoratori salariati – sono lanciate a tutta velocità su una rotta di collisione.

Nelle grandi lotte a venire, la classe operaia farà rivivere le sue tradizioni rivoluzionarie. Le idee autentiche del marxismo, che sono state ai margini del dibattito per molto tempo, riconquisteranno un pubblico di massa. Il fallimento del capitalismo aggraverà la crisi del riformismo. Un programma che propone la rottura con il capitalismo e la pianificazione economica democratica – invece dell’attuale corsa al profitto – conquisterà i cuori e le menti di milioni di persone. Per aiutarci a costruire il movimento che già ora si sta battendo per questo programma, unisciti alla Tendenza Marxista Internazionale, unisciti a Révolution!

18 marzo 2020

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