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Flat tax, un regalo ai padroni!

Con la flat tax “l’Italia riparte”, si potrà “pagare meno per pagare tutti”… la propaganda sull’aliquota unica proposta da Salvini (e anche da Berlusconi, seppure con alcune differenze) è martellante.

Fa breccia anche tra un settore di lavoratori, che assistono alla progressiva distruzione dello stato sociale e alla cancellazione di tutti i servizi e si chiedono se, a questo punto, non sia meglio trattenere il “lordo” in busta paga.

Lo slogan della Lega, tuttavia è un vero e proprio falso. Con un aliquota al 15 per cento un lavoratore con un reddito annuo di 15mila euro avrebbe la tassazione invariata, chi ha un reddito di 200mila euro avrebbe un risparmio di 20mila euro. I vantaggi crescono con l’aumentare del reddito.

Ma, obiettano gli economisti della Lega, abbassando l’aliquota tutti sarebbero più invogliati a pagare le tasse ed emergerebbe il sommerso. Inoltre le imprese avrebbero più risorse da investire.

Tale idea fa a pugni con la realtà degli ultimi anni. Le aliquote si sono già abbassate per le grandi imprese. L’imposizione fiscale sulle imprese con più di 500 dipendenti è scesa dal 28,6 del 2013 al 22,7 del 2016 (fonte: Mediobanca). Nel 2008, tra Ires (Imposta sul reddito delle società) e Irap (sulle attività produttive) le imprese avevano pagato imposte sui profitti per 79,9 miliardi; nel 2016 il gettito di quelle due stesse imposte è sceso invece a 51,1 miliardi, ovvero 28 miliardi in meno. Nello stesso periodo gli introiti derivanti da Irpef e addizionali regionali e comunali (vale a dire prelevati da tutti i cittadini) sono aumentati di 11,1 miliardi!

Dal 2017, secondo uno studio della Cgia di Mestre, le grandi aziende risparmieranno oltre 3,9 miliardi l’anno grazie al taglio dell’Ires. Lo sconto è molto più ridotto (almeno 1,2 miliardi in meno) per le piccole e medie imprese, dato che il governo Gentiloni non ha trovato la copertura per l’introduzione dell’Iri (Imposta sul reddito dell’imprenditore).

Questi risparmi sono stati reinvestiti? Niente affatto! Secondo Eurostat gli investimenti privati tra il 2013 e il 2015 sono scesi del 2%. Sono ritornati a crescere negli ultimi 24 mesi, ma solo grazie a un miglioramento del ciclo economico.

La ragione è semplice, i padroni investono nella produzione non perché lo Stato fa loro un regalo, ma se ritengono di ottenere profitti.

Con la flat tax, dunque, lo Stato si ritroverà un gettito in meno (e opererà nuovi tagli alla spesa sociale), mentre i padroni trasferiranno un altro bel po’ di miliardi nei paradisi fiscali o speculeranno in Borsa.

E l’Iva? Naturalmente nella proposta di Salvini e soci “non potrà ridursi automaticamente”… ci vorrà tempo. Peccato che il suo continuo innalzamento colpisca, essendo un’imposta sui consumi, soprattutto le famiglie dei lavoratori e dei pensionati.

Svelato l’inganno della Lega, non possiamo certo difendere un fisco classista che già oggi favorisce i ricchi e tartassa lavoratori e piccoli commercianti e artigiani.

Questo sistema fiscale bisogna rovesciarlo. Rivendichiamo l’abolizione delle imposte indirette e una tassazione fortemente progressiva che vada a colpire i grandi patrimoni.

Qualcuno potrà obiettare: “è inutile, tanto lorsignori evadono!” E allora espropriamo le ricchezze e soprattutto le proprietà dei grandi evasori.

La lotta per un fisco più giusto è parte della lotta per rovesciare il capitalismo!

 

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