Emilia-Romagna: Travolti dall’acqua e da una marea di cemento
Le precipitazioni di queste ultime due settimane in Emilia-Romagna sono state eccezionali. Ci sono morti e dispersi e danni incalcolabili.
Non si dica però che sono eventi imprevedibili davanti ai quali gli uomini sono impotenti.
La regione “meglio amministrata d’Italia” è terza per consumo di suolo in Italia, dopo Lombardia e Veneto. Nel 2021 si è costruito su terreno vergine al ritmo di due mq al secondo, secondo Legambiente. La provincia di Ravenna, fra le più colpite, è la seconda provincia più cementificata d’Italia.
Tutti noi vediamo crescere centri commerciali, poli logistici, nuove costruzioni di ogni tipo. Cosa succede in questi luoghi quando arriva la pioggia? “Urbanizzare un prato significa rinunciare a far infiltrare un quantitativo di acqua di pioggia fino a quattro-cinque volte inferiore”.
Tutto questo è stato permesso da leggi regionali, da deroghe dei comuni, da patti fra produttori per “rilanciare l’economia”. (leggi: i profitti)
Si privilegiano le grandi opere (come il passante di mezzo, costo due miliardi di euro) e non si fa manutenzione e cura dei torrenti e dei canali, a Bologna ormai tutti tombati e cementificati.
I governanti che piangono oggi, versano solo lacrime di coccodrillo.
La lotta per un altro sistema economico, non dominato dal profitto, è la lotta per la difesa del territorio dove viviamo e per evitare che le tragedie di questi giorni si ripetano.
Lo spiegava bene Engels, 140 anni fa:
“Ad ogni passo ci vien ricordato che noi non dominiamo la natura come un conquistatore domina un popolo straniero soggiogato, che non la dominiamo come chi è estraneo ad essa, ma che noi le apparteniamo con carne e sangue e cervello e viviamo nel suo grembo: tutto il nostro dominio sulla natura consiste nella capacità, che ci eleva al di sopra delle altre creature, di conoscere le sue leggi e di impiegarle in modo appropriato.” (dalla “Dialettica della natura”)
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