29 Marzo 2023 Roberto Sarti

Dopo i fatti di Firenze – Lotta antifascista di massa!

Abbiamo ancora negli occhi la magnifica manifestazione antifascista dello scorso 4 marzo a Firenze. Oltre 40mila lavoratori e giovani sono scesi in piazza per dire basta alle aggressioni fasciste, al culmine di una serie di mobilitazioni e cortei che si erano susseguiti nelle settime precedenti. Tutti i presenti comprendevano molto bene come, di fronte a vili pestaggi come quello perpetrato da Azione Studentesca davanti al Liceo Michelangiolo, sia necessaria una lotta di massa.

L’aggressione agli studenti fiorentini era chiaramente premeditata e chiarisce una volte per tutte (assieme all’assalto alla sede nazionale della CGIL a Roma dell’ottobre 2021) cos’è il fascismo: un movimento reazionario che ha come primo compito quello di distruggere le organizzazioni e le mobilitazioni dei giovani e dei lavoratori.

Il corteo del 4 marzo ha raccolto l’indignazione generale per il comportamento delle istituzioni “democratiche” nei giorni successivi. Davanti all’attacco squadrista infatti si è subito levata una voce coraggiosa, quella di Annalisa Savino, preside del Liceo Da Vinci, che nella sua lettera ormai celebre ha citato Antonio Gramsci e condannato il pestaggio fascista.

La piazza, che ha visto la presenza delle categorie della CGIL e dei collettivi studenteschi, ha mostrato anche un’ampia risposta spontanea, ben oltre le cerchie degli attivisti.

Come in una commedia dell’assurdo, il ministro dell’Istruzione Valditara ha stigmatizzato la Preside, minacciando provvedimenti disciplinari (minaccia poi ritirata) e accusandola di “apologia di antifascismo”. Un reato che non esiste, ma che piacerebbe fosse introdotto, a Valditara come a tutto il governo Meloni. Governo che non ha ancora condannato l’aggressione, ma invece è stato rapidissimo nel perseguire penalmente gli attivisti per il clima che gettano un po’ di vernice lavabile sui palazzi.

Non dimentichiamo che Azione Studentesca riceve finanziamenti da Gioventù Nazionale, organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, e a Firenze condivide la stessa sede col partito della Meloni! È naturale che questi soggetti si sentano tutelati e protetti. L’aggressione al Michelangiolo infatti non è un fatto isolato: i fascisti hanno alzato la testa e le provocazioni sono aumentate in tante città.

Landini, Conte e Schlein erano presenti al corteo di Firenze: gli ultimi due hanno giustamente chiesto le dimissioni di Valditara. Richiesta sacrosanta, ma come ottenerla? E più in generale, come combattere il fascismo? Agendo a colpi di mozioni e interrogazioni nelle istituzioni? Chiedendo alle forze dell’ordine e alla magistratura di fermare i fascisti? Eppure da piazza Fontana in poi stiamo ancora aspettando giustizia!

O invece facendo un appello al governo per il rispetto della Costituzione, come tanti interventi hanno ripetuto dal palco a Firenze? Sono le istituzioni stesse che per 75 anni non hanno mai applicato la Costituzione che indica espressamente che “è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.”

Oggi gli eredi di quel partito sono al governo: è la massima dimostrazione del cretinismo parlamentare pensare che mettano in pratica quella disposizione costituzionale. Come non aiuta di certo la lotta antifascista invitare, come ha fatto Landini, Giorgia Meloni a parlare al congresso della CGIL: serve solo a seminare confusione. Quando la celere ha caricato gli studenti alla Sapienza, non ha usato quella “cortesia istituzionale” che i dirigenti della CGIL si ostinano a osservare.

Il fascismo si può sconfiggere solo con la lotta di massa. L’antifascismo non è una questione meramente di scontri per le strade o di “giustizia fai da te”. Un secolo fa a Parma le squadracce fasciste furono fermate dagli Arditi del Popolo, che coinvolsero tutti i lavoratori della città in una grandiosa azione di autodifesa. Furono gli scioperi e la lotta partigiana ad abbattere Mussolini. I “ragazzi con le magliette a strisce” cacciarono i fascisti da Genova nel luglio del 1960. è questa tradizione che dobbiamo riscoprire: si formino comitati di difesa antifascisti in tutte le scuole, nei quartieri, nei luoghi di lavoro.

Per smontare la demagogia della destra, che ha trovato uno spazio anche sulla base della disillusione verso sinistra e sindacato, è necessario un programma per il rovesciamento di questo sistema economico che genera la feccia fascista. Per questo l’antifascismo deve essere parte di una lotta a difesa dei diritti sociali e civili dei lavoratori e dei giovani. L’antifascismo non può essere separato dall’anticapitalismo!

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