Lotte e Sindacato
Basta salari da fame! Per una nuova Scala Mobile
Il testo del volantino della campagna promossa da Giornate di Marzo – Area alternativa in Cgil, che distribuiremo davanti ai luoghi di lavoro in tutta Italia.
La battaglia del fisco
Il 18 marzo è stato approvato dal Consiglio dei ministri il disegno di legge delega per la riforma del fisco.
Il punto che ha suscitato maggiore scontro politico è la cosiddetta flat tax, storico cavallo di battaglia della destra in Italia e non solo: la proposta, cioè, che l’imposta sui redditi venga pagata da tutti secondo una stessa percentuale, abolendo così la progressività del sistema attuale secondo la quale chi più guadagna, più paga.
La nostra battaglia in CGIL continua
Lo scorso 4 aprile l’ISTAT ha pubblicato l’aggiornamento del rapporto sulla distribuzione del reddito in Italia, confermando che l’emergenza salariale nel paese è sempre più drammatica: le famiglie consumano i loro magri risparmi e contraggono nuovi debiti per arrivare alla fine del mese. Il rapporto dice anche che, mentre i lavoratori si indebitano, i prezzi non scendono nonostante il calo delle spese di produzione (-8%) e le aziende aumentano gli utili di un’ulteriore 3%.
Basta profitti sulla salute!
A tre anni dalla pandemia comprendiamo bene come il Covid non abbia fatto altro che svelare le contraddizioni economiche di un sistema che non considera assolutamente la sanità come una priorità. In Italia il governo non solo ha disposto con il DEF (Documento di Economia e Finanza) di portare la spesa sanitaria dal 6,4% del 2019 al 6% nel 2025, ma continua a sostenere l’autonomia differenziata, un sistema fallimentare che corrode il SSN e che sta ampliando sempre di più le disuguaglianze economiche e di servizio tra le regioni
Con l’inflazione aumentano i profitti! Lo conferma anche la BCE
Negli ultimi mesi diversi esponenti della Banca Centrale Europea si sono ripetutamente espressi contro l’aumento generalizzato dei salari per contrastare l’inflazione. La soluzione proposta da Lagarde, presidente della BCE, è quella di alzare i tassi di interesse come non mai in 40 anni per raffreddare la domanda.
Reddito di cittadinanza – Il governo alla carica contro i poveri!
Il governo si prepara a sostituire il Reddito di cittadinanza con la Misura di inclusione sociale (MIA). Con la MIA, che dovrebbe partire da settembre, la platea dei beneficiari verrà ristretta: la soglia ISEE necessaria ad accedervi passa infatti dagli attuali 9.360 a 7.200 euro. Si calcola che in questo modo verranno esclusi circa un terzo di quelli che oggi ricevono il sussidio.
Congresso Cgil – Da Landini nessuna risposta, i lavoratori devono riprendere la parola!
Il congresso della CGIL è alle sue battute finali ed è tempo di trarne un bilancio. Nel corso di questi mesi si sono confrontate due mozioni contrapposte, quella di Landini Il Lavoro crea il futuro e Le radici del sindacato. La commissione congressuale nazionale ha certificato 1.345.107 votanti, meno di un terzo degli iscritti. 1.305.702 voti sono stati assegnati al documento di Landini, 32.240 al documento di minoranza, cioè il 2,41%.
I lavoratori italiani vogliono la scala mobile!
La crisi e l’inflazione hanno colpito pesantemente i lavoratori e le loro famiglie, che stanno tirando le proprie conclusioni. E che conclusioni!
Secondo un recente rapporto del Censis sulla sostenibilità sociale, “La reazione alla minaccia dell’inflazione porta l’86,9% a essere favorevole a indicizzare retribuzioni, salari e stipendi all’aumento dei prezzi, tornando alla scala mobile.”
Per alzare i salari bisogna colpire i profitti (Breve promemoria per il compagno Landini)
Il crollo dei salari è il nervo più scoperto per i lavoratori italiani in questo momento.
A novembre l’inflazione su base annua ha subito un balzo all’11,8%, il dato peggiore dal 1983. Gli aumenti per giunta si concentrano su beni di prima necessità (alimentari, bollette, trasporti, abitazione, ecc.) che costituiscono gran parte delle spese dei lavoratori e dei pensionati. Per i redditi più bassi l’Istat stima l’inflazione al 15%.
Di fronte a uno scempio simile sarebbe naturale che il sindacato fosse sul piede di guerra.