Politica generale
L’autonomia differenziata – Un colpo di piccone ai servizi pubblici
La discussione sull’autonomia differenziata potrebbe sembrare un tecnicismo, ma non è così. L’entrata in vigore di questa norma infatti peggiorerà le già strutturali differenze che esistono nel paese e contribuirà a ridimensionare i già scarsissimi servizi pubblici offerti al Sud. Contrastare l’autonomia differenziata significa dunque difendere i diritti dei lavoratori e quelli dei loro figli alla cura, all’istruzione e al lavoro.
La vittoria di Elly Schlein e il futuro del PD
L’elezione di Elly Schlein a segretaria apre una nuova fase nella storia del Partito democratico. Ne è il segno più evidente il fatto che il voto nelle primarie aperte ha ribaltato nettamente il risultato del voto fra gli iscritti. Se i 155.000 tesserati partecipanti ai congressi dei circoli avevano infatti attribuito a Bonaccini il 52,9 per cento dei consensi, il milione e centomila partecipanti alle primarie del 26 febbraio hanno spinto Schlein, con il 53,75% e oltre 80.000 voti di scarto, a una vittoria per molti inattesa.
Non per noi. Nel documento politico che abbiamo recentemente discusso nel nostro congresso nazionale, la cui bozza era stata scritta a inizio ottobre, segnalavamo chiaramente che questa ipotesi era in campo.
Documento Politico (Prospettive italiane) del XXII congresso di SCR (Milano, 24-26 febbraio 2023)
Pubblichiamo il documento politico discusso e approvato nel nostro congresso nazionale.
La stesura del documento risale ai primi dieci giorni del novembre del 2022. Successivamente la bozza è stata discussa, emendata e definitivamente approvata nel Comitato centrale del 19-20 novembre, che ha aperto la fase congressuale.
Si spalancano le divisioni del PD
Si consumeranno da qui al 26 febbraio le settimane finali del congresso del Partito Democratico. Le elezioni del 25 settembre hanno lasciato il PD in una crisi profonda. Non solo una crisi di consensi, peraltro ulteriormente aggravatisi con il M5S ormai stabilmente sopra nei sondaggi, ma soprattutto una crisi di prospettiva politica.
Un governo per i ricchi che vuole schiacciare i lavoratori
Sono passati appena quattro mesi dalla formazione del governo Meloni, eppure il suo indirizzo generale è molto chiaro: bisogna schiacciare i lavoratori. Allo stesso tempo, il governo riduce le tasse ai ricchi, concede condoni fiscali agli evasori e tutela gli interessi dei padroni coprendo l’attività speculativa delle multinazionali dell’energia, con l’approvazione di un decreto che dichiara nulla una sentenza dell’antitrust sui rincari ingiustificati delle tariffe di gas e luce, che come nel caso dell’ENI hanno contribuito ad un aumento del 700% degli utili rispetto al 2021.
Conte “salvatore della sinistra”?
Negli ultimi mesi Giuseppe Conte ha imposto una sterzata a sinistra alla linea del Movimento 5 Stelle. Si è sottratto all’abbraccio mortale del governo Draghi e ha concentrato la campagna elettorale su temi come la difesa del reddito di cittadinanza, il salario minimo e la lotta alle diseguaglianze sociali. Ha partecipato al corteo nazionale della CGIL dell’8 ottobre e aderito alla manifestazione contro la guerra del 5 novembre. Come si spiega questa sorprendente svolta da parte di una figura come Conte, che non ha alcun retroterra di sinistra e anzi in passato ha pure guidato un governo in cui Salvini era il ministro degli Interni?
Per alzare i salari bisogna colpire i profitti (Breve promemoria per il compagno Landini)
Il crollo dei salari è il nervo più scoperto per i lavoratori italiani in questo momento.
A novembre l’inflazione su base annua ha subito un balzo all’11,8%, il dato peggiore dal 1983. Gli aumenti per giunta si concentrano su beni di prima necessità (alimentari, bollette, trasporti, abitazione, ecc.) che costituiscono gran parte delle spese dei lavoratori e dei pensionati. Per i redditi più bassi l’Istat stima l’inflazione al 15%.
Di fronte a uno scempio simile sarebbe naturale che il sindacato fosse sul piede di guerra.
Il governo dichiara guerra ai poveri
Con la legge di bilancio, il governo Meloni ha dimostrato in maniera lampante – nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno – quali sono gli interessi che intende portare avanti.
L’attacco più pesante viene condotto contro il settore più povero della società, i disoccupati che percepiscono il reddito di cittadinanza.
Governo Meloni: una banda di reazionari
Il governo più a destra della storia repubblicana. Lo si capisce già dalla nuova denominazione di diversi ministeri.
La destra si combatte nelle piazze
Sono passati pochi giorni dal voto ma già il copione del prossimo governo inizia a profilarsi. Ci sono tre padroni che hanno in mano un bel guinzaglio: l’imperialismo USA, l’Unione Europea con la BCE e il padronato italiano. E sono fiduciosi di poter facilmente guidare Giorgia Meloni e i suoi alleati facendone in poco tempo dei cagnolini presentabili nei salotti buoni.