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L’Occidente di fronte all’umiliazione in Ucraina

Se l’incontro delle principali economie del G20 che si è tenuto in India era inteso come una dimostrazione di unità contro la Russia, è riuscito a produrre il risultato esattamente opposto.
La dichiarazione finale del Gruppo, che ha rifiutato di condannare Mosca, ha immediatamente provocato un’ondata di rabbia a Kiev e ha messo in luce le evidenti contraddizioni nell’autoproclamata coalizione contro la Russia.

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Chi ha ucciso Prigozhin?

Ieri, quando la notizia della morte di Yevgeny Prigozhin è stata diffusa su tutti i notiziari, sono apparsi sullo schermo della televisione i soliti opinionisti, con la puntualità di uno stormo di avvoltoi pronti a spolpare le ossa di una carcassa nella savana africana.

Costoro si sono posti domande della massima profondità e del massimo interesse: Prigozin era sull’aeroplano o no? Era vivo o morto? L’organizzazione della Wagner sopravviverà o scomparirà? Può rappresentare questo un ulteriore punto di svolta nella guerra in Ucraina? Implicherà la caduta imminente di Vladimir Putin? E via dicendo.

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Libertà per Boris Kagarlitsky – Mobilitare la solidarietà internazionale!

Boris Kagarlitsky, importante intellettuale e accademico russo di sinistra è stato arrestato dai servizi di sicurezza russi FSB lo scorso 25 luglio, sulla base di un’indagine penale a suo carico per “giustificazione del terrorismo”. È stato trasferito a Syktyvkar, capitale della Repubblica di Komi, dove un tribunale ha decretato il suo arresto preventivo. Potrà essere trattenuto fino al 24 settembre.

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Se Mosca piange, Kiev non ride

Da tempo il conflitto in Ucraina si è trasformato in una guerra di logoramento di lungo periodo, combattuta su un fronte statico dove gli avanzamenti o gli arretramenti sono minimi, ma le perdite sono elevate. Questo livello di logoramento sta avendo precisi effetti sia in Ucraina che in Russia.

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Russia – Il fallimento dell’avventura di Prigozhin

Gli eventi dello scorso fine settimana in Russia hanno dato adito a ogni sorta di speculazione. Venerdì sera, il capo dell’esercito mercenario Wagner, l’oligarca Yevgeny Prigozhin, ha lanciato una “marcia per la giustizia” con l’obiettivo dichiarato di deporre il capo delle Forze Armate e il Ministro della Difesa. Sabato aveva preso il controllo di Rostov sul Don e stava marciando con una colonna pesantemente armata verso Mosca. Putin lo ha denunciato come traditore e ha promesso che gli individui coinvolti sarebbero stati trattati conseguenza. Tuttavia, alla fine della giornata, improvvisamente, la colonna di Prigozhin è tornata indietro ed è stato annunciato un accordo, mediato dal presidente bielorusso Lukashenko.

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Sul tentato golpe di Prigozhin – Dichiarazione dell’Organizzazione degli Internazionalisti Comunisti (TMI in Russia)

Abbiamo ricevuto la seguente dichiarazione dei nostri compagni russi, scritta il 24 giugno, dopo che Evgenij Prigozhin, capo della compagnia militare privata Wagner, aveva proclamato una ribellione e fatto marciare le sue truppe in direzione di Mosca. La situazione è in qualche modo rientrata: le forze Wagner hanno arrestato la loro avanzata ed è stato annunciato che Prigozhin andrà in esilio, dopo precipitose trattative. Come scrivono i compagni, questo episodio è stato una lotta tra due settori dell’oligarchia russa.

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L’anniversario sanguinoso della guerra in Ucraina: bilanci e prospettive

Esattamente 12 mesi fa, i carri armati russi attraversavano il confine con l’Ucraina. L’anniversario di quell’evento non è passato inosservato. Ha infatti occupato molte ore in televisione e altrettante colonne sulle pagine della stampa.
Sia il Presidente della Federazione Russa che quello degli Stati Uniti d’America hanno pronunciato lunghi discorsi sullo stesso argomento, anche se, a giudicare dal contenuto, avrebbero potuto anche parlare di eventi ben diversi che si svolgevano su galassie lontane tra loro.

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Dopo un anno di guerra: dove va la Russia?

Siamo ormai al primo anniversario dell’inizio dell’invasione militare russa in Ucraina. L’avventura del regime putiniano, concepita come un’operazione fulminea che avrebbe dovuto portare a un grande trionfo politico una volta conclusasi, si è trasformata in una guerra protratta ed estenuante, che potrebbe sfociare nella messa in discussione dell’esistenza futura del regime.

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Un anno di guerra in Ucraina – L’imperialismo è barbarie senza fine

È passato un anno dall’inizio della guerra in Ucraina e oramai tutti gli argomenti della propaganda occidentale sono crollati uno dopo l’altro.
Ci hanno ripetuto allo sfinimento che l’esercito russo era sull’orlo della disfatta, che i russi scappavano per non essere arruolati, che avevano esaurito le munizioni, che il livello di perdite era insostenibile, ecc.

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La caduta di Kherson: cosa comporta per la guerra in Ucraina?

Quando il ministro della difesa russo è apparso sui media di Stato per annunciare di avere dato l’ordine della ritirata dalla riva occidentale del fiume Dnipro, abbandonando anche la città di Kherson, che si trova sulla riva orientale, la notizia è stata subito salutata dai media occidentali come una grande vittoria per l’esercito ucraino.